2 dicembre 2024

Si è spento monsignor Pier Giacomo Bolzoni. Uomo di fede che amava Cremona, la sua Cattedrale e le tante chiese cittadine

Era nato ad una manciata di chilometri da Cremona, città nella quale aveva frequentato per un anno il Seminario e che portava nel cuore, facendovi ritorno molto spesso. Era incantato dalla Cattedrale di Cremona, da tante altre chiese cittadine, si teneva informato sulle vicende della città informandosi regolarmente sui vari organi di stampa locali e, a Cremona e dintorni vantava numerosi amici, specie tanti confratelli all’interno del clero. Quei confratelli che ora ha preceduto, andandosene in silenzio, secondo il suo straordinario stile, in una nebbiosa sera di fine autunno, quella del primo giorno di avvento. Nel presbiterio celeste monsignor Pier Giacomo Bolzoni sta ora celebrando la divina liturgia, quella più intensa, accanto ai fratelli don Tarcisio e monsignor Stefano, tutti nati a cresciuti a Monticelli d’Ongina, tra il 1938 (don Tarcisio), il 1939 (monsignor Stefano) e lui, classe 1942.

Tutti figli di una famiglia straordinariamente e profondamente  legata alla chiesa. Il papà Franco era lo storico sagrestano di Monticelli d’Ongina; la mamma, lui, don Giacomo non la ha conosciuta perché salita in Celo proprio quando lui è venuto al mondo, ma la ha sempre portata nel cuore come lei, dal Paradiso, ha accudito lui, don Stefano e don Tarcisio, col tenero cuore di madre. Don Giacomo, laureato in Teologia, Cappellano di Sua Santità e sacerdote dal 1966 ha ora pronunciato il suo speciale “Eccomi”. Il primo lo aveva pronunciato, dopo i fratelli don Tarcisio e don Stefano, nel 1966, appunto, davanti all’allora vescovo di Fidenza monsignor Mario Zanchin. Ora lo ha rivolto, certamente col sorriso di sempre, col volto adorante, stupito e grato a quel Cristo che ha amato e servito per tutta la vita e che gli ha detto “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore (cfr. Mt 25,21”. Di Don Giacomo si può senz’altro dire che ha onorato Dio perché hai servito scrupolosamente i fratelli.

E’ stato proprio come il servo evangelico elogiato da Gesù: fedele, prudente e vigilante (cfr. Lc 24, 45-46). Ha vissuto la beatitudine dell’attendere con fede il Signore e si è tenuto sempre pronto per la sua venuta. Egli si è fatto presente ogni giorno, ha bussato alla porta del suo cuore. Per lui, non è mai stata l’esteriorità a contare. “Il Signore vede il cuore” (1Sam 16, 7b) e scruta dentro il sacrario inviolabile di ogni persona. Bisogna aprire il proprio animo e lasciarsi guardare dentro e lui, don Pier Giacomo, non ha mai opposto  resistenza. Si è lasciato guardare e gli ha prontamente aperto la porta, alla Sua venuta.  Ha saputo ricordare così che la vita, l’esistenza, la fede, tutto quello che siamo e di cui godiamo, l’abbiamo ricevuto in modo gratuito. Sono doni preziosissimi e di un valore inestimabile. Di essi siamo solo beneficiari e amministratori. Non ci appartengono, ci sono stati affidati perché ogni cosa sia orientata per la gloria di Dio e per il bene nostro e degli altri. La sua vita è stata una veglia continua, un’attesa operosa, il preludio del giorno luminoso dell’eternità. Non ha messo sottoterra i suoi talenti, non li ha nascosti ma li ha messi a servizio degli altri e così, ogni cosa è diventata preziosa non per la sua durata, ma per l’intensità con cui l’hai sperimentata. E ne ha fatto dono agli altri: alla sua famiglia, alle sue “pecorelle”, alla Chiesa, al Signore.

