11 dicembre 2025

La Santa Lucia del Genovesino "ostaggio" della chiesa di Castelponzone, che rimane chiusa in attesa dell'inizio dei lavori. I fedeli speravano di riaverla a Natale, ma i tempi si allungano

Mancano pochi giorni alla festa di Santa Lucia, la più amata dai bambini del cremonese e del bresciano, che -a patto di aver fatto i bravi- ritrovano i doni portati dalla Santa, che arriverebbe di notte accompagnata dal suo asinello, per il quale è bene lasciare un mazzetto di fieno fuori dalla porta, insieme a un piattino di latte.

Al netto della favola per i più piccoli, Santa Lucia è una figura iconica del cristianesimo, venerata e rappresentata in molte opere d’arte, da Caravaggio a Tiepolo o Crivelli, solo per citarne alcuni; forse però non tutti ricordano che una delle più suggestive rappresentazioni della martire siciliana è custodita nella chiesa parrocchiale di Castelponzone ed è la Pala di Santa Lucia di Luigi Miradori, detto il Genovesino in riferimento alle origini liguri dell’artista.

La tela sarà al centro dell’appuntamento con il professor Valerio Guazzoni, storico dell’arte, che domenica 14 dicembre alle 16.00 terrà una relazione sul Miradori e sulla sua Santa Lucia, collocandola all’interno dell’intera produzione dell’artista. L’appuntamento, promosso dall’Associazione Castelletto dei Ponzoni, è presso il Museo dei Cordai per scoprire, almeno in parte, quel gioiello artistico custodito nella chiesa. Con la speranza che presto la pala di Santa Lucia possa tornare ad essere vista di persona all’interno della chiesa messa in sicurezza e finalmente risistemata.

Già, perchè oggi purtroppo questa pala d’altare non è visitabile in quanto la chiesa è chiusa ormai da mesi a causa della rottura di alcune finestre e vetrate, causata da un violento temporale la scorsa estate: una vera e propria ferita per i castellini, che da sempre nutrono profondo affetto per la propria chiesa e devozione per la Santa Lucia in essa custodita. Con grande rammarico degli abitanti di Castelponzone, che speravano di avere la “loro” chiesa riaperta almeno per le festività natalizie: non sarà invece possibile celebrare la messa e le funzioni religiose, né accedere all’edificio, dal momento che i lavori per la sua sistemazione non sono stati completati. Nemmeno iniziati a dire la verità: dall’ufficio diocesano di competenza, infatti, confermano di essere in attesa del progetto per gli interventi su vetri e serramenti, progetto che dovrà necessariamente poi passare dalla Soprintendenza.

Da parte sua, don Ettore Conti conferma di aver incaricato il tecnico competente di fare un sopraluogo, già effettuato, e di aver più volte sollecitato l’invio di questa fatidica relazione che tutti stanno attendendo, ma che non arriva. Dunque, tutto resta fermo ai blocchi di partenza.

Nel frattempo la chiesa resta chiusa. Al pubblico, ma non ai volatili, perché purtroppo, essendosi rotte le vetrate, piccioni o altri uccelli hanno facile accessp, portando sporcizia nella chiesa, mentre le infiltrazioni al campanile di certo non vanno migliorando col tempo che passa inesorabilmente, anche in vista della stagione autunnale e invernale e dell'umidità che le caratterizza e che rischiano di compromettere anche le opere ed i beni artistici ed architettonici che la parrocchiale conserva al suo interno

Tra questi, appunto, il dipinto ad olio della Santa Lucia, una pala di grandissimo pregio, datata 1654 e quindi ascrivibile ad una delle ultime opere del pittore, insieme al San Nicola di Bari (custodita a Brera) e ad una tela dell’Annunciazione di Santa Maria dei Sabbioni a Cappella Cantone.

La tela di Santa Lucia venne commissionata a Miradori dai Ponzone, per i quali aveva già realizzato il ritratto di Sigismondo Ponzone da bambino. Nel XVII secolo, infatti, il borgo era ancora un feudo della famiglia Ponzone, di cui porta  il cognome legato indissolubilmente al proprio toponimo: da Castelletto dei Ponzone, con riferimento a quel fabbricato fortificato trecentesco che caratterizzava il borgo.

Questa opera è un unicum nella produzione del Genovesino in quanto la Santa è ritratta in grande, al centro e soprattutto isolata, in posa ieratica e solenne, con solo un angelo che le pone una corona di fiori sul capo a creare una sorta di movimento. Una scena diversa da quelle tipiche dell’opera del Miradori, dove le numerose figure creano contesti più movimentati e dinamici. Miradori, originario di Genova ma attivo soprattutto a Cremona, dove si trasferì dal 1642 fino alla sua morte (tra il 1656 e il 1657) è annoverato tra gli esponenti di spicco del naturalismo secentesco al quale diede un’interpretazione più rivolta al barocco ed alla sua sensibilità verso il meraviglioso, il macabro e lo spettacolare.

Ora la speranza di tutti è che questa chiesa, dedicata ai Santi Faustino e Giovita, possa tornare davvero presto ad essere restituita ai fedeli che la attendono da mesi, così come attendono di rivedere la tela del Genovesino, che nel frattempo potrà in qualche modo essere apprezzata grazie alla relazione del professor Guazzoni che domenica 14 dicembre ripercorrerà la produzione artistica di Miradori, in particolare la sua Santa Lucia, collocandola all’interno dell’intera opera dell’artista. L’appuntamento, dunque , è presso il Museo dei Cordai alle ore 16.00 per scoprire, almeno in parte, quel gioiello artistico, con la speranza che presto la pala di Santa Lucia possa tornare ad essere vista di persona all’interno della chiesa messa in sicurezza e finalmente risistemata e restituita ai fedeli che la attendono da mesi.

 

 

Michela Garatti


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commenti


Renata Stradiotti

11 dicembre 2025 08:49

Molto bello e completo, senza destare reazioni di dissenso!