8 maggio 2025

Nuovo Papa Leone XIV: la gioia del Vescovo e il ricordo dell’incontro durante la Visita ad limina

Robert Francis Prevost è il 267esimo Papa. Il primo Pontefice americano, eletto al quarto scrutinio, ha scelto il nome di Leone XIV. Il cardinale è nato 69 anni fa a Chicago ma è anche cittadino del Perù. Prevost, infatti, ha acquisito la doppia cittadinanza nel 2015 dopo aver trascorso la maggior parte della sua vita come missionario in Perù. Dal 2015 al 2023 è stato vescovo di Chiclayo, città nel nord-ovest del Paese andino.

La notizia della fumata bianca il vescovo Napolioni l’ha avuta mentre era in Seminario, a Cremona, per una riunione con i formatori. Quindi insieme anche ai seminaristi, informalmente, emozionati, l’attesa del nome e delle prime parole del nuovo Papa.

«La gioia è stata immersa: – racconta a caldo monsignor Napolioni la gioia della fede, la gioia della comunione ecclesiale, la gioia che nasce da questo bisogno di speranza che c’è nel mondo. Avere il segnale di una Chiesa unita, che senza troppe problematiche e discussioni ci ha regalato subito un nuovo successore di Pietro e di tutti i Papi che in questi ultimi decenni hanno segnato la nostra storia, ci riempie di consolazione».

Monsignor Napolioni aveva avuto modo di incontrare personalmente il cardinale Robert Francis Prevost quale prefetto del Dicastero per i vescovi il 30 gennaio 2024 in occasione della Visita ad limina dei vescovi lombardi.

«Lui era il riferimento dei vescovi nel mondo, conosciuto, anche se aveva assunto da poco questo nuovo servizio. Ci fece subito una bella impressione la sua capacità di ascolto e di intesa sull’essenziale. E anche stasera abbiamo avuto tutti i sentori della sua umanità, della sua fede, delle parole chiave che con semplicità ha messo dentro il suo messaggio iniziale: quelle della pace, quelle della Chiesa che accoglie tutti, quelle della missione ma, soprattutto, quelle della fedeltà al Signore che è vivo e presente tra noi. Quindi anch’io sono disponibile e contento di poter vivere il resto del Giubileo e la vita che abbiamo davanti in comunione con colui che la Provvidenza ci ha donato, con tutti gli altri fratelli vescovi e con il popolo di Dio in questa Chiesa che, come lui stesso ha ripetuto, è una Chiesa sinodale: non per slogan, ma per fedeltà al mandato del Signore e ai segni dei tempi».

 

 


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