Lombardia, cambia il paradigma economico: crollano l'industria e l'agricoltura mentre crescono i servizi alle aziende e alle persone. Bozzini (CNA): "La “terziarizzazione” dell’economia è una realtà"
In Lombardia si può iniziare a parlare di “terziarizzazione” dell’economia: i dati degli ultimi 5 anni infatti raccontano di un crollo di industria (-11,6%), agricoltura (-8,2%) e della produzione artigiana (-13,8%), mentre si assiste ad una crescita a doppia cifra delle imprese del terziario, in particolare i servizi alle industrie e alla persona.
Tra dicembre 2019 e marzo 2025, la Lombardia ha perso complessivamente 2.903 imprese attive (-0,4%). Ma il dato più rilevante riguarda la composizione del tessuto imprenditoriale: l’industria registra un vero e proprio crollo, con un calo dell’11,6% (-11.139 imprese). Seguono l’agricoltura con un -8,2% (-3.675) e il settore trasporti-logistica con un -4,7% (-1.253).
Dunque l’economia lombarda sta attraversando una trasformazione profonda, di cui spesso non si parla. Nonostante la sua storica vocazione manifatturiera e produttiva, la regione si sta orientando rapidamente verso un modello sempre più basato sul terziario. È quanto emerge dall’analisi condotta da CNA Lombardia, che fotografa con chiarezza un trend strutturale: una progressiva terziarizzazione del sistema economico, caratterizzata dalla perdita di imprese nei settori produttivi come agricoltura e industria e da una crescita costante dei servizi, in particolare quelli rivolti alle imprese e alle persone.
In controtendenza, crescono i servizi: i servizi alle imprese segnano un +14,4% (+25.755 imprese) e i servizi alla persona un +5,1% (+2.688 imprese). Un dato che conferma il cambiamento strutturale dell’economia regionale.
Se si guarda solo all’ultimo anno (marzo 2024-marzo 2025), la dinamica resta coerente: industria e agricoltura continuano a calare, rispettivamente del -3,6% (-3.274) e -1,7% (-726). In flessione anche i trasporti-logistica (-2,1%, -559), mentre i servizi, invece, crescono ancora: +1,8% (+3.681) per quelli alle imprese e +1,7% (+931) per quelli alla persona.
“I dati che emergono ci devono interrogare seriamente: vogliamo difendere la vocazione produttiva e manifatturiera dei nostri territori e non diventare solo un mercato di consumatori - sottolinea Giovanni Bozzini, Presidente di CNA Lombardia -. Questo vale anche per l’Europa. Sappiamo che questa tendenza è di medio-lungo periodo ma bisogna evitare di restare passivamente inerti di fronte ad un processo che ha luci ed ombre. Ciò che chiediamo in primis è di incentivare fortemente una revisione delle normative sovranazionali sul credito bancario, allentando i vincoli che gravano sul rating delle piccole imprese e riavvicinando le grandi banche all'economia reale in un rapporto virtuoso con i consorzi fidi.”
“In un momento così importante come quello attuale, sia dal punto di vista nazionale che internazionale, ci auguriamo inoltre si possa recuperare una politica per le costruzioni investendo sul recupero e la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica coinvolgendo tutta la filiera delle Pmi del settore costruzioni e impianti - prosegue Bozzini -. Allo stesso tempo auspichiamo si possano rivedere in modo radicale le posizioni della Commissione Europea in materia di Automotive, promuovendo davvero la neutralità tecnologica e non rottamando la filiera dell'endotermico.”
Anche il mondo dell’artigianato non è immune da questo processo di trasformazione. Tra dicembre 2019 e marzo 2025, il numero complessivo di imprese artigiane è diminuito del 4,8% (-11.661). Il calo è trainato soprattutto dal settore produttivo (-13,8%, pari a -7.388 imprese). Male anche i comparti legati a trasporti e logistica (-9%, -1.439 imprese) e alle costruzioni (-3,7%, -3.531). L’unico segmento che mostra una lieve crescita nel lungo periodo è quello dei servizi alla persona artigiani, che registra un modesto +0,5% (+162 imprese).
“L’economia vede affiorare ormai la tendenza del terziario ad affermarsi come dimensione dei servizi digitali e finanziari, senza contare il grande tema dei servizi alle persone che ha anche una matrice nelle tendenze demografiche - afferma Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia -. Noi siamo convinti che la sfera della “produzione di cose” debba essere salvaguardata. Un territorio come il nostro non deve solo essere attraversato da flussi ma ancorato a produzioni ad alto valore aggiunto.”
I dati relativi all’ultimo anno rafforzano ulteriormente la tendenza. Tra marzo 2024 e marzo 2025, le imprese artigiane si sono ridotte dello 0,8% (-1.861). A pesare maggiormente sono i settori della produzione (-3,1%, -1.494), seguiti da costruzioni (-0,8%, -759) e trasporti-logistica (-0,3%, -44). Crescono solo i servizi alla personaartigiani, anche se in misura contenuta (+0,4%, pari a +177 imprese).
Per questo CNA Lombardia ha avanzato una serie di richieste:
- Riforma delle regole bancarie per agevolare il credito alle PMI
- Revisione delle politiche UE sull’Automotive garantendo neutralità tecnologica e tutelando la filiera dell’endotermico
- Investimenti su recupero e riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica coinvolgendo la filiera delle Pmi
- Urgente riforma della Legge sull’Artigianato
“E’ tempo di porre con urgenza anche la riforma della legge sull’artigianato, che quest’anno dimostra il peso dei suoi 40 anni d’età - commenta Bozzini -. Va riformata e riscritta, perché oggi la produzione artigiana passa dall’innovazione e dai nuovi saperi, anche digitali.”
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