25 novembre 2021

Noi sindache costrette ad un assurdo mutismo

Stamane partecipo in Provincia a Cremona, alla cerimonia per la giornata contro la violenza sulle donne. Arrivo e, dopo essere abbellita da un fiocchetto arancione che attende tutti gli invitati all'ingresso, raggiungo lo sguarnito drappello delle Sindache invitate. Poco più di una decina che sfoggiano la loro fascia tricolore. Ascolto uno dopo l'altro tutti gli interventi dei vertici istituzionali che fanno da cerimonieri: un soliloquio maschile. A concludere, per ultima chiamata, la Consigliera alle Pari Opportunità che, dopo un accorato e sentito discorso sul tema, cita laconicamente una poesia che dice erroneamente attribuita a Shakespeare. 

Non riesco a fermare un tremito che mi passa nel cervello, una sensazione sgradevole di sentirmi in vetrina, corpo politico muto. Penso, guardando lo spettacolo che mi circonda, all'assurdo mutismo cui siamo relegate e quella voce dovuta occorre "uscire a riprendercela". Penso che la discesa in campo politico ed amministrativo da parte dell'esistente femminile, sia l'unico strumento praticabile per mutare questa monade patriarcale che troneggia indisturbata. 

Penso, infine sospirando, che almeno la poesia citata poteva essere quella di una donna.

Sospiro, guardo la pioggia che scende e mi tolgo il fiocchetto arancione. 

Sindaco di Casaletto Vaprio

Ilaria Dioli


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