Un'eredità che vibra tra le corde: Open Class di Midori per Sofia Catalano all'Accademia Stauffer
Cremona, la città che più di ogni altra respira liuteria e memoria musicale, ha accolto un appuntamento di grande valore culturale. Venerdì 26 settembre 2025, alle ore 19, il Palazzo Stauffer si è trasformato in un palcoscenico privilegiato per un incontro ravvicinato con Midori, violinista giapponese dalla carriera folgorante, capace da oltre quarant’anni di incantare il pubblico con un’arte visionaria, limpida e al tempo stesso inquieta, sempre tesa a creare connessioni profonde con l’esperienza umana.
L’occasione è stata un’Open Class organizzata dall’Accademia Stauffer in collaborazione con Cremona Musica, in occasione del conferimento del Cremona Musica Award a Midori per la Categoria Performance. Un riconoscimento che ha suggellato un percorso unico: dal debutto con la New York Philharmonic a soli 11 anni, alle collaborazioni con Leonard Bernstein, Yo-Yo Ma e le più grandi orchestre internazionali, fino al recente incarico come direttrice artistica del programma di pianoforte e archi del Ravinia Steans Music Institute.
A ricevere i preziosi consigli della star del violino è stata Sofia Catalano, promessa emergente del panorama musicale, allieva del maestro Salvatore Accardo e studente del Liceo musicale “A. Stradivari” di Cremona, accompagnata per l’occasione dalla pianista Monica Cattarossi. Sofia, violinista siculo-polacca, è la discendente di una delle penne più luminose del Novecento italiano: Leonardo Sciascia. Della scrittura incisiva e implacabile del bisnonno, questa ragazza sembra aver ereditato la capacità di scavare, di andare a fondo: non con le parole, ma con l’arco. Ogni suo gesto sul violino ha restituito la stessa lucidità e passione civile che Sciascia riversava nella pagina, trasformando l’interpretazione in un atto di verità.
Il programma scelto da Midori per la masterclass si è rivelato perfetto per mettere a nudo il carattere impetuoso e il brillante virtuosismo dell’allieva: la vertiginosa Carmen Fantasy di Pablo de Sarasate e la scoppiettante Polonaise op. 4 di Henryk Wieniawski. Pagine ardite, che la giovane violinista ha affrontato come in un rito iniziatico, sotto lo sguardo attento e affettuoso della maestra giapponese. Midori si è prodigata in preziosi consigli, soprattutto nell’ambito dell’attenzione al fraseggio e delle articolazioni melodiche, oltre che della ricerca di timbri diversificati nell’enunciazione delle frasi, con l’obiettivo di mettere in risalto ogni sfumatura di queste partiture così amate dal grande pubblico. Gli spettatori hanno percepito, nelle mani e nella voce del violino di Sofia, una promessa per un futuro radioso, un’eredità di talento e visione che unisce due mondi: quello della letteratura, che ha trovato nella parola la sua arma più tagliente, e quello della musica, che oggi vibra attraverso il legno e le corde di un violino.
A Cremona, città di maestri e di botteghe liutarie, la lezione di Midori e l’ascolto di questa giovane interprete hanno regalato un incontro tra generazioni e linguaggi, un passaggio di testimone che ha restituito al pubblico non solo musica, ma la dimostrazione del dono ineguagliabile che ci viene fatto quando arte e vita si incontrano nel risuonare di pagine immortali.
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