Onore ai caduti di Nassiriya: la città si stringe nel ricordo dei 19 italiani morti in missione di pace
In occasione della Giornata nazionale della memoria per i caduti civili e militari nelle missioni internazionali per la pace, questa mattina, al parco Caduti di Nassiriya, presenti le autorità civili, militari cittadine e i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, tutte con i loro labari, si è tenuta la cerimonia commemorativa davanti al cippo che ricorda i civili e i militari morti a causa di un attentato terroristico che devastò la base italiana Maestrale a Nassiriya, in Irak, il 12 novembre del 2003.
La cerimonia è iniziata con la lettura dei nomi dei militari caduti nelle missioni di pace, di quelli morti a Nassiriya e anche dei civili italiani e iracheni che persero la vita in quell'attentato. Dopo l'Onore ai Caduti, il Sindaco Andrea Virgilio con la Vice Prefetto Vicario Jole Galasso, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Paolo Sambataro, il consigliere provinciale Giovanni Gagliardi, in rappresentanza della Provincia, e il luogotenente Giuseppe Pecorelli, presidente della sezione di Cremona dell'Associazione Carabinieri in congedo, hanno deposto una corona di alloro, portata da due carabinieri in alta uniforme, al cippo commemorativo collocato nel parco di via Trebbia.
Erano presenti alla cerimonia, tra gli altri, Adele Belluso, Vicario del Questore di Cremona, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Massimo Dell'Anna, l'Assessore alla Sicurezza Santo Canale, il Vice Comandante del X Reggimento Genio Guastatori, Tenente Colonnello Giovanni Petrocelli, Giulia Antonicelli, Direttrice della Casa Circondariale di Cremona, e il Maggiore Gabriele Schiaffini, Comandante della Compagnia Carabinieri di Cremona.
Dopo la lettura della Preghiera per i caduti, a nome del Comune che, come da tradizione, ha organizzato la cerimonia in collaborazione con la sezione cremonese dell'Associazione Carabinieri in congedo, ha preso la parola il Sindaco: "Oggi, 12 novembre, la nostra comunità si stringe nel ricordo dei 19 italiani caduti a Nassiriya: 17 militari in missione di pace e 2 civili. A voi, familiari, va l'abbraccio e la riconoscenza della città di Cremona. Da ventidue anni custodite una memoria esigente, che non chiede pietà ma impegno: che quei nomi non siano mai solo un elenco, ma un dovere quotidiano.
Sosteniamo, come istituzioni e come comunità, la richiesta avanzata in Parlamento di riconoscere ai caduti di Nassiriya la Medaglia d'oro al Valor Militare. È un atto che può unire, non dividere. Ricordiamo tutti quel giorno di ventidue anni fa: un dolore che attraversò l'Italia intera, oltre le differenze di opinione su come agire in Irak. Quel dolore non sbiadisce. Oggi si accompagna alla gratitudine verso le donne e gli uomini in divisa che difendono la sicurezza del nostro Paese e, in tanti teatri del mondo, rischiano la vita per prevenire la guerra e costruire la pace.
La nostra Costituzione, all'articolo 11, dice con chiarezza che l'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Questo principio non è un titolo da incorniciare: va praticato. È ciò che hanno fatto gli italiani caduti a Nassiriya ed è ciò che fanno i nostri militari quando operano nelle missioni internazionali: unire la necessaria sicurezza al rispetto delle persone, al dialogo con le comunità locali, alla tutela dei diritti umani. Con loro ricordiamo gli operatori delle ONG, i volontari, gli italiani che scelgono di stare nei luoghi difficili per alleviare il dolore e ricucire relazioni. Questa memoria parla al presente.
Guardando all'oggi, l'Italia è impegnata in teatri dove sicurezza e diplomazia camminano insieme: in Libano, nei Balcani, in Kosovo, in Bosnia-Erzegovina, in Iraq con attività di addestramento e consulenza, sul mare con IRINI nel Mediterraneo, ASPIDES nel Mar Rosso a tutela della navigazione e nell'Oceano Indiano contro la pirateria; nel Sinai; nello spazio euro-atlantico con i distaccamenti di Air Policing sul fianco orientale dell'Alleanza. Missioni diverse, un unico obiettivo: proteggere vite e rotte, sostenere istituzioni locali affidabili e creare le condizioni politiche e umanitarie perché la pace sia praticabile. Da Cremona, città di lavoro e di scuola, rinnoviamo oggi la nostra vicinanza a chi è impegnato all'estero e alle loro famiglie: la sicurezza del Paese inizia anche dalla cultura della pace che coltiviamo qui.
Dopo gli eventi in Medio Oriente iniziati il 7 ottobre 2023, il rischio di escalation rimane alto: il lavoro dei nostri militari e dei nostri diplomatici è prezioso proprio perché tiene insieme sicurezza e diplomazia. E qui sta un primo punto fermo: la difesa del Paese non si misura solo con i mezzi militari, ma con la capacità di aprire varchi politici e sostenere processi di pace realistici.
Un secondo punto viene dall'esperienza irachena e afghana: la presenza sul terreno ha senso solo se accompagnata da percorsi politici inclusivi, dal rispetto delle identità e delle culture, da istituzioni locali legittime. È la differenza tra presidiare e costruire: la sicurezza si presidia giorno per giorno, la pace si costruisce insieme, con pazienza.
C'è poi una responsabilità europea che ci riguarda da vicino. La possibilità di essere protagonisti credibili di percorsi di pace passa da una politica di difesa comune europea, dentro un ordine internazionale più stabile e fondato su reciprocità e diritto. L'Europa — il continente che ha conosciuto due guerre mondiali e poi ha scelto l'unità — può offrire al mondo la prova che la forza più grande è la cooperazione. L'Italia, anche per l'esperienza e la reputazione dei suoi militari nelle missioni, può e deve stare in testa a questo cammino.
E Cremona? Da questa città, abituata al lavoro silenzioso e alla precisione, terra di liuteria e di fiume, vogliamo dare alla parola 'memoria' un contenuto concreto. Come Amministrazione comunale ci impegniamo a valorizzare, in collaborazione con le scuole e le associazioni combattentistiche e d'arma, percorsi di educazione civica e di cultura della pace rivolti ai più giovani; sostenere i momenti pubblici di riconoscenza verso le Forze Armate, le Forze dell'Ordine e la Protezione Civile, che servono la collettività in Italia e all'estero; mantenere vivo, ogni 12 novembre, un appuntamento civico che unisca istituzioni, famiglie, mondo del volontariato e cittadinanza davanti al monumento ai Caduti, perché nessun nome venga dimenticato.
Il Torrazzo ci ricorda che per vedere lontano serve una base solida: memoria, responsabilità, lavoro quotidiano. Il ricordo dei caduti di Nassiriya ci chiede proprio questo: orgoglio per ciò che rappresentano e responsabilità per essere all'altezza della loro eredità.
A voi, famiglie, va il grazie della città. Ai nostri militari e a chi opera per la pace, la promessa che Cremona farà la sua parte — con sobrietà, con tenacia, con il coraggio delle scelte che uniscono. Onore ai caduti. Viva Cremona. Viva la Repubblica".
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