"Il sistema" quel libro di Palamara e il libero convincimento
Il libro di Palamara e Sallusti ha creato un vespaio silenzioso, che mi fa dire, prima del resto: la maggior parte dei giudici italiani pensa al lavoro, è vero, ma non è possibile far credere ignorassero il sistema che regolava le carriere, e mi permetto la battuta: salvo chi non scambiasse due parole coi colleghi e fosse disinteressato alle promozioni!
Poi che hanno scritto, e sottinteso, i due? che il tutto nasce dall'allargarsi della consuetudine del libero convincimento, croce e delizia della professione: senza libertà manca il giudice, l'eccesso lo cancella. E che fa del resto la Cassazione quando impartisce il principio di diritto? fissa la linea a cui il giudice di merito deve adeguarsi. Libero convincimento: che altro è il presentarsi al tavolo delle trattative tra le correnti, un momento prima della seduta ufficiale del Consiglio superiore della magistratura che ratifica, Palamara ha inventato nulla, fu un semplice continuatore, e pesare i candidati? che altro di diverso c'è dalla libertà del processo sul terremoto dall'Aquila, dove in primo grado furono condannati gli esperti che non riuscirono a prevedere le scosse? che altro c'è di diverso dall'accanimento giudiziario contro Berlusconi, ignorato da Mani Pulite, e coinvolto da decine di processi appena sceso in politica, pochi mesi dopo? Allargare, e basta. Se è permesso al giudice in chiaro, dev'esser consentito ai Palamara in trattativa.
Altra questione affrontata nel libro, guai a chi si mette contro la magistratura, l'unico vero potere d'Italia, basti pensare alle decisioni della Corte Costituzionale, tutte prese, anche qui allargando, dai 139 articoli della Costituzione più bella del mondo. I casi sono tanti e Palamara ne racconta assai, da Berlusconi a Salvini e via altri.
Troppo sintetico il mio giudizio sul libro di Palamara&Sallusti? quando mi dicono che posso scrivere un'idea in venti righe, il mio obiettivo è ridurle al massimo a dodici.
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