Quella storia d'amore tra la pittrice Tamara de Lempicka e il cremonese Guido Sommi Picenardi. Il libro di Valentina Casarotto
Il nuovo romanzo storico “Diva d’acciaio. Il caso Tamara de Lempicka” Gaspari Editore, è l’ultimo lavoro della storica dell’arte e docente Valentina Casarotto. Un interessante ed intrigante libro che farà tappa ad Isola Dovarese sabato 5 ottobre alle 18.30, nella Sala Consigliare del municipio. Una spy story che ricostruisce la vita e l’opera della pittrice più glamour degli anni Venti e Trenta del Novecento, emblema dell’emancipazione e della donna moderna. Il libro è tra i finalisti del prestigioso Premio PalmaStoria 2024, romanzo storico, ha meritato il terzo posto del Premio “I Murazzi” 2024 del Circolo dei Lettori di Torino, ed è stato finalista al Premio Fiuggi Storia 2023, romanzo storico.
L’autrice, pagina dopo pagina, ci catapulta nel mondo di Tamara de Lempicka, artista polacca che ha saputo ritrarre e fissare sulla tela con il suo pennello donne dalla figura sensuale e conturbante trasformandole in icone. Seduttrice, talentuosa, fu una delle artiste centrali del panorama dell’Art Decò di inizio Novecento. Nonostante la sua grande fama, la sua biografia è stata per lungo tempo avvolta nel mistero, a partire dalla sua data di nascita che, in realtà, ad oggi sembra definirsi con il 1894.
La protagonista delle pagine della Professoressa Casarotto fu allieva del pittore simbolista Maurice Denis e del pittore cubista Andrè Lothe; tra le sue opere, ne risulta immediatamente riconoscibile il tratto come La ragazza in verde che compare sul frontespizio del libro.
Il soggetto preferito dell’artista sembrano essere le donne, vestite in abiti eleganti, talvolta sono ritratte nude, in pose da dive dallo sguardo intenso e sfuggente, avvolte dall’allure e dal fascino dai colori intensi. A chi le osserva trasferiscono un aspetto deciso, definito, monumentale che trasmette tutto lo charme di cui è intriso quel particolare momento storico.
Indipendenza, tenacia e amore per la solitudine creativa emergono come elementi distintivi di Tamara che sapeva incuriosire e catturare l’attenzione.
Il libro di Valentina Casarotto è un romanzo ed in parte un saggio che indaga l’origine dell’ispirazione artistica della pittrice polacca: scopre la sua arte, cattura ciò che esiste oltre la tela, scava nella sua vita, indaga l’animo di una donna capace di cogliere l’essenza del soggetto da raffigurare.
La scrittrice prende per mano il lettore attraverso la figura di una giornalista investigatrice di New York, incaricata per conto dell’FBI di scoprire eventuali segreti di Tamara, sospettata di essere una spia al servizio dei russi, in un periodo storico in cui si profilava l’avvicinarsi del secondo conflitto mondiale.
“Ho amato da subito Tamara, ho studiato la sua vita, l’ho compresa e mi affascina portare alla luce quelle figure femminili che rappresentano l’emancipazione delle donne, figure che hanno seguito strade differenti e controcorrente rispetto al contesto in cui sono nate e cresciute – ci racconta la Professoressa Casarotto – queste donne dell’arte che approfondisco amo definirle le mie figlie di carta perché hanno avuto la forza di non arrendersi: questo è anche il messaggio che vorrei arrivasse dalle mie pagine, la meravigliosa e magica capacità delle donne di non desistere anche di fronte alle difficoltà più grandi”.
Il racconto si snoda tra le principali capitali europee e, nel seguire il percorso della giornalista Clare Bryce ed attraverso le interviste realizzate da chi ha conosciuto la pittrice, il lettore entra in contattato con differenti realtà. Un mondo libero fatto di incontri e di amori famosi tra cui Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D’Annunzio e il Marchese cremonese Guido Sommi Picenardi.
“La liaison tra Tamara de Lempicka e Guido Sommi Picenardi venne vissuta sotto le luci della mondanità. L’occasione del loro incontro è ancora da precisare: forse si conobbero a Milano durante la mostra dell’artista del 1925 con la mediazione del conte Castelbarco o forse a Parigi, entrambi frequentatori della vita notturna e dei futuristi italiani, Marinetti e Prampolini. Lei volitiva e fascinosa ventottenne (in realtà trentaquattrenne) e lui trentaseienne musicista eccentrico e appassionato d’arte. L’esito dell’incontro era scontato – racconta la storica dell’arte Casarotto – il frutto prezioso della loro storia sono due superbi ritratti del Marchese. Nel primo dipinto, a figura intera, Picenardi si presenta in cappotto con ampio collo di pelliccia con sullo sfondo un breve squarcio di paesaggio urbano a tinte neutre; il secondo lo ritrae in abito da sera con ampi revers, colletto della camicia a punte aguzze su uno sfondo ambiguo di cortine teatrali scompaginate dal sapore futurista. In entrambe le opere, Tamara coglie il lato misterioso del Marchese, bello e ombroso. Il chiaroscuro deciso segna le tempie e la mascella volitiva del volto serio posto di tre quarti. Con lo sguardo altrove, Picenardi incarna il prototipo del dandy esteta degli anni Venti. Insieme, Tamara e il Marchese, sono stati una delle coppie più glamour del panorama mondano e artistico degli anni 1925-26”.
La pittrice fissa sulla tela un’immagine del Marchese ponendo l’accento sulla sua attenzione quasi ossessiva all’eleganza, ai dettagli; “quando nel 1925 Tamara de Lempicka lo raffigura così, lei e Guido Sommi Picenardi sono amanti ma dove siano stati realizzati i ritratti è un qualcosa che, ad oggi, è ancora nel campo delle ipotesi, manca la documentazione che è in fase di studio” così sottolinea Fabio Maruti, storico e studioso del casato Sommi Picenardi.
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commenti
Michele de Crecchio
30 settembre 2024 13:12
Poffarbacco! Interessantissimo! Spero proprio di poter partecipare all'incontro!