23 novembre 2022

Mister o'Malley da Dublino a Cremona sulle tracce dei soldati irlandesi che parteciparono alla battaglia della "sorpresa" del 1702

Da Dublino a Cremona per studiare un episodio storico forse neppure noto agli stessi Cremonesi. A spingere Yves o’Malley sulle rive del Po è stato il desiderio di tramandare ai propri figli la memoria di un antenato militare che, stando alla tradizione familiare, avrebbe combattuto con le truppe irlandesi alla sorpresa di Cremona del 1702. Un episodio che al tempo destò scalpore, ma fu poi relegato nelle pieghe della storia minore. Yves o’Malley è un pensionato, gira il mondo per studio e per passione, parla tre lingue. Ma, soprattutto, è l’ultimo rappresentante di un clan che, alla storia irlandese, ha riservato generazioni di militari e, tra le proprie file, annovera anche l’unica piratessa che si ricordi, Grace o’Malley, una leggendaria figura di avventuriera morta nel 1603, che riuscì a mettere in scacco la stessa regina inglese Elisabetta I. Forte di queste origini Yves o’Malley, nelle sale della Biblioteca Statale, si è buttato a capofitto nella ricerca storica. Si sa, dal resoconto della battaglia, steso l’anno dopo probabilmente da Francesco Arisi, che agli scontri che per un’intera giornata si susseguirono nella città di Cremona, parteciparono circa mille soldati irlandesi al fianco delle truppe francesi e spagnole.

Fu una giornata memorabile quella del 1 febbraio 1702, talmente unica che l'episodio che la caratterizzò, nonostante si fosse trattato di un fatto d'arme secondario nel contesto della guerra di successione spagnola, rimase noto nella memoria storica come la “Sorpresa di Cremona” e fu oggetto di un numero indefinito di scritti e ricostruzioni illustrate. A determinarne l'unicità furono le modalità da cui nacquero le scaramucce, che per un'intera giornata opposero gli eserciti franco-ispani da una parte e imperiali con i loro alleati guidati dal principe Eugenio di Savoia dall'altra, davanti ai cremonesi esterrefatti e rassegnati. Gli austriaci riuscirono a penetrare nella città, occupata da un distaccamento francese, senza colpo ferire nel corso della notte, grazie alla complicità del parroco della chiesa di Santa Maria Nuova don Giovanni Battista Cozzoli, il quale aprì ai soldati un passaggio sotterraneo che dalla chiesa conduceva nella Cremonella e da lì oltre la cinta muraria. La città su Po, storica roccaforte dell’impero spagnolo, era presidiata dalle truppe francesi in collaborazione con i loro alleati, principalmente gli irlandesi, quando il principe Eugenio di Savoia, comandante del potentissimo esercito tedesco-asburgico compì letteralmente una azione da commandos infiltrandosi personalmente in città di notte e cominciando una spaventosa battaglia contro i francesi e gli irlandesi comandati dal Duca di Villeroy. Una battaglia che procurò quasi 3000 morti dentro le mura cittadine. Il conflitto attraversò tutta la città casa per casa, vicolo per vicolo: si combatteva nelle piazze, sui sagrati delle chiese e nei palazzi dei nobili dando origine ad un massacro urbano di dimensioni spaventose che si concluse nella stessa giornata con la cattura del Duca di Villeroy da parte di Eugenio di Savoia, ma grazie all’eroismo delle truppe irlandesi delle brigate Dillon e Burke i francesi riuscirono a ribaltare una sicura sconfitta bloccando il progetto di conquista di Eugenio di Savoia, costringendo quest’ultimo a lasciare la città con il suo esercito.

Fabrizio Loffi


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