4 ottobre 2023

Ecco cosa visitare per le giornate Fai d'autunno (14-15 ottobre): palazzo Manna, la Loggia dei Militi, palazzo Zucchi Falcina e Il Monastero della Visitazione

Il weekend del 14 e 15 ottobre 2023 tornano le Giornate FAI di Autunno per raccontare alcuni luoghi poco noti ma di grande importanza storico-artistica sia a Cremona che in provincia. Si tratta di un’edizione con tante novità e prevalentemente incentrata sull’apertura di luoghi normalmente inaccessibili al grande pubblico per ragioni differenti. A Cremona apriranno per la prima volta la Loggia dei Militi, nel cuore del centro cittadino, e, dopo il recente restauro, Palazzo Manna, dove si potranno ammirare un ambiente che custodisce una preziosa e rara sequenza di tavolette lignee quattrocentesche e un appartamento in cui, oltre al ritrovamento di un elegante affresco settecentesco attribuito a Giovan Angelo Borroni, si potrà apprezzare la raffinata collezione artistica della proprietà. In provincia di Cremona i riflettori sono puntati sul comune di Soresina, con l’apertura di Palazzo Zucchi Falcina insieme al Teatro Sociale e del normalmente inaccessibile Monastero della Visitazione di Santa Maria. 

Ad eccezione di Palazzo Manna, la cui apertura è riservata agli iscritti al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e che prevede la registrazione dei partecipanti prima dell’ingresso al palazzo, l’accesso a tutte le aperture non prevede limitazioni e avviene senza prenotazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo di partecipazione a partire da € 3,00 e la possibilità di iscriversi al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano con una riduzione di € 10,00 su tutte le quote, in modo da supportare la Fondazione nella gestione e nell’apertura al pubblico dei suoi beni. 

Le Giornate FAI di Autunno, infatti, sono la manifestazione di punta del FAI e sono finalizzate a stimolare la collettività alla conoscenza del patrimonio culturale italiano (e della sua fragilità) e, attraverso la raccolta fondi, a chiedere il supporto di tutti in modo da proseguire la costante attività di tutela e valorizzazione che, dal 1975, ha consentito alla Fondazione di sottrarre al degrado luoghi importantissimi come il Giardino della Kolymbethra ad Agrigento o il Bosco di San Francesco ad Assisi, consentendone la pubblica fruizione.

INFORMAZIONI e ORARI DI APERTURA 

PALAZZO MANNA - Accesso riservato agli iscritti al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano 

Cremona, via dei Tribunali, 8

SABATO e DOMENICA: h 10:00-18:00 (ultimo ingresso h 17:40)

Le visite hanno una durata di 30/40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

L’accesso a Palazzo Manna è riservato agli iscritti al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano (Possibilità di iscriversi in loco). Prima della visita ci sarà la registrazione dei partecipanti. Non è prevista la prenotazione.

LOGGIA DEI MILITI

Cremona, Piazza S. Antonio Maria Zaccaria, 6

SAB: h 10:00-18:00 (ultimo ingresso h 17:40) – DOM: h 14:00-18:00 (ultimo ingresso h 17:40)

Le visite hanno una durata di 25 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

Si ricorda che la domenica in seguito alla manifestazione “Maratonina”, la Loggia apre alle ore 14:00

PALAZZO ZUCCHI FALCINA E TEATRO SOCIALE

Soresina (CR), via Giuseppe Verdi, 23 / via Zucchi Falcina, 1 

SABATO e DOMENICA: h 10:00-18:00 (ultimo ingresso h 17:40)

Le visite hanno una durata di 30/40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

MONASTERO DELLA VISITAZIONE DI SANTA MARIA 

Soresina (CR), via F. Cairoli, 1

SAB: h 10:00-18:00 (ultimo ingresso h 17:30) - DOM: h 13:30-18:00 (ultimo ingresso h 17:30)

Le visite hanno una durata di 30 minuti circa con partenza ogni 30 minuti il sabato e ogni 20 minuti la domenica.

