Trent'anni fa moriva il Nobel per la Letteratura Elias Canetti. Quelle sue passeggiate in corso Campi
Trent'anni fa, il 14 agosto 1994 moriva Elias Canetti, scrittore, saggista e aforista bulgaro naturalizzato britannico, di lingua tedesca, insignito del Nobel per la letteratura nel 1981. Il grande scrittore fu diverse volte a Cremona. Lo ha raccontato negli anni scorsi su "Il Giornale" il professor Marino Freschi: "Ma torniamo al viaggio in Italia di Canetti. Allora ero alle mie prime esperienze come professore di letteratura tedesca e l'Istituto Austriaco mi propose una lettura di Canetti in quella che era la mia prima sede, Cremona. Così l'Austria dimostrava la sua straordinaria apertura: uno scrittore ebreo nato in Bulgaria, che viveva a Londra e Zurigo dal 1938, con passaporto britannico, rappresentava l'Austria! Il giro d'Italia di Canetti era alquanto limitato: Napoli, Parma, Cremona, Trieste. Dopo il Nobel del 1981 ci sarebbe stato un tutt'altro «giro». Ricordo una passeggiata a Corso Campi. Canetti si ferma davanti la Libreria del Convegno. Prende un manuale di letteratura tedesca, compulsa l'indice dei nomi e dice: «Non ci sono», con amara ironia. La lettura dalle sue opere fu sostenuta dalla simpatia quasi familiare del pubblico. Poi andammo a Parma; lui doveva proseguire per Trieste da Claudio Magris, l'unico che veramente lo conosceva e apprezzava (fino alla clamorosa rottura). Ma era il 1972. Con continui scioperi selvaggi. Restammo in stazione per otto ore. E lui mi parlò per tutto quel tempo, che conto tra le esperienze più meravigliose della mia vita".
"La vita di Canetti era costellata di morti come un devastante campo di battaglia: la prima moglie, Veza, anche lei scrittrice, donna forte che lo sostenne nella fuga da Vienna all'arrivo dei nazisti nel '38, si suicidò nel '63 anche a causa del fallimento del loro matrimonio. - scrive ancora Marino Freschi - Una sera a Cremona, improvvisamente Canetti volle tornare in albergo, dicendomi che doveva ancora scrivere il diario. Nulla dies sine linea. Era la prova provata della lotta, del suo «dialogo con il terribile partner».
Del 1932 è la commedia Nozze; del 1935 il suo primo romanzo L'accecamento (che nell'edizione italiana del 1967 prende il titolo Auto da fè). Nel 1938 lascia Vienna e si stabilisce a Londra. Qui inizia a lavorare a Massa e potere che lo impegna per vent'anni e il cui primo (e unico) volume esce nel 1960. Il 1952 è l'anno di due commedie, Commedia della vanità e Le vite a scadenza. Gli anni successivi vedono un ritorno alla critica e alla letteratura. Escono, tra gli altri, i saggi Potere e sopravvivenza (1972), La coscienza delle parole (1975), Il Cuore segreto dell'orologio (1987), La tortura delle mosche (1992). Scrive poi la sua autobiografia: La lingua salvata (1977), La fiaccola nell'orecchio (1980, edita in italiano con il titolo Il frutto del fuoco) e Il gioco degli occhi (1985). Nel 1981 Canetti riceve il Premio Nobel per la letteratura. Muore a Zurigo il 14 agosto 1994.
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commenti
Federica Fanizza
21 agosto 2024 21:10
Bella questa memoria . Canetti era già stato a Cremona nel 1971 ospite alla Biblioteca governativa su invito dell'istituto di cultura tedesca di Milano per presentare Auto da fe. Era organizzata tra Pavia, Cremona e Mantova. Incontrò anche gli studenti del liceo Aselli che studiavano tedesco.
Personalmente insieme alla prof Ida Barbieri a Gabrio Taglietti lo accompagnammo alla stazione al treno per Mantova
Grazie
Federica Fanizza