Ognuno è responsabile di quanto ha ricevuto, e deve impiegarlo nel modo migliore. Per tutti, anche se inatteso, arriva il momento del rendiconto. Per don Pier Giacomo, questo momento è giunto. Ora il Signore stesso lo ha accolto e lo ha fatto sedere alla sua mensa. La sua ricompensa per la sua fedeltà ed il suo impegno è già stata infinitamente superiore ad ogni attesa: il premio finale è la partecipazione alla sua gioia. Attingendo alla sua storia personale e sacerdotale, ecco che don Giacomo (come tutti amichevolmente lo chiamavano), a Busseto ha percorso i primi passi da sacerdote, ha sempre dato una mano ai fratelli tornando spesso nella terra di Verdi e vi ha trascorso, da collaboratore parrocchiale, gli ultimi anni della sua vita. Tanti gli incarichi che, nel tempo, ha ricoperto: segretario generale della Pontificia Università Lateranense dal 1970al 1980; insegnante di religione cattolica e rettore del Seminario dal 1980 al 2003; canonico della Cattedrale, canonico teologo e membro del Consiglio presbiterale diocesano dal 1982 al 2013; poi, ancora, membro del Collegio dei Consultori; presidente della Commissione di studio e delegato vescovile per il diaconato permanente; membro del Consiglio missionario diocesano; vicepresidente della Commissione per la formazione permanente del Clero; direttore della Scuola Diocesana di formazione all’impegno sociale e politico; presidente della Commissione diocesana per la pastorale sociale, del lavoro e per la formazione all’impegno sociale e politico; membro del Consiglio pastorale diocesano e del consiglio di amministrazione della Cattedrale e della Commissione diocesana per l’arte sacra e i beni culturali; vicario foraneo di Salsomaggiore e Pellegrino dal 2006 al 2018; parroco di San Vitale in Salsomaggiore dal 2006 al 2019 e amministratore parrocchiale di Salsominore dal 2012 al 2019.

E’ stato anche membro della Commissione per gli Ordini e i Ministeri; presidente della Consulta diocesana per la pastorale liturgica; assistente ecclesiastico dell’Associazione medici cattolici Italiani di Fidenza dal 2014 al 2021. Dal 2019 si era infine trasferito stabilmente a Busseto dove era collaboratore parrocchiale e, in particolare, si era dedicato alle cure della parrocchia di San Rocco prima e di Samboseto, Roncole Verdi e Semoriva poi, oltre che di quella di Busseto.  Dottore in Sacra Teologia e Cappellano di Sua Santità, era molto amato e stimato in tutta la diocesi dove si è sempre contraddistinto non solo per la fede profonda ma anche per quelle doti di semplicità, umiltà simpatia, intelligenza e saggezza, oltre che di attento teologo, che gli hanno permesso di entrare sempre nel cuore di tutti.  “La scomparsa di don Pier Giacomo – ha commentato il sindaco Stefano Nevicati - ci lascia un grande vuoto. E’ stato un punto di riferimento per la nostra comunità, con il suo modo semplice e sincero di stare accanto alle persone. Lo ricordiamo con affetto e gratitudine per tutto ciò che ha fatto e per l’esempio che ci ha lasciato”. 

Affranto Nicolas Brigati, consigliere comunale ma soprattutto suo amico da sempre: “Don  Pier Giacomo – ha detto – ha rappresentato più di ogni altro quello che vuol dire essere cristiano con i suoi valori di dolcezza, bontà, fermezza, decisione, concretezza, correttezza e perdono , ma soprattutto tanta,m tanta fede. L’esempio vivente di cosa vuol dire essere cristiano”. Ha ricordato, Brigati, come con questa morte si chiuda una “epopea”: quella dei Bolzoni sacerdoti a Busseto, durata oltre mezzo secolo, ma con il legame sempre ben forte e saldo con la terra d’origine, Monticelli d’Ongina.  Il vescovo emerito di Fidenza monsignor Carlo Mazza ha detto: "Durante il mio servizio episcopale, fu un interlocutore intelligente e sapiente. Da acuto conoscitore della realtà della Chiesa di Fidenza, sapeva elaborare e comunicare pareri pacati e veritieri, sempre ispirati da assennato discernimento critico e misericordioso, con un superiore sguardo di benevolenza verso persone e situazioni delicate. Il suo punto di vista rivelava una cultura teologica raffinata e una visione lungimirante delle cose di Chiesa,tanto da suggerire una paziente attesa negli eventi che accadevano, anche intricati, e un essenziale e sostanziale affidamento alla misteriosa provvidenza di Dio che agisce nella storia secondo criteri noti a Lui solo, ma sempre per un fine di salvezza. Mons. Piergiacomo – ha rimarcato - ha servito la Chiesa di Fidenza in diversi incarichi importanti, distinguendosi sempre per prudenza, sincerità e obbedienza ai diversi Vescovi che ha incontrato nel suo ministero. Perciò ho sempre apprezzato in lui sia la schiettezza nel dire, sia la peculiarità dei suoi consigli, sia la buona disposizione della sua coscienza cristallina.

