Le Province: rimediare i danni della demagogia
La Comunità socialista cremasca, visti i commenti delle forze politiche locali sulle elezioni del Consiglio Provinciale di Cremona, tenutesi il 18 dicembre scorso, ritiene opportune qualche riflessione aggiuntiva alle circoscritte valutazioni svolte sui nuovi rapporti di forza tra gli schieramenti.
Lo facciamo prendendo spunto dal pressoché totale silenzio registratosi attorno alla contemporanea bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, delle modalità di elezione degli Organismi direttivi delle Province e delle Città metropolitane, previste dalla legge Delrio n. 56/2014
Nello specifico vengono contestate, in quanto contrastanti il principio di uguaglianza del voto, le differenti procedure stabilite per la elezione del Presidente della Provincia, riservata ai sindaci ed ai consiglieri comunali del territorio, rispetto a quella del Sindaco delle Città metropolitane, automaticamente spettante al primo cittadino del Comune capoluogo,
Un altra picconata ad un sistema elettorale già fonte di precarietà ed instabilità negli Enti, in conseguenza delle diverse durate in carica dei Presidenti ( 4 anni ) rispetto a quella dei Consigli Provinciali ( 2 anni ).
Capiamo l’imbarazzo dei sostenitori della incompiuta riforma vigente, ma dopo la mancata approvazione del referendum Costituzionale del 2016, non è più ammissibile che si continui a far finta di nulla, lasciando le Province nel mortificante stato attuale.
Governo, Parlamento e Partiti politici, sono chiamati ad un impegno risolutivo della situazione, confrontandosi sui tanti dati che fotografano la realtà, nonché sulle inoppugnabili distorsioni avvenute, in questi anni, nella redistribuzione delle competenze amministrative, in applicazione delle norme esistenti.
Per sommi capi, occorre prendere atto dei danni prodotti dalla demagogia promettente, in cambio della riduzione del numero degli amministratori e della cancellazione delle loro indennità di carica, la realizzazione di 1.000 asili nido e la riduzione della spesa pubblica.
Con onestà ammettere, che senza entrate tributarie proprie e minori trasferimenti sostitutivi da parte dello Stato, le Provincia non possono oggettivamente far fronte agli interventi rimasti di loro competenza quali, le manutenzioni delle strade provinciali, oppure delle scuole superiori, particolarmente segnalati e lamentati dagli utenti.
Che l’assenza di un Organismo intermedio tra Comuni e Regioni, presente in tutta Europa, istituzionalmente autorevole e quindi eletto direttamente dai cittadini, ha solo accentuato negativamente il già debordante ruolo delle Regioni, diventate sempre più apparati gestionali burocratici, rispetto ai compiti primari di Enti legiferanti.
Che lo svilimento del ruolo della Province nella promozione e gestione degli investimenti sul territorio, cosi come nel coordinamento delle aggregazioni comunali per l’esercizio delle funzioni e dei servizi locali loro spettanti, ha sfilacciato, anziché rafforzato, le visioni amministrative tese alla razionalità ed alla valorizzazione delle aree omogenee esistenti, come rivelano anche le realtà cremasche, cremonesi e casalasche, del nostro ambito provinciale.
Per quanto appena riassunto, la Comunità socialista cremasca, sprona anche nella nostra provincia, iniziative sollecitanti l’approvazione di provvedimenti correttivi specifici, in una più generale riconsiderazione di tutti i livelli amministrativi attuali, a cominciare dall’assetto e dalle prerogative delle Regioni, risultate nella fase pandemica che stiamo vivendo, ancor più scopertamente inadeguate tutta Italia.
Per la Comunità socialista cremasca
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