25 agosto 2021

Reticenze e personalismi fuori luogo

Di fronte alle conseguenze prefigurate dalla riforma sanitaria lombarda, in via di approvazione, sorprende non poco vedere la politica cremasca accapigliarsi sulla intitolazione, a Gino Strada, dell’Ospedale di Crema, nonché disquisire, da parte dei sindaci, sulla oggettivamente grave situazione internazionale originante i perseguitati afgani e la loro accoglienza  in Europa, prima ancora che in Italia.

Nel merito del nuovo assetto socio - sanitario  che interesserà il nostro  territorio, non abbiamo sentito nulla di impegnativo, propositi chiari  e unitari per il  miglioramento  del sistema in essere.

L’atteggiamento dilatorio non è proprio una novità nella politica amministrativa della nostra zona, per cui prepariamoci a leggere lamentosi ordini del giorno postumi,  chiamate alla mobilitazione, come altre volte, in passato, fatto per la  soppressione di importanti servizi  pubblici  decentrati sul territorio.

Il Presidente dell’Area Omogenea, Aldo Casorati, in più occasioni ha evidenziato i limiti dell’Organismo citato, privo di un formale riconoscimento istituzionale da parte dei livelli decisionali provinciali, regionali e statali, senza nascondere  l’aggravante di  un clima  interno poco partecipativo e polemico.

Altrettanto sconfortanti risultano anche le considerazioni del  sindaco/giornalista Antonio Grassi, sul ruolo dei sindaci dei piccoli comuni,  definiti come l’ultima ruota del carro, che se manca  lei o cede, il mezzo si ferma,   da motivare  nella loro carica indipendentemente, dal numero degli abitanti che rappresentano.

Il disagio e le denunce insomma non mancano,  a differenza  delle  proposte per vincere le reticenze dei conservatori  di ogni natura, riluttanti ad ogni cambiamento.

La  Comunità socialista cremasca,  sugli aspetti sopra evidenziati,  non ha mai mancato  di offrire stimoli ai sindaci  dei piccoli comuni, perché  facessero  dei  passi  avanti  e non indietro, per  modificare  i rapporti e le situazioni esistenti.

A sostegno di tale necessità, nel tempo abbiamo già suggerito :

la costituzione di una “Consulta Provinciale “ tra tutti i sindaci dei comuni inferiori a 5000 abitanti, rappresentanti insieme la metà della popolazione cremonese, sostanzialmente senza voce sui temi di valenza generale,  senza referenze con alcun partito politico, allorchè alla guida di liste effettivamente civiche;

a tutti gli amministratori comunali, di  non ripetere  l’astensione dal voto, largamente  praticata  in occasione della elezione del  Presidente della Provincia  in carica,  ma  al prossimo appuntamento  per il  rinnovo del Consiglio provinciale, sia pure nelle penalizzanti condizioni date,  ricercare  delle  forme  in qualche modo  condizionanti le  liste dei candidati;

la ridefinizione del frammentato assetto amministrativo in essere, partendo dalle considerazioni istitutive dei “piani d’area” previsti nello strumento urbanistico della Provincia,  allo scopo di ottimizzare  al meglio  le risorse e le opportunità  sovraccomunali,  insieme  alla gestione associate dei servizi comunali;

l’apertura di un tavolo di confronto preliminare  nell’ambito  degli schieramenti  in competizione  elettorali,  perché  condividano  un preambolo politico – amministrativo distintivo e affine  in tutti  i  Comuni  con  pari  coalizione, affinchè  i rispettivi Sindaci,  portino  visioni  analoghe  nell’Area Omogenea,  oggi  particolarmente caratterizzata  da personalismi e protagonismi fuori luogo;

la formalizzazione di una periodica  Conferenza programmatica  del  Circondario cremasco, ove  gli  Enti Locali, il  mondo produttivo, quello politico e sindacale, quello associativo e scolastico, possano confrontarsi, monitorare le priorità e  le aspettative strategiche del Cremasco.

In questo ultimo ambito,  sotto silenzio non passerebbero  vicende come  quella  del nuovo Istituto Racchetti, ove le contraddizioni del Comune di Crema sulla sua localizzazione,  sommate  all’ostinata  contrarietà  della Provincia  a  riverificare  tecnicamente  ed economicamente  le proprie scelte, in gestazione ormai da oltre un decennio  rispetto  all’ipotesi alternativa del completamento del complesso scolastico ex CL, realizzato grazie anche a dei contributi  pubblici.

Per la Comunità socialista cremasca 

 

Virginio Venturelli


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