La Chiesa di Fidenza gli è grata per il dono della sua personalità che, dotata di particolari carismi intellettuali e morali, sapeva armonizzare visioni originali e un felice buon umore. A lui sono debitore di una vera amicizia sacerdotale che mi ha arricchito e fortificato, soprattutto in momenti particolarmente delicati del mio episcopato fidentino. A lui vivissima riconoscenza e la mia fervida preghiera di suffragio”. Don Luigi Guglielmoni, parroco di Busseto, ha definito don Pier Giacomo “un fine teologo, che ha insegnato in vari seminari, senza mai perdere il contatto con la realtà pastorale. Ha rivestito molteplici incarichi in diocesi, predicatore di ritiri spirituali, confessore di tanti fedeli. Molte studentesse dell’Istituto Canossa di Fidenza lo venivano ancora a trovare dopo anni che l’avevano avuto come docente. Persona buona e accogliente, umile e profonda, si è fatto voler bene nelle varie parrocchie dove ha prestato servizio”. Tra i due sacerdoti c’era una grande intesa ed una costante collaborazione e “anche la malattia – ha detto il parroco – è stata vissuta sempre nella casa parrocchiale, con la grande dedizione di Elisabetta Lorena Sutti e di altre generose volontarie”.

“La nostra gratitudine è immensa - ha detto un giovane con la vita ci ha trasmesso l’umiltà, la mitezza, l’umanità e molti altri valori ma soprattutto ci hai donato il valore più elevato: Gesù Cristo. Ogni giorno ce lo hai donato nella Santa Eucaristia durante quella messa che era raccolta, ma mai chiusa, breve ma sempre curata; le tue brevissime omelie erano sempre intense, trattando pochi aspetti riuscivi a parlare a tutti e di tutte le cose importanti. Dal tuo modo di spiegare la Parola di Dio si capiva subito che tu la mettevi in pratica e perciò, pur nella vecchiaia eri sempre felice, da te traspariva un immenso attaccamento alla vita, vissuta come dono. Senza di te ci viene a mancare un punto di riferimento, un pastore che per Cristo ha speso la vita donandola alla Chiesa e a noi fedeli. Per tutto questo siamo grati al Signore che ci ha dato la grazia di conoscerti e siamo immensamente riconoscenti a te che a Lui hai detto il tuo sì". Un altro amico di sempre, Roberto,  lo ha definito “un sacerdote di notevole spessore interiore, maturato attraverso la meditazione spirituale e lo studio approfondito che hanno arricchito la tua sensibilità e capacità musicali portatori di una gioia che si sprigionava in un sorriso sempre accogliente, con una seria fedeltà alla diocesi e alla Chiesa.

Una eccellenza anche culturalmente espressa anche in altri lidi come quello dell’esperienza romana all’università. Infine i parrocchiani di Semoriva e Roncole Verdi, gli ultimi centri in cui ha svolto il suo ministero (senza dimenticare, in precedenza, San Rocco ) hanno scritto:  "Siamo qui oggi con l’animo triste perché non avremmo mai voluto lasciarti andare ma con la certezza  che hai raggiunto la Casa del Padre : là dove ti avranno accolto Don Stefano e Don Tarcisio ricomponendo  così l’indimenticabile trio Bolzoni!  In questi ultimi tempi , la domenica, arrivavi ed entravi nella chiesa di Semoriva con passo molto rallentato ma sempre con il viso sorridente e  procedevi per la navata della chiesa,  verso l’altare,  salutandoci e guardandoci: dalle omelie si capiva che ti stavi preparando al lungo viaggio e forse volevi preparare anche noi. Tu ci conoscevi uno ad uno, di ognuno individuavi il talento e lo invitavi a metterlo al servizio della comunità, a mettersi in gioco facendoci crescere nella fede: così siamo, pian piano, diventati  comunità, pur piccola, pur imperfetta, ma uniti in Cristo. La messa domenicale, la via crucis del venerdì sera  in tempo di quaresima, il rosario itinerante nelle maestà il mese di maggio: sono state occasioni importanti per ascoltare i tuoi insegnamenti: ci valorizzavi ma anche,quando necessario, amabilmente ci riprendevi, tolleravi il nostro campanilismo parrocchiale ma non mancavi di indicarci  l’importanza dell’appartenenza alla Chiesa tutta insieme a te , che ci indicavi la via,  abbiamo camminato.

Certo Don Giacomo per quanto riguarda il canto in chiesa lì proprio non abbiamo fatto grandi progressi, sarà necessario un grande miracolo, ma siamo certi che tu da lassù continuerai a seguirci. Caro Don Pier Giacomo tu ci hai voluto bene così con i nostri pregi e i nostri difetti, facendoci sentire preziosi Cristiani:  Quelli della  Chiesa più bella del mondo”.

Ora i tre fratelli Bolzoni, sacerdoti, sono di nuovo insieme,parti integranti del presbiterio celeste. La veglia funebre è fissata oggi, lunedì 2 dicembre alle 20.30 in collegiata a Busseto dove martedì 3, alle 15, si terranno i funerali.

Eremita del Po

Paolo Panni


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