La tangenziale scoppia, anche se tre progetti già prevedevano il sottopasso. Ma il Comune preferì utilizzare diversamente gli oneri di urbanizzazione
Tre proposte da tre attori diversi e tutte con le stesse conclusioni: per reggere il traffico sulla tangenziale sarebbe stata necessaria la realizzazione di un sottopasso alla rotonda di via Castelleone. Ora che la situazione rischia di scoppiare con l’incremento del traffico generato dai nuovi insediamenti commerciali già sorti e che ancora sorgeranno nell’ex Armaguerra e con il centro logistico in arrivo in via Mantova, risulta ancora più miope la scelta di aver rinunciato alla realizzazione del livello sfalsato presso la rotonda della Castelleonese lungo la tangenziale, nel punto esatto in cui si innestano gli ingressi all’Ipercoop.
Nel 2006 al momento della presentazione del progetto da parte dell’Immobiliare Betulla, proprietaria dell’area dell’ex Feltrinelli, vennero presentati due studi realizzati parallelamente da TPS Perugia, società di ingegneria dei trasporti, e dall’Ufficio traffico del Comune che arrivavano entrambi a concludere sulla necessità di realizzare un sottopasso. Un’analoga osservazione era stata proposta anche dalla Società Autostrade Centropadane che, però, modificava l’asse, preferendo la direttrice di via Castelleone, con costi decisamente più elevati. L’amministrazione comunale, però, ritenne di non impegnare interamente le risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione, per cui si era pensato ad una diversa utilizzazione: far realizzare ai proponenti i soli impalcati (ossia le travi) sotto il rondò, idonei ad ospitare il futuro interramento e rimandare nel futuro la realizzazione del resto. Nel frattempo un ulteriore studio commissionato al Politecnico di Milano era arrivato alla stessa conclusione dei primi due, indicava prioritaria la realizzazione del sottopasso, ma andava ancora più in là sostenendo che la rotatoria non era rispettosa delle nuove normative.
Si giunse così a sottoscrivere la convenzione con l’Immobiliare Betulla che si impegnava a versare oneri primari e secondari in misura superiore a quanto teoricamente dovuto, pagando cioè degli standard qualitativi supplementari: il nuovo ingresso all’Itis; le travi-impalcati sotto la rotatoria; il parco interno alla ex Feltrinelli. Venne in pratica rimandata nel tempo la realizzazione di quello che invece, se effettuato subito, avrebbe messo a tacere un bel po’ di obiezioni sul nuovo centro commerciale e sul traffico da esso indotto.
Per alleggerire il traffico potrebbe ora tornare utile ripensare al sottopasso. Per quanto riguarda il traffico, ricordiamo che gli ultimi dati disponibili sono quelli del Pums. I dati risalgono a tre anni fa e indicano un traffico veicolare di oltre 40mila auto al giorno. Un primo incremento arriva dall'apertura del centro commerciale della Lidl ma anche dagli altri insediamenti di via Castelleone. In futuro potrebbero portare altro traffico sulla tangenziale urbana i nuovi centri commerciali, come quello ipotizzato sull'area ex Feraboli-Maschio Gaspardo o quello dell'ex Scac, sebbene su questo fronte non si abbiano ancora conferme sulla catena in arrivo.
In sintesi, le previsioni di traffico potrebbero salire a 60-70mila veicoli, ossia il doppio rispetto a quelli ipotizzati quanto la tangenziale è stata progettata. Oltre quarantamila veicoli circolano già ora, ogni giorno, sulla tangenziale cittadina con punte di 50mila. La tangenziale, va ricordato, era stata progettata calcolando un flusso di 25-30 mila veicoli.
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commenti
michele de crecchio
13 ottobre 2022 20:43
L'errore di partenza fu però quello di consentire la realizzazione nientemeno che di un vero e proprio "centro commerciale" così vicino alla città e ad un importante quartiere residenziale (il Cambonino) che, per effetto di tale insediamento, perse gran parte dei servizi (farmacia, posta, supermarket di quartiere, bar ecc.) dei quali era dotato, con grave disagio soprattutto per la popolazione più anziana. La buona tecnica urbanistica sconsiglia infatti da sempre tale contiguità che, in talune legislazioni di altre nazioni, è, di conseguenza, anche esplicitamente vietata. A suo tempo mi meravigliai molto che la conferenza dei servizi, che dovrebbe essere stata convocata a livello regionale per giudicare l'opportunità dell'insediamento, avesse dato parere favorevole. Come mi pare dica un detto popolare che avevo sentito richiamare, non molti anni prima, da quella saggia persona che era il compianto assessore Italo Ruggeri, purtroppo precocemente scomparso, "attraverso il buco nella rete fatto dalla grande mucca, passano poi tanti vitelli". Naturalmente alludo al "diluvio" di ulteriori, anche se più piccoli, insediamenti commerciali che furono poi autorizzati sulla periferia cittadina, dando così forma concreta a quel modello di città-bussolano (città a forma di ciambella) che temeva l'ottimo Antonio Bergonzi.