"Around Bach", la rassega di pianoforte del Museo del Violino in Auditorium Giovanni Arvedi. Svelato il programma musicale della prima edizione di STRADIVARIfestival – Il Pianoforte
Questa prima edizione della rassegna interamente dedicata al pianoforte in Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino non poteva che avere come filo conduttore la figura di Johann Sebastian Bach, il padre della musica moderna ma anche della letteratura musicale per tastiera. Around Bach, è questo il sottotitolo del cartellone che presenta un poker d'assi dello strumento con i tasti bianchi e neri, musicisti di uguale standing internazionale ma molto diversi tra loro dal punto di vista delle scelte interpretative, e sta proprio in questa forte caratterizzazione dei loro profili uno dei maggiori motivi di interesse della manifestazione.
Si parte sabato 8 febbraio con Uri Caine, musicista che sfugge a qualsiasi catalogazione, pianista, compositore, improvvisatore che non a caso non proporrà una scaletta definita ma spazia da Bach a Paul Simon. "Se Bach sfogliava senza alcuna remora l'enciclopedia musicale del proprio tempo – dice di lui il musicologo Giordano Montecchi - l'omaggio di Uri Caine si traduce allora nel riavviare quella variazione senza fine, nel proiettare la forza unificante di quell'intuizione portentosa entro un orizzonte contemporaneo che dell'eterogeneità ha fatto la propria cifra e anche la propria ossessione. Uri Caine mette a disposizione la propria enciclopedia, anch'essa vastissima, e diviene strumento, innesco".
Pianista canadese che ha un rapporto privilegiato con l'Italia, Angela Hewitt affronterà, giovedì 6 marzo, quella parete di sesto grado rappresentata dalle Variazioni Goldberg. L'opera è stata concepita come un'architettura modulare di 32 brani – un'aria con 30 variazioni e la ripetizione finale della stessa aria - disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica. Insieme all'Arte della fuga può essere considerata il vertice delle sperimentazioni di Bach nella creazione di musica per strumenti a tastiera.
Il 27 marzo, Ramin Bahrami si avventurerà in epoche e geografie musicali diverse dal "suo" Bach, toccando il Mozart ventiseienne durante il primo inverno viennese e viaggia ancora eseguendo tre Mazurche di Chopin, si sposta ancora più avanti nel tempo e più a oriente, con Rachmaninov e ancora più avanti, scavalcando verso il Novecento con Béla Bartók e le sue meravigliose Danze Rumene. Il viaggio di questo straordinario pianista si concluderà solo tornando a casa, nella sua Persia con il compositore e pianista iraniano Anoushiravan Rohani.
Bellissimo anche il palinsesto preparato da Alexander Lonquich (12 aprile) Vero e proprio esploratore della letteratura pianistica, aprirà il proprio programma con due pagine di Carl Philipp Emanuel Bach, il quinto e più famoso dei venti figli del Cantor, per proseguire con la Sonata op. 109 di Beethoven, terzultima delle 32 composte dal genio di Bonn e dunque testimone della sua ultimo periodo artistico. Quindi le Novellette op. 2, uno dei frutti più maturi e straordinariamente densi del pianismo schumanniano. "La musica affluiva in me – spiega l'autore - cantavo continuamente mentre componevo, e quasi tutto è venuto a meraviglia".
I concerti saranno introdotti il giorno precedente da incontri in Sala Fiorini del Museo del Violino.
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