L'Udc: quando il Presidente della Repubblica chiama, è doveroso rispondere sì
Per iniziare questa riflessione penso si debba rispondere ad alcune domande iniziali: il Presidente della Repubblica Mattarella ha agito nell’interesse del Paese affidando a Mario Draghi l’incarico di formare il governo? Certamente e tutti i Partiti avrebbero dovuto superare le rispettive posizioni e rispondere SI. E poi: adesso si apre uno scenario nuovo? Me lo auguro per il bene dell’Italia. Finiranno le contorsioni e le acrobazie di una legislatura dove la non politica ha prevalso? Spero proprio di si ma ciò dipenderà soprattutto dal livello di responsabilità e maturità dei leader politici. – dichiara il Segretario provinciale dell’UDC Giuseppe Trespidi – Certo l’incarico a Mario Draghi, personaggio di indiscutibili capacità, offre una opportunità alla comunità nazionale perché esca dall’abulia della resa morale e civile in cui si trova. È necessario ripensare a tutti questi anni in cui un tarlo ha corroso le fondamenta della Repubblica. Molte complicità, molte pigrizie, molte rinunce hanno favorito la “democrazia dei leader”, capi circondati non da un popolo che decide ma da yes man osannanti. È in questo modo che Partiti, Associazioni sociali e culturali sono stati ridotti all’irrilevanza.
Questa legislatura è stata segnata da un livello di trasformismo e incoerenza mai visti nella storia repubblicana, la crisi della politica inizia però molti anni fa e il risultato è che oggi non funziona più niente. Vengono stanziati soldi per sostenere famiglie e imprese, ma non arrivano ai destinatari. Viene presentato un piano al mese, ma sono tutti imprecisi e vaghi. Manca del tutto la capacità amministrativa e gestionale.
Abbiamo quindi bisogno di due cose: un Governo che sia in grado di far funzionare la Repubblica e una profonda 'pacificazione' del sistema politico. Si dovrà affermare l'idea che la differenza fra destra e sinistra si misura sulle azioni concrete e non sul concetto morale del "noi siamo i buoni e loro i cattivi".
Oggi Draghi può essere il reset ad un lungo arco temporale dove principi, esperienze umane condivise si sono stemperate e dileguate. Si può riprendere il cammino interrotto con un colpo di mano e una resa senza combattere ma non è tutto nelle mani del Presidente del consiglio incaricato ma è anche in quelle del Popolo che deve ritrovare il coraggio per difendere dignità e storie manomesse.
Il 2018 la stragrande parte degli elettori italiani votò per il progetto del VFC di Grillo. Ecco i risultati! La gente non può essere incolpevole per principio. Oggi vanno tutti verso Draghi: i soliti trapezisti, gli impenitenti servi dalle fastose livree che hanno sempre offeso e sporcate le nostre storie migliori. Sono tutti con Draghi per continuare a esistere e “agire” a tempo debito.
Draghi è anche chiamato a salvare la Repubblica minacciata da troppe conflittualità e incompetenza. Non, dunque, una parentesi ma una possibile soluzione alla crisi del sistema: ritrovare la Politica, salvare la democrazia lasciata in ostaggio per troppo tempo agli azionisti di un “mondo” senza memorie e idee!
Infine, emerge chiaramente che l’Italia ha bisogno di essere governata da Persone competenti e da Governi stabili. – conclude Trespidi – Nelle priorità del governo Draghi giustamente non c’è la legge elettorale ma siamo certi che la legge elettorale proporzionale con preferenze che è stata prefigurata dal PD e da altri sia la risposta giusta per realizzare questo obiettivo? Non credo proprio è senz’altro meglio il maggioritario.
Giuseppe Trespidi - Segretario Provinciale UDC Cremona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti