27 marzo 2022

Il Sovrintendente Barucca al Rotary Club di Crema: "Tutela del patrimonio culturale e catalogazione"

 

Il Rotary Club Crema ha avuto l’onore di ospitare come illustri relatori il Dott. Gabriele Barucca - Soprintendente ABAP (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) per le province di Cremona, Lodi e Mantova - che ha intrattenuto i soci sul tema: “Il ruolo delle nuove Soprintendenze uniche dopo la Riforma Franceschini del MiC (Ministero della Cultura): resoconto dei primi cinque anni di attività nel territorio delle province di Cremona, Lodi e Mantova” e il Dott. Filippo Piazza - Funzionario Storico dell’Arte sempre presso la Soprintendenza ABAP per le province di Cremona, Lodi e Mantova - che ha offerto un altrettanto stimolante contributo sulla “catalogazione per la tutela dei beni culturali: un grande conoscitore di passaggio a Crema nel 1875”. 

Il Soprintendente Barucca ha raccontato di come - dopo l’entrata in vigore della Riforma Franceschini - si sia trovato a gestire un ufficio privo di sede e di organico, con due soli collaboratori dei cinquantasei previsti: oggi, fortunatamente, il numero è salito a diciotto. 
Evidente la complessità del lavoro, anche perché “stiamo vivendo una stagione ricca, concitata di investimenti pubblici che pone l’ufficio al centro di una serie di meccanismi autorizzativi, di proposizione e progettuali che esigerebbero un numero ben maggiore di personale. Quindi, una qualche inefficacia e inefficienza, percepita da Enti che si raffrontano con noi, è dovuta a queste criticità magari poco conosciute”.
Per il resto, il giudizio del Soprintendente sulla Riforma è positivo: è cambiata la filosofia dell’azione dello Stato nei confronti dei Beni Culturali. 
Nel 1974 il Ministero - istituito per volontà di Spadolini -  si era organizzato basandosi su una struttura legata a profili disciplinari specifici, per cui l’azione di tutela veniva esercitata da tre uffici: le soprintendenze archeologiche, le soprintendenze ai monumenti, le soprintendenze ai beni artistici e storici. Queste ultime avevano anche il compito di gestire l’enorme patrimonio italiano contenuto nei Musei, la qual cosa ha generato problemi perché le soprintendenze erano senza fondi e senza personale. La Riforma Franceschini - del 2016 - ha condotto alla riunificazione dei compiti di tutela in un unico ufficio (la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio), in cui si discute, ci si confronta, si autorizza su tutti gli aspetti inerenti la conservazione e la tutela. 
Se c’è un anello debole, nella Riforma, risiede nel fatto che, per dar spazio alle autonomie, si è inventato uno specifico apporto del Ministero in tema di valorizzazione e si sono varati i cosiddetti Musei autonomi, creando in ogni Regione le Direzioni Regionali dei Musei, che hanno il compito di raccordarsi con i Comuni, le Province, gli Enti ecclesiastici che gestiscono i Musei: questa distinzione tra ambito di tutela e ambito di valorizzazione ha generato qualche problema. 
La strutturazione in Soprintendenze uniche resta, in ogni caso, il fulcro di un’ottima riforma, a patto che chi le dirige abbia la capacità di creare negli uffici spirito di collaborazione, così che ogni progetto venga discusso da tutte le figure professionali: archeologi, storici dell’arte, architetti, restauratori. Sempre più servono una preparazione polivalente e uno scambio di competenze, anche per coniugare i saperi tecnologici, tecnici, scientifici con quelli umanistici e non avere uno sviluppo parziale. 
Il Dott. Barucca si è detto soddisfatto soprattutto perché ha la fortuna di avere con sé un personale giovane, la cui età media è inferiore ai quarant’anni; ma anche per l’instaurato clima di collaborazione con i Comuni, gli Enti ecclesiastici, i privati. “Occorre aumentare in tutti la consapevolezza che siamo eredi fortunati di un patrimonio plurimillenario straordinario e unico che non possiamo giocarci sulla base di un’idea di progresso disancorato dal passato”. Non sono mancati accenti critici rispetto a riforme della Scuola che hanno generato amministratori e cittadini cui mancano le basi della conoscenza della nostra cultura; e la scuola è oggi più che mai cruciale per trasmettere i fondamenti di tale straordinaria eredità anche a giovani che provengono da altri Paesi. Anche in questa direzione si esercita l’attività del Soprintendente Barucca, attraverso lezioni e conferenze, oltre che orientando l’operato Suo e del personale affidatoGli verso una modalità e una logica sempre meno burocratiche e sempre più collaborative: missione riuscita, come testimoniato coralmente dai professionisti soci del Club.

Altrettanto interessante il contributo del Dott. Filippo Piazza.
La catalogazione dei beni culturali, disciplinata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, rappresenta una fondamentale premessa per l'attività di tutela tradizionalmente affidata alla Soprintendenza. Tale impegno, che nei decenni ha visto una costante implementazione dei dati a seguito di numerose campagne di catalogazione, affonda le radici in un tempo lontano. Già nei decenni successivi all'Unità d'Italia, infatti, alcuni studiosi si impegnarono a realizzare le prime attività di inventariazione dei beni culturali, coinvolgendo anche il territorio di Crema, che nel 1875 fu visitato da un conoscitore di fama europea, Giovanni Morelli. Egli visitò alcune chiese fornendo dettagliati elenchi relativi alle opere d'arte ivi contenute, considerate allora tra le più significative e pertanto individuate come particolarmente importanti per rappresentare il carattere identitario della cultura figurativa cremasca. Dallo studio di questi materiali d'archivio, sinora inediti ma oggetto di prossima pubblicazione, si ricava la straordinaria consapevolezza che già alla fine dell'Ottocento si aveva della necessità di conoscere approfonditamente i beni culturali per poterli salvaguardare”.
I soci hanno avuto chiara evidenza di essere al cospetto di due figure profondamente qualificate e innamorate dei nostri beni culturali, della nostra cultura, in definitiva del nostro Paese e della Sua Storia.


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