Sanità lombarda, bocciata la proposta del PD, si accende il dibattito tra maggioranza e opposizione
Con 39 voti contrari e 23 favorevoli, il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Partito Democratico e sostenuta da oltre 100mila firme dei cittadini. Il testo, che puntava a riformare il modello sanitario regionale cancellando l'equivalenza tra pubblico e privato, non ha superato nemmeno il passaggio alla discussione degli articoli.
Una bocciatura che ha infiammato un dibattito politico. Per il consigliere regionale del PD Matteo Piloni si tratta di "una grande occasione persa". "La destra lombarda – ha dichiarato – ha sbattuto la porta in faccia a centomila lombarde e lombardi che chiedevano solo il diritto a essere curati in tempi e condizioni dignitose. Evidentemente alla destra va bene così. Ma noi non ci fermeremo: realizzeremo dei centri per il rispetto del diritto alla salute".
Il testo proposto dal centrosinistra puntava a rimettere al centro il ruolo pubblico nella programmazione dell’offerta sanitaria, anche privata, per orientarla in base ai bisogni reali e ridurre così le liste d’attesa. Tra i punti cardine figurano: universalità del servizio, ricostruzione della medicina territoriale, prevenzione e trasparenza nella programmazione.
Categorica la replica del centrodestra: Riccardo Vitari (Lega) ha definito la proposta “inutile e strumentale”, accusando l’opposizione di voler colpire ideologicamente la sanità privata. "I principi che il PD vuole introdurre sono già parte integrante del nostro sistema, che ogni anno garantisce oltre 6 milioni di prestazioni. I lombardi meritano una sanità libera, universale e autonoma".
Sulla stessa linea Marcello Ventura, presidente della IV Commissione: “La sanità lombarda è un’eccellenza, come dimostra l’aspettativa di vita più alta d’Italia. Non abbiamo bisogno di burocrazia o leggi fotocopia, ma di soluzioni concrete e mirate. Le vere sfide sono liste d’attesa, assistenza territoriale e accessibilità nelle aree più fragili”.
La bocciatura della proposta chiude – almeno per ora – un percorso iniziato a marzo 2024 con la raccolta firme. Resta, però, il nodo politico: il contrasto tra chi denuncia un sistema sanitario sempre più sbilanciato sul privato e chi rivendica l’efficienza del modello lombardo. E sullo sfondo, i cittadini, ancora in attesa di risposte concrete.
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