Si ringraziano

Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Comune di Soresina, Diocesi di Cremona, Monastero della Visitazione di Soresina, Parrocchia di S. Siro di Soresina, Fondazione Benefattori Soresinesi, Teatro Sociale di Soresina, Protezione civile, Ente Nazionale Sordi - sezione provinciale di Cremona, I.I.S. "Luigi Einaudi" di Cremona

Per qualsiasi informazione scrivere a cremona@delegazionefai.fondoambiente.it.

BREVI INFORMAZIONI STORICHE SULLE APERTURE

PALAZZO MANNA, Cremona

Palazzo Manna si trova a Cremona, all'incrocio tra via Manna e via dei Tribunali, a poca distanza dal Teatro “A. Ponchielli” e dalla chiesa di S. Lucia. L'area in cui sorge il palazzo ha da sempre costituito sede privilegiata di insediamenti romani, in particolare di ville che dispiegavano i propri giardini sui terrazzamenti (in parte ancora percepibili nei lievi dislivelli) del fiume Po che qui scorreva. Oggi l'edificio rientra appieno nel centro storico cittadino, in un'area che la pianta di Antonio Campi (1582) rappresenta come consolidata.

L'assetto attuale di palazzo Manna è la risultanza di una serie di interventi architettonici successivi stratificatisi nel tempo, documentati a partire dalla fine del XVI secolo, che hanno trasformato diversi fabbricati contigui di origine medievale e rinascimentale in un grande edificio nobiliare. I lavori effettuati tra XVIII e XIX secolo hanno completamente mutato l'assetto del piano nobile e il prospetto sull'attuale corso Vittorio Emanuele, mentre il volume massiccio e i laterizi a vista degli affacci sulle altre vie sono testimonianza delle modifiche seicentesche apportate per volontà dei Manna, a quell'epoca proprietari del complesso.

Verso via Tribunali e via Manna l'esterno dell'edificio presenta una muratura di laterizio a vista in cui si riconoscono caratteri codificati nel XVII secolo dall'architetto cremonese Alessandro Capra. Il fronte verso corso Vittorio Emanuele è la risultanza della riforma ottocentesca iniziata su progetto di Luigi Voghera e conclusa più tardi da Vincenzo Marchetti. L'apparato decorativo racconta la lunga storia dell'immobile. In un ambiente del cortile, i fregi parietali e il soffitto a tavolette policrome con animali e stemmi di pertinenza della famiglia Pescaroli, sono testimonianza dell'antica abitazione rinascimentale inglobata nel XVI secolo nel complesso voluto dai Manna. Di grande rilievo è l’appartamento del piano nobile dove si ritrovano interventi pittorici di Giovan Angelo Borroni, Giuseppe Manfredini e Giuseppe Diotti. 

L'apertura durante le Giornate FAI permette di seguire l'evoluzione storica del palazzo e la sua stratificazione architettonica dal XV al XIX secolo. La visita parte dal loggiato d'ingresso e, attraverso lo scalone, continua al primo piano nel settecentesco appartamento nobiliare, dove i recenti restauri hanno riportato alla luce un brano pittorico assegnato a Giovan Angelo Borroni e restituito leggibilità alle decorazioni di Giuseppe Diotti e Giuseppe Manfredini. Per la prima volta dalla sua riscoperta avvenuta nell'autunno 2017 è anche visitabile un ambiente quattrocentesco affacciato sul cortile che ancora conserva le decorazioni originali con fregi parietali e un soffitto a tavolette policrome.

LOGGIA DEI MILITI, Cremona

La Loggia dei Militi è uno degli edifici principali che si affacciano sulla Piazza del Comune nel cuore del centro storico di Cremona. Nonostante le numerose trasformazioni e i cambi d'uso, insieme al Palazzo Comunale e a Palazzo Cittanova, rappresenta ancora oggi una delle testimonianze più significative dell'architettura duecentesca cremonese non religiosa.

