L'errore nella lapide delle donne cremonesi della Resistenza. Il Comune si è attivato per correggere il testo
Egregio Direttore,
in merito alla lapide posizionata nel 2016 in Cortile Federico II a ricordo delle donne cremonesi della Resistenza, si rende noto che nel novembre scorso il prof. Claudio Bordogna di Spino d'Adda ha segnalato la presenza del nominativo di Prassede Cantaluppi erroneamente inserito. Compatibilmente con le difficoltà operative determinate dall'attuale situazione, l'Amministrazione Comunale si è attivata per le opportune verifiche e per correggere il testo. Nel 2016 l’elenco dei nominativi e il testo sono stati concordati e validati da un gruppo di lavoro coordinato da Giuseppe Azzoni.
Ecco quanto dichiara al riguardo lo stesso Azzoni: “Ne fui subito avvertito e tornai a riguardare le fonti citate: solo in quel momento mi accorsi di due particolari nei testi dei libri pubblicati a Spino d’Adda che mi erano sfuggiti e che confermavano quanto segnalato dal prof. Bordogna. Scrissi allo stesso ed al Comune non solo per chiedere scusa ma assumendomi la piena responsabilità e la disponibilità a rispondere di ciò che ne conseguiva. Da tempo mi dedico, nell'ambito dell'ANPI di Cremona, a ricerche e cura di documentazioni relative all'archivio dell'Associazione ed alla storia della Resistenza nella nostra provincia.
Nel 2016 fui interpellato a proposito della partecipazione delle donne alla Resistenza per la redazione di un opuscolo che poi venne pubblicato dal Comune di Cremona ed Associazioni partigiane, ‘Donne della Resistenza nel territorio cremonese 1943-45’, ed in particolare per ricercare e dare i nominativi di ‘donne che caddero per la libertà’ alle quali il nostro Comune avrebbe dedicato una lapide. Segnalai i sei nominativi poi scolpiti effettivamente. Vi era ricompreso il nome di Prassede Cantaluppi. Errore giustamente definito imperdonabile per il quale mi sento dunque in dovere di dare spiegazione.
Il nome lo avevo trovato molti anni fa nel libro che l'ANPI di Cremona pubblicò nel quarantennale della Liberazione, ‘La Resistenza nel cremonese – 40 anni dopo’. Era nella relazione della 175 Brigata Garibaldi coi nominativi dei ‘deceduti in conseguenza della lotta di Liberazione’, tra essi appunto Prassede Cantaluppi. Senza altra specificazione. L'ANPI e l'ANPC nel 2010 pubblicarono ‘Pietre della memoria’ coi nomi di tutti i Caduti della Resistenza, vi si riporta ...Cantaluppi Prassede e RomanòAgostino uccisi in località La Bassa’ e le foto delle lapidi dei Caduti di Spino. Purtroppo non c'è questo nome con relative specificazioni nelle circa 6000 schede dell'archivio ANPI. Essendo Prassede nome femminile ho dato sempre per scontato che si trattasse di una donna.
Questa errata convinzione viene ribadita nel fascicolo di ‘Provincia Nuova’ edito dalla Amministrazione Provinciale come supplemento al n.3 del 2000 a cura di Giovanna Gregori Maris, ‘Donne resistenti: le donne cremonesi tra resistenza e dopoguerra’. Vi compare un elenco di donne suddiviso per Comuni, per Spino c'è il nome di Cantaluppi Prassede.
Dalla consultazione di altre fonti non ho trovato la specificazione di genere che mi avvertisse della errata convinzione. La relazione del CLN parla delle ‘persone trucidate dai tedeschi in ritirata’ senza specificazioni. Ho consultato ‘L'eccidio di Spino d'Adda’ edito dal Comune e il libro di Gianfranco Bruschi ‘Un tragico pomeriggio di storia’ leggendovi frasi che non contrastavano la mia scontata certezza, come ‘...trovammo a distanza di 30 metri Prassede Cantaluppi e il Romanò...’.
Ufficio Stampa
Comune di Cremona
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