Un'agenzia immobiliare nei locali dell'ex Bar Saturno di Porta Romana. In centro sempre meno commercio e sempre più servizi: agenzie, barbieri, sportelli. E supermercati
Sembra sempre più rivolta ai servizi l'offerta delle vetrine cremonesi, sia nel centro che nelle zone di prossimità. Così capita sempre più spesso che dove fino a poco tempo prima si trovava un negozio di abbigliamento, di calzature o un bar, ora al suo posto spunti un'agenzia immobiliare, uno sportello rivolto a qualche servizio o un salone di parrucchiera o onicotecnica. In questo modo il commercio locale che per anni ha caratterizzato il centro e le vie dello shopping cremonesi con negozi dai nomi storici e caratteristici, sta pian piano sparendo ed al suo posto stanno prendendo piede sempre più i servizi e le catene di franchising. Non è una novitaà del resto, lo dicono anche i dati della Camera di Commercio, che da tempo ormai segnala come le attività economiche della provincia di Cremona siano quasi tutte in contrazione ad esclusione delle attività finanziarie e assicurative e dei servizi, sia nel comparto industriale che soprattutto nell'artigianato.
Un ultimo esempio proprio di questi giorni lo troviamo in Corso Vacchelli, angolo Porta Romana, dove sulle vetrine dello storico ed ormai ex Bar Saturno, chiuso lo scorso novembre, ora compaiono i cartelloni che indicano la prossima apertura di una sede di Tecno Rete per chi avesse necessità di vendere, acquistare o valutare una casa o un immobile. A breve dunque aprirà il secondo sportello cremonese di Tecno Rete, dopo quello di via Ghinaglia ed andando ad arricchire il già folto numero di agenzie e sportelli immobiliari di Cremona.
Ma nonostante questa nuova apertura, restano comunque davvero molte le vetrine ancora spente sui principali corsi e strade del centro, da Corso Vacchelli a Corso XX Settembre, da Corso Garibaldi a Corso Matteotti e Mazzini, spingendosi fin nel cuore storico di via Mercatello. E non che nelle periferie vada meglio, come ad esempio la morìa di negozi del quartiere Po e in generale la scomparsa delle edicole dalle strade e dai viali cittadini. Si salvano nei paesi, dove chi sopravvive si ingegna a vendere, oltre ai giornali, anche articoli di cancelleria o ampliare la sua offerta merceologica, andando a supplire alla chiusura dei negozi di prossimità che nella provincia sono ormai merce rara.
Al contrario, si parla di aperture sempre più diffuse di nuovi supermercati e market, soprattutto discount o hard discount, che spesso segnano il 'colpo di grazia' al poco commercio locale in sofferenza: chiudono le attività perchè non c'è continuità con le nuove generazioni, che preferiscono fare altro piuttosto che prendersi sulle spalle l'incombenza di un lavoro impegnativo ed ormai poco remunerativo.
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