Come ricorda l'iscrizione in facciata, l'edificio fu costruito nel 1292 e destinato alle riunioni dei “milites” cittadini, ovvero coloro che prestavano servizio al comune a cavallo. A partire dalla metà del ‘500 vi si insediò il Collegio dei Giureconsulti che vi rimase sino agli inizi dell'800, quando i locali furono destinati dal Comune a scuola femminile. Nel 1870 l'edificio fu ceduto al Consorzio Argini e Dugali che incaricò l'architetto Marchetti di una profonda riforma nei locali interni, lasciando integro l'esterno. Il porticato ospita dal 1962 il gruppo scultoreo raffigurante Ercole che regge lo stemma di Cremona, proveniente da Porta Margherita demolita nel 1910. Il complesso ospita attualmente alcuni uffici del Comune di Cremona.

La struttura è considerata ancora oggi uno dei più significativi monumenti civili del Medioevo lombardo e, nel suo aspetto esteriore, richiama i principali broletti costruiti nel corso del Duecento. Un tempo aperta su tutti i lati, il registro inferiore è caratterizzato da uno spazio aperto con arcate a sesto acuto, sormontate dalla lapide con la data di fondazione della loggia e da tre trifore, che danno luce al grande salone del piano nobile. Sotto il tetto, ornato da merlatura a spioventi, corre una fascia di archetti ciechi che ripropone lo stesso motivo della fascia che delimita il piano delle finestre. Sotto il porticato è collocato il gruppo scultoreo con Ercole che regge lo stemma della città, di cui non si conosce l'autore e che fu eseguito in un periodo incerto tra ‘600 e ‘700, come indicato dalle fonti storiche locali. Lungo la scala di accesso al primo piano e nel salone sono collocati alcuni gessi di originali scultorei custoditi presso i depositi dei musei civici di Cremona.

In occasione delle Giornate FAI sarà possibile accedere per la prima volta al grande salone della Loggia dei Militi posto al piano nobile, da cui si può godere di un'insolita visita sulla Piazza del Comune e sulla facciata della Cattedrale. Oltre a ciò l'apertura consentirà di conoscere la storia dell'edificio, delle sue trasformazioni e delle istituzioni cittadine che vi sono state ospitate nel corso dei secoli.

PALAZZO ZUCCHI FALCINA E TEATRO SOCIALE, Soresina (CR)

Il Teatro Sociale ed il contiguo Palazzo Zucchi Falcina di Soresina rappresentano due importanti testimonianze, espressione della vivacità culturale e della beneficenza cittadina. Oggi Soresina è uno dei centri abitati più popolosi del cremonese, si colloca nella parte superiore della provincia, in posizione pressoché baricentrica tra le città di Cremona e Crema. I due edifici, contigui tra loro, si trovano in pieno centro, alle spalle della centralissima piazza Garibaldi e via Genala. Nel XVI secolo la città di Soresina viene inclusa nel marchesato appannaggio di alcune delle più importanti famiglie cremonesi, tra cui i Barbò, che acquistano nel 1572 il palazzo detto “di Santa Croce”. La residenza, in progressivo declino, è documentata nel XIX secolo, quando l'edificio è ceduto ad Antonio Zucchi (di estrazione borghese e tra i principali imprenditori nell'industria manifatturiera) e fino al 1907, quando è ridotta a ricovero di mendicità. Grazie al lungimirante investimento di alcuni esponenti della borghesia locale, in una proprietà contigua al palazzo, è fondata la Società per la costruzione del Teatro Sociale, inaugurato nel 1840 ed ancora oggi in piena attività.

