Torrione di Santa Croce, il grande dimenticato di Cremona, che non se ne ricorda nemmeno in occasione della festa che rievoca le nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza
Pullman di turisti e visitatori da ogni dove per assistere alla rievocazione storica del matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, andato in scena lo scorso week end in apertura della Festa del Torrone. Eppure nessuno pare accorgersi delle condizioni di degrado in cui versa il Torrione di via Ghinaglia, ultimo baluardo di quello che un tempo fu il possente Castello di Santa Croce, dove i due sposi, Bianca Maria e Francesco, si recarono per il banchetto nuziale dopo aver celebrato il matrimonio nell'antica chiesa dedicata a San Sigismondo.
Ed eccolo lì, quel pezzo di muro abbandonato tra i palazzoni e le strade, come se non si trattasse di un monumento storico di grandissimo pregio, eretto più di 500 anni fa, durante la dominazione francese; oggi quel torrione, ossia i resti del bastione nord, non viene affatto valorizzato come monumento cittadino, resto di quel castello che all'epoca -e parliamo del XIV - XV secolo- era secondo solo al Castello Sforzesco di Milano. Erba che cresce nel fossato che lo affianca e folta vegetazione che emerge dalla sommità, rifiuti abbandonati nei suoi anfratti, la ringhiera che lo circonda usata come porta biciclette: insomma, una situazione ingloriosa per un torrione che invece avrebbe tutto il titolo per essere valorizzato ed entrare nei circuiti turistici cittadini, raccontando del glorioso passato della nostra città.
"Perchè devono essere sempre i cittadini a segnalare? E' impossibile programmare una regolare manutenzione periodica?" lamentano alcuni cremonesi che non si capacitano di come un monumento di questa importanza venga lasciato a sè stesso e non inserito nei circuiti turistici di Cremona.
Lo scorso ottobre, per la precisione il 24 ottobre, era stato presentato alla Bottega del Gusto di Corso Matteotti un torrone speciale che prende proprio il nome dall'antico castello, Santa Croce appunto, con il chiaro intento di dare una spinta alla valorizzazione di questo monumento lasciato oggi a sè stesso. E chissà che il prossimo anno, in occasione dell'edizione 2026 della Festa del Torrone, non ci sia qualche novità per il bastione nord, magari una progettualità concreta che permetta di non parlarne più solo in termini di "rovine", ma che permetta di iniziare finalmente a rivautarlo nella catergioa dei "monumenti".
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