Gentile direttore,
Mi chiedo se per le regionali della Lombardia, visto che Sala ieri ha scaricato il M5s per ogni progetto comune in vista delle prossime elezioni, se il primo cittadino meneghino stia preparando il campo per sostenere il greenwashing assieme alla Moratti e quel fantomatico campo largo che va dal Pd, a Renzi, Calenda e Tabacci.
Ogni giorno sembra essere tutto più chiaro, e tutti, uno dopo l’altro, stanno gettando la maschera.
Franceschini che manda aut aut a Conte per tenere il M5S soffocato nell'abbraccio mortale del Pd. I dimaiani che confessano come la loro operazione fosse funzionale ad indebolire il M5S. Oggi Sala che ammicca al campo largo del greenwashing e attacca il M5S.
Non so a quale titolo parli Beppe Sala, che da sindaco di Milano, ha sempre voluto rimanere esterno al dibattito sulle prossime regionali.
Ho sempre sostenuto che con un Pd bellicista, neoliberista e sostenitore di politiche di greenwashing fosse impossibile trovare sinergie per una alleanza strutturale.
A Roma le tensioni sono evidenti e, a mio avviso, le stesse difficoltà ci sono a livello locale.
Al netto di tutto ciò e delle mie perplessità, in Lombardia, a parole, il Pd sembra propenso a creare - ripeto almeno a parole - con il M5S una alternativa alla proposta del cDx lombardo partendo dai temi d'interesse dei cittadini.
I tavoli di confronto tematici tra le forze di opposizione al centro Destra lombardo stanno evidenziando alcuni punti comuni e altri divergenti (inceneritori, autostrada Cr-M etc..) che ad oggi non consentono ancora di poter presentare un’agenda coerente e condivisa. Certo che l'ambiguità che il Pd dimostra in aula mostrandosi freddo o contrario alle nostre proposte sul decommissioning degli inceneritori, ad una moratoria sull'ampliamento degli allevamenti intensivi o sul ritorno del controllo pubblico sui servizi di pubblica utilità (rifiuti, energia, trasporti), fa riflettere.
Ci dica cosa ne pensa il Pd delle dichiarazioni di Sala, così non perdiamo altro tempo in esercizi di stile che poi alla prova del voto in aula ci trova spesso molto distanti. È evidente che un fronte che vuol tenere sullo stesso carro Pd, Azione, Iv, M5s, Sinistra italiana etc... Non è possibile e non sarebbe nemmeno credibile. Il Pd scelga e lo faccia coerentemente rispetto a quello che vuole essere senza ambiguità o ipocrisie.
Sala, così come Orfini, Marcucci e le ambiguità di Letta dimostrano che il termine "progressista" è un semplice paravento per nascondere politiche liberiste e lobbysmo. Fanno gola i fondi del PNNR, e le "opportunità" che nasceranno dal greenwashing così come dai nuovi equilibri geopolitici internazionali.
Tutti i tasselli stanno andando al loro posto, e il grande Centro, o campo largo liberista che dir si voglia, si sta configurando.
Il grande Centro quindi si allarga con Piddini, Renziani, Calenda e +Europa. State certi che è questione di poco tempo: Di Maio ed i Totiani, Tabacci, Carfagna e Mastella vari. Il Pd si può sedere al tavolo all'ultimo. Per lui c'è sempre posto.
Insomma, siamo al cospetto della nuova balena bianca, con un puntino di rosso (solo estetico ovviamente), solo per poter dire che l'obiettivo è contrastare le Destre populiste.
Dopo l'incontro di ieri con di Maio, con le dichiarazioni di oggi, Beppe Sala si avvicina in modo evidente ad "Italia c'è", l'associazione che vede tra gli iscritti Gianfranco Librandi, il deputato di Italia Viva e industriale di Saronno, passato da Scelta Civica al Pd e poi a Italia Viva.
Librandi è uno dei più munifici finanziatori della politica italiana. È stato molto generoso con Matteo Renzi, che ha beneficiato di 800 mila euro tramite la fondazione Open.
Lo stesso Librandi è stato tra i finanziatori più generosi della campagna elettorale di Beppe Sala attraverso la sua società principale, la Tci Telecomunicazioni Italia.
Andate a cercare anche i finanziatori di molti deputati e consiglieri regionali del Pd , di Italia Viva e Azione e troverete molte sovrapposizioni.
Ora unite i puntini… che ci sia la Moratti all'orizzonte?
commenti