La risposta a Piloni è la [prima] manifestazione pubblica di sabato 12 ottobre a Desenzano in difesa del SSN e degli ospedali lombardi
Di Piloni, che sente di dover dar eco sui media locali ai dati allarmanti sulla sanità lombarda risultanti dal 7° Rapporto Gimbe, possiamo dire che non ha certo dalla sua la saggezza popolare espressa nel proverbio che da una prospettiva vetero maschile ammoniva 'non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca'.
Come è risultato dall'incontro dell' 11 settembre col Comitato che rappresentiamo, Piloni è di quelli che pensano che si possa avere l'una e l'altra cosa, si può avere una sanità pubblica di qualità ben finanziata e insieme buttare soldi per demolire e ricostruire il nostro ospedale, nuovo nell'impianto e di soli 50 anni, la cui riqualificazione costerebbe conti alla mano enormemente meno, come peraltro si fa con i grandi nosocomi lombardi, quelli sì vecchi. Lo scoglio non è però solo il Piloni-pensiero ma anche quello della consigliera Rozza che nell'incontro dell'11 ha motivato il suo sì al nuovo ospedale così “Gli ospedali vecchi sono ricettacoli di virus” e non ha fatto meglio il consigliere Borghetti responsabile della sanità per il PD regionale per il quale, senza conoscere il progetto, è buona cosa che si butti giù e ricostruisca il Maggiore “visto che esperti attestano che un ospedale non possa vivere più di 20-30 anni”. Ma poiché il problema non tocca solo Cremona, abbiamo dato vita il mese scorso a un Coordinamento di Comitati Lombardi in cui sono già confluiti 5 Comitati impegnati sugli stessi nostri fronti. Noi ripetiamo il concetto: mentre il PD si crogiola nella raccolta firme e nel patrocinio di leggi di iniziativa popolare di là da venire, il territorio è già stato colonizzato dal privato e, come è palese, ci sono andate senza ritorno in questo ambito. A Piloni ripetiamo: c'è la propaganda e questa si chiama raccolta firme e promesse futuribili e ci sono i dati di fatto, un SSN al palo, liste d' attesa inevase e soprattutto un territorio già 'occupato' dal privato cui il cittadino non può che rivolgersi stante il disarmo del sistema pubblico. Resta la domanda: cui prodest tutto questo? chi sono i veri portatori di interesse per il PD e per Piloni? A chi serve un ospedale nuovo se mancano i soldi per non far morire il SSN? Siamo all' inchino al privato? Se la Regione ha una responsabilità palese circa la ge-stione della sanità lombarda, dov'è la fattiva opposizione del PD a una politica dissennata? Cosa fa il PD al governo (da quanto?) della nostra città che è prima in Europa per tumori e morti precoci da inquinamento?
Intanto che il PD fa lo struzzo noi facciamo opposizione dal basso e diamo notizia che il nostro Comitato, insieme ai Comitati del Coordinamento, partecipa sabato 12 ottobre a una prima grande azione collettiva a Desenzano in difesa del diritto dei cittadini ad una sanità pubblica di qualità, a un SSN efficiente e insieme contro i progetti di abbattimento e ricostruzione di nosocomi che hanno tutti i numeri per essere riqualificati. La manifestazione vedrà protagonista il Comitato che rappresentiamo con l'obiettivo di denunciare il deserto sa-nitario-assistenziale del territorio Cremonese e insieme il caso dell'ospedale di Cremona per il quale si chiede una riqualificazione che ne faccia il punto di riferimento affidabile per l'utenza locale oggi costretta a un 28% di fuga verso altri nosocomi a titolo di mobilità passiva. L'appuntamento di Desenzano è il primo passo dell'appena costituito 'Coordinamento dei Comitati per la difesa della sanità pubblica e degli ospedali Lombardi'. A Piloni diciamo che la propaganda non risolve il problemi della sanità lombarda mentre lo spreco di denaro pub-blico pregiudica qualunque ipotesi di soluzione. Il compito di un partito 'democratico' è quello di rispondere ai bisogni dei territori, che si incrociano se c'è l'onestà di leggerli e la disponibilità all'ascolto di chi dal basso lancia appelli ad oggi snobbati. E' il cittadino che già sa, perchè lo vive, ciò che il Rapporto Gimbe denuncia. Noi conti-nueremo a bussare a porte che sinora non si sono aperte e a chiedere che non si faccia propaganda strumentalmen-te sui bisogni di sanità e assistenza che la Costituzione dichiara 'fondamentali'. Ora il re è nudo. Il privato è già padrone. Si corra ai ripari e si ammaini la bandiera della propaganda.
G. Franzoni - R. Vacchelli
per il 'Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell'ospedale di Cremona'
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