Un dolente canto d'amore di allodole e usignoli per l'anteprima del Monteverdi Festival
Oggi è il compleanno di Claudio Monteverdi (nato a Cremona il 9 maggio 1567) e attendendo il Monteverdi Festival, il musicologo Roberto Fiorentini presenta l'anteprima.
Un dolente canto d’amore lungo secoli: uguale a sé stesso. Immagini che scivolano in versi poetici, senza soluzione di continuità. Che si riflettono come uno specchio e trafiggono le infinite stagioni della vita terrena. Dove l’amante, al richiamo di allodole e usignoli, ricorda quell’amore e quella donna che tanto gli provoca un immenso dolore.
Tutto si riversa in parole musicate e diventa un canto che dà il titolo al primo concerto del Monteverdi Festival: Madrigali allo specchio: sabato 31 maggio, Sala dei Fiumi, Palazzo Ducale di Mantova (ore 18 e ore 21); domenica 1° giugno, Auditorium Manenti - Chiesa di San Bernardino, Crema (ore 18).
In programma, nella sala dove fu probabilmente eseguito per la prima volta l’Orfeo, il madrigale (per 2 tenori e basso continuo) di Claudio Monteverdi : Mentre vaga angioletta tratto dall’Ottavo Libro de Madrigali guerrieri et amorosi (Venezia 1638). Il testo, del poeta Giovan Battista Guarini, trasfigura il canto d’amore umano nel canto celestiale di un usignolo: Così cantando e ricantando, il core / O miracol d'amore / È fatto un usignolo, E spiega già per non star mesto il volo. Non solo. Il poeta usa l’artificio di chiamare la donna che canta d’amore Angioletta: termine che, anticamente. aveva anche il significato di piccola allodola.
Già nel XII secolo, un altro grande poeta, il trovatore francese Bernart de Ventadorn, aveva scritto: Se l’allodola lieta vedo; composizione che anticipava proprio l’immagine dell’allodola come ispiratrice dei tormenti d’amore: Se l’allodola lieta vedo/ muovere l’ali incontro al sole/ In dolce oblio, a invidia cedo/ grande verso colui che suole/ goder le gioie dell’amore. Ed altro senso ancor mi piglia/ In fondo all’anelante cuore/ quasi una viva meraviglia.
Come si vede un’immagine che transita dalla lirica trobadorica fin dentro la poesia barocca, attraversando addirittura cinque secoli di letteratura. E quest’immagine è così cara a Monteverdi che tornerà in un'altra grande composizione sempre dell’Ottavo Libro: Vago augelletto che cantando vai (per 2 soprani, contralto, 2 tenori, basso, 2 violini, contrabbasso, basso continuo). Il compositore cremonese metterà in musica direttamente le medesime parole di Francesco Petrarca e del suo Canzoniere; laddove il poeta aretino racconta della triste vita di un vago augeletto che piange per il dolore per la cattiva stagione. Quasi lo stesso dolore d’amore del poeta per la morte della sua donna di sempre: Laura. Una compassione sentimentale che spinge lo stesso Petrarca compenetrarsi con il dolore inteso e crudele del piccolo animale, comprendendone così la sua immensa disperazione.
Il programma del concerto prevede, sempre di Claudio Monteverdi, Si dolce’l tormento, E così a poco a poco (solo a Crema) e altri Canti di Marte. Di Alessandro Stradella la Sinfonia in re minore, la Sinfonia in la minore e la composizione vocale: Piangete occhi dolenti. Di Biagio Marini : Tirinto mio, Crudel tu vuoi partire e la Sinfonia quinta.
Nella sala dei Fiumi mantovana e nell’Auditorium cremasco saranno protagonisti: Antonio Greco, direttore al cembalo e I Solisti e l’Orchestra Monteverdi Festival – Cremona antiqua in collaborazione con Trame Sonore /Chamber Music Festival Mantova e con l’Associazione Musicale Giovanni Bottesini a Crema.
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