Si studia l'ex chiesa di San Francesco (nel vecchio ospedale). Indagini diagnostiche in corso da parte dell'Università di Venezia con il finanziamento del Ministero della Cultura
Per azione della Sovrintendenza di Cremona, Mantova e Lodi, si studia l'ex chiesa di San Francesco, un ambiente storico delicato e importante prima di dar vita a un eventuale cantiere di recupero.
Una premessa si rende necessaria onde evitare il diffondersi di opinioni false. Nessun giudizio storico-culturale che interessi un edificio cui mettere mano per un intervento di restauro-conservativo, nessun progetto, né tanto meno nessun intervento può essere ipotizzato se prima non vengono affrontati seri studi conoscitivi che consentano indagini diagnostiche sulla struttura.
Per intenderci: nessuno si sottoporrebbe ad un intervento chirurgico, ma neppure ad una cura se prima non fosse stato sottoposto ai dovuti esami che comprovino le patologie in atto.
Analogamente, accade ad un edificio. Le indagine diagnostiche costituiscono una prima necessaria conoscenza sulle effettive condizioni dell’architettura che deve essere predisposta ad una cura adeguata.
C’è di più. Una tale conoscenza comporta il riconoscimento delle stratificazioni storiche e consente di tenere in giusta considerazione ogni intervento che si è sedimentato nel tempo sull’edificio. Si tratta di quell’atteggiamento proprio degli studiosi di archeologia che sanno, attraverso opportune e comprovate indagini, riconoscere tempi e modifiche di cui sono stati oggetto non solo i siti, ma anche gli edifici.
Già da tempo il mondo della cultura si è attivato per approfondire lo studio su una delle fabbriche più interessanti della città. La Società Storica Cremonese, con il ciclo di incontri “Ospedale che fare”, richiamando la mostra omonima del 1970 (Massimo Terzi et. al); L’Università di Pavia con le ricerche sulle architetture dei frati minori in Lombardia (Filippo Gemelli), coinvolta a seguire nell’accordo di partenariato per le ricerche sullo studio del compendio di San Francesco.
Come ultimo e fondante tassello di questo percorso, il Ministero della Cultura su iniziativa della Soprintendenza di Cremona, Mantova e Lodi (Responsabile unico del progetto arch. Laura Balboni) sta finanziando una estesa campagna di indagini diagnostiche sul prezioso e fragile complesso della ex Chiesa di San Francesco (146.000 euro) al preciso scopo di approfondire lo stato di conoscenza dell’edificio. Il finanziamento è stato erogato e, una volta proceduto alle dovute pratiche, l’Università I.U.A.V. di Venezia è risultata vincitrice dell’incarico. Ciò consentirà di pervenire a studi approfonditi che riguardano rilievi geometrici, materici e delle tecniche di costruzione, delle forme di alterazione e degrado, del quadro fessurativo e deformativo, delle strutture lignee di copertura che da tempo hanno manifestato situazioni di estrema fragilità. Inoltre, saranno oggetto di studio l’individuazione delle numerose fasi di costruzione e trasformazione della fabbrica che hanno portato alla configurazione attuale della chiesa, e che consentiranno di raccontare le tante storie celate all’interno degli antichi muri, prima chiesa poi ospedale.
Si tratta di scelte non solo strutturali, ma che hanno caratterizzato un nuovo utilizzo.
Una articolata raccolta di dati e informazioni che permetteranno di affinare e precisare il progetto di recupero del bene che il comune di Cremona ha in corso.
E’ importante sottolineare come il finanziamento ministeriale, che rientra all’interno del fondo per la “Programmazione dei lavori pubblici 2024-2026” sia stato richiesto dalla Soprintendenza di Mantova per una proprietà del Comune di Cremona.
Da parte nostra, come cittadini, è doveroso esprimere un grazie a chi in silenzio, ha lavorato per salvaguardare un bene prezioso della nostra Città.
Nelle foto l'ex Chiesa di San Francesco. Viste dei vani interni con le permanenze delle antiche funzioni della chiesa (in alto) e ospedale (in basso)
Il gruppo di lavoro della Università IUAV di Venezia con i referenti della Soprintendenza ABAP di Cremona, Mantova e Lodi e del Comune di Cremona
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commenti
Anna l. Maramotti Politi
14 novembre 2025 11:31
La presenza della Soprintendenza assicura che un bene non venga deturpato da interventi incongrui. Le competenze dei funzionari costituiscono un baluardo necessario per salvaguardare quanto ci perviene dal nostro passato e che identifica la nostra città. Al contempo, danno gli indirizzi per un uso adeguato.
Non credo sia necessario aggiungere altro se non un grazie alla Soprintendenza di Mantova.
Michele de Crecchio
15 novembre 2025 00:25
Ottima notizia! Mi chiedo, di converso, cosa ancora attenda il comune di Cremona, nel frattempo, a mettere in sicurezza la copertura dello storico e monumentale edificio chiudendo, anche eventualmente con protezioni provvisorie, le non poche "falle" che la caratterizzano e che recentemente erano state anche indagate usufruendo delle più moderne attrezzature oggi disponibili. Sono ormai abbastanza vecchio per ricordare come, quando l'edificio, terminata la sua lunga funzione ospedaliera, fu acquistato dal Comune, la prima preoccupazione del competente ufficio tecnico fu proprio quella di "metterne in sicurezza" la copertura. Da allora sono però ormai trascorsi oltre cinquanta anni e solo le coperture delle contigue casette di via Radaelli (peraltro di ben minore interesse storico) hanno potuto godere delle ormai pure indispensabili opere provvisionali di protezione.
Angela
15 novembre 2025 16:17
Grazie a chi ha ricordato la pubblicazione della Società Storica Cremonese che dopo molti anni di oblio ha riportato alla luce degli studi il complesso di San Francesco
Se qualcuno fosse interessato può scrivere a societastorica@gmail.com