Entrambi gli edifici contribuiscono a caratterizzare la scena urbana soresinese, imponendosi con il loro notevole sviluppo in fregio alla strada. Con la destinazione a ricovero di mendicità il palazzo è riformato e ampliato, fino a raggiungere la facies attuale, scandita da una partitura regolare e simmetrica rispetto ad un frontone centrale in pietra artificiale su cui si apre l'ingresso. Il recente restauro ha portato in evidenza le diverse stratificazioni e le finiture architettoniche, il finto bugnato, una partitura di lesene, l'intonaco graffito. All'interno della corte principale, il portico ospita i busti e le lapidi con i nomi dei benefattori che hanno finanziato il ricovero, alcuni dei quali figurano anche tra i fondatori del Teatro Sociale. Quest'ultimo, edificato su progetto di Carlo Visioli con impianto della sala a “ferro di cavallo” e tre ordini di palchi, suscitò un aspro dibattito proprio per le scelte formali adottate dall'architetto cremonese.

In occasione delle Giornate FAI si potrà accedere agli spazi non comunemente accessibili di queste strutture. Per quanto riguarda il palazzo la visita permette di accedere a diversi locali che testimoniano le diverse fasi costruttive: lo scalone, che mantiene i caratteri propri delle residenze nobiliari cremonesi, ed i locali di rappresentanza del piano superiore, in cui coesistono cicli decorativi del palazzo nobiliare e le decorazioni aggiunte ad inizio Novecento, in seguito alla destinazione a cappella del ricovero di mendicità. Nel teatro, la visita riguarda gli ambienti del foyer, della platea, dei palchi, oltre ad un percorso negli ambienti normalmente riservati agli artisti e negli spazi del palcoscenico, offrendo al visitatore un punto di vista inedito.

MONASTERO DELLA VISITAZIONE DI SANTA MARIA, Soresina (CR)

Pienamente inglobato nel tessuto storico di Soresina, centro abitato che si sviluppa in posizione pressoché baricentrica tra le città di Cremona e Crema, si colloca il Monastero della Visitazione Santa Maria, la cui area di pertinenza si situa nel tessuto urbano in un ampio lotto e la cui facies si impone sulla scena urbana.

Le fonti riportano che nel 1811, nell'ambito delle soppressioni napoleoniche, suor Maria Gaetana Ferrari, priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara, insieme ad alcune consorelle non volle rinunciare all'osservanza religiosa che l'imperatore francese intendeva impedire. La sua perseveranza fu ricompensata e nel 1816 fu nelle condizioni di ottenere la riapertura del monastero, dedicato alla Visitazione di Maria. Fondato grazie al supporto e alla guida di suore provenienti dal monastero della Visitazione di Alzano Lombardo, il monastero soresinese mantiene ancora oggi, dopo oltre due secoli, la regola di piena clausura.

Tra i monasteri claustrali ancora attivi nella diocesi di Cremona, il Monastero della Visitazione Santa Maria di Soresina si caratterizza per l'estesa fronte che si sviluppa lungo via Cairoli, dall'impaginato sobrio e di stampo ottocentesco. La facciata della chiesa, il cui fronte risulta scandito da due coppie di lesene appoggiate su basi quadrangolari che inquadrano le aperture, emerge sui corpi laterali: l'ingresso è sovrastato da un rosone circolare, tra le due aperture una decorazione a rilievo rappresenta un cuore sacro circondato da una corona di spine. Completa la facciata la trabeazione con l'iscrizione “Sanctae Mariae Hospitae” ed il timpano. La parte pubblica della chiesa, ad una sola navata è impreziosita dalla volta decorata a stucco ed è separata dalla chiesa interiore riservata alle suore da una grata. L'aula interna, in cui si trova il coro, è voltata, seppur priva di decorazioni, in linea con i caratteri costruttivi tradizionali delle chiese monastiche. Il complesso è completato dal chiostro porticato al cui intorno si sviluppano gli spazi comuni quale il refettorio, il parlatorio, diverse cappelle, l'aula capitolare, gli ambienti di servizio e le semplici celle.

In occasione delle Giornate FAI consente la visita anche agli ambienti inaccessibili al pubblico, con la possibilità di conoscere la realtà e i ritmi della vita di clausura: a partire dalla chiesa sarà possibile visitare gli spazi del parlatorio, del chiostro, del coro comunicante con la chiesa, la sala capitolare e infine la tipologia di cella monacale. 


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