Preoccupa la sentenza su A2A a Seregno: contro l'incorporazione di Linea Group potrebbero muoversi alcuni sindaci del Cremasco
Al netto delle preoccupazioni dell’opposizione a Cremona (qui l’articolo), la spallata per bloccare la fusione per incorporazione tra A2A e Linea Group potrebbe arrivare dai sindaci del territorio. In particolare dal versante cremasco. L’assorbimento di Linea Group nel colosso milanese che gestisce energia elettrica, luce e gas, è già stato oggetto in passato di forti contrasti in terra cremasca, al punto che otto sindaci, nel 2019, sono usciti dall’assemblea di Scrp, l’ex municipalizzata che fa parte di Linea Group.
A fronte della sentenza di ieri del Consiglio di Stato, che ha confermato la bocciatura del Tar sulla fusione tra Aeb di Seregno e A2A (operazione molto simile a quella in atto con Linea Group) non si esclude che a muoversi possa essere per l’appunto qualche primo cittadino cremasco. Per comprendere il ruolo dei sindaci in questa partita è però necessario un passo indietro.
Va ricordato infatti che nel cremasco la battaglia contro l'incorporazione di Linea Group in A2A è stata particolarmente aspra. Linea Group Holding accorpa le ex municipalizzate non solo di Cremona (Aem), ma anche di Crema, Pavia, Lodi e Rovato (Bs). A muoversi furono soprattutto i 5 Stelle, che nel 2016 hanno chiesto un parere all'ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) in merito all'operazione. L'ANAC, come noto, ha bocciato la fusione chiarendo che sarebbe stata necessaria una gara pubblica. Al parere dell'anticorruzione sono seguiti diversi ricorsi al Tar, sia sul fronte cremasco che su quello di altre realtà locali. Tra le sentenze pronunciate, quella che stabilisce che se l'ANAC, a fronte dell'operazione, ha evidenze di un eventuale danno erariale, deve segnalarlo alla Corte dei Conti. Siamo nel 2019 e contemporaneamente si apre il “fronte Seregno”, dove è in corso un'operazione simile a quella messa in atto con Lgh, con A2A che punta ad incorporare Aeb (Ambiente Energia Brianza Spa). Il Movimento 5 Stelle agisce su due piani: di nuovo l'ANAC e il Tar, forte del precedente parere dell'Anticorruzione. Al ricorso al Tar viene infatti allegato il parere dell'ANAC al fine di bloccare l'operazione di incorporazione.
Si arriva all'oggi, con la sentenza del Consiglio di Stato che respinge il ricorso promosso dal Comune di Seregno, dalla società Aeb e da A2A contro le aziende private che contestavano l'assenza di una procedura a evidenza pubblica nella scelta del socio privato. Con la pronuncia di ieri, 1 settembre, il Consiglio di Stato ha dunque confermato la precedente sentenza del Tar che bocciava la fusione fra Aeb-A2A, dando torto al Comune di Seregno.
Il precedente, come non ha mancato di sottolineare anche il centrodestra cremonese oggi, è di rilievo e rafforza i dubbi sulla legittimità dell'incorporazione di Linea Group in A2A. Ed ecco il punto: per bloccare l'operazione (che a Cremona ha già incassato il via libera dalla maggioranza in Consiglio) è necessario avviare una procedura complessa e costosa che va sotto il nome di “richiesta di ottemperanza”. In sostanza, si tratta di far valere il precedente di Seregno anche sullo scacchiere che coinvolge Linea Group e sui territori delle relative ex municipalizzate.
La richiesta di ottemperanza non può essere presentata da un qualsiasi cittadino, nemmeno da un consigliere, fosse anche regionale. A chiederla può essere solo un “portatore di interesse”, vale a dire una società che ritiene di essere stata danneggiata dalla mancanza di gara pubblica (ad esempio perché avrebbe avuto interesse a parteciparvi), oppure – ed è qui che possono entrare in gioco i sindaci – da un qualsiasi sindaco del territorio interessato dalla fusione. Ad esempio, un primo cittadino del Cremasco, dal momento che Scrp (società che fa parte di Lgh) copre Crema e diversi Comuni dell'area.
L'alternativa alla richiesta di ottemperanza è comunque l'interessamento di un sindaco che si attivi presso la Corte dei Conti segnalando il parere dell'ANAC e soprattutto la sentenza del Consiglio di Stato sul caso Seregno e ne chieda l'intervento.
IL FRONTE ECONOMICO - Nel frattempo, sul versante economico, la sentenza di ieri ha fato registrare un discreto colpo in borsa ai danni di A2a. Lo riferisce Milano Finanza: "Seduta sotto tono a Piazza affari per tutte le utilities dopo che il Consiglio di Stato ha confermato la nullità dell'operazione di aggregazione tra A2A ed Aeb, dichiarando non valida la caratteristica di infungibilità dell'offerta della multiutility guidata da Renato Mazzoncini. Un'eventuale operazione con Aeb dovrà, quindi, essere espletata attraverso una gara pubblica".
"Aeb - prosegue il quotidiano d'economia -, controllata al 71% dal Comune di Seregno, gestisce oltre 200mila clienti retail, con un fatturato pari a circa 220 milioni di euro, un ebitda pari a 35 milioni, un utile netto di 12 milioni e un debito netto di 5 milioni. Al momento il titolo A2A perde lo 0,70% a 1,853 euro. A ruota la seguono Hera (-0,22%), Acea (-0,98%), Iren (-0,75%), Italgas (è stabile sulla parità a 5,708 euro), Snam (-0,32%). Sale solo Acsm-Agam (+0,43%)".
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commenti
Pasquino
2 settembre 2021 16:58
Stando così le cose è difficile che qualche sindaco si muova
magari potrà ottenere qualcosa di importante se minaccerà di farlo ?
La opposizione parla parla ma poi si è visto con le spsrtuzipni dei posti finisce tutto ...... a tarallucci e vino
Mi sbaglierò ? Lo spero ma Pasquino è difficile che sbagli !