6 aprile 2022

Sciopero alla ProSus di Vescovato, raggiunto l'accordo dopo un confronto fiume in Prefettura. Si torna alla produzione

Immediata interruzione della protesta alla ProSus di Vescovato. Questo il primo risultato della trattativa fiume che si è tenuta oggi (secondo round dopo quello di ieri) in Prefettura a fronte del duro sciopero messo in atto in particolare dalla USB a partire da ieri e proseguito questa mattina (qui l'articolo).

A far conoscere l'esito della trattativa è la stessa Prefettura in una nosta stampa: "Nel corso del pomeriggio odierno - vi si legge - si è svolta presso la Prefettura di Cremona una riunione in merito alle criticità emerse presso il sito produttivo della Pro Sus di Vescovato. L’incontro ha fatto seguito ad analoga riunione svoltasi nella giornata di ieri, rivelatasi improduttiva".

Prosegue la nota: "Grazie alla capace e costante attività di mediazione tra le parti posta in essere dai rappresentanti della delegazione prefettizia, guidata dal Viceprefetto Vicario, si è potuti addivenire - dopo ampio ed articolato confronto - ad un accordo tra le parti che ha portato una positiva conclusione della vicenda, con l’immediata interruzione delle azioni di protesta da parte dei lavoratori presso il predetto stabilimento".

LE RIVENDICAZIONI - Diverse le rivendicazioni sindacali sul tavolo da ieri, con la dura presa di posizione del sindacato di base, i cui metodi, va detto, non hanno convinto tutti i lavoratori e le altre sigle sindacali. "Non è la prima protesta dei lavoratori che si riconoscono in USB - ha fatto sapere il sindacato -, che in passato avevano inscenato clamorose lotte per l’internalizzazione, la salute e la sicurezza. È certamente per questo che i lavoratori aderenti a USB vengono puntualmente perseguitati, con spostamenti in “reparti confino” e sospensioni. I lavoratori ProSus respingono questo atteggiamento aziendale e scioperano per chiedere la fine dell’applicazione della cassa integrazione ai dipendenti dell’appalto per sostituirli con i somministrati, la riammissione al lavoro dei dipendenti sospesi, la garanzia occupazionale e l’applicazione del contratto di settore – l’alimentare – anziché il contratto multiservizi, gettonatissimo dalle cooperative dell’appalto, che implica una remissione di 350-370 euro al mese".


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