Trenord, serve una rivoluzione nel trasporto locale
In questi giorni, come gruppo consiliare del Partito Democratico, abbiamo depositato in Regione Lombardia una interrogazione per conoscere le ragioni dell’aumento del 20% dello stipendio del direttore generale di Ferrovie Nord Milano, dott. Marco Piuri, che è anche amministratore delegato di Trenord.
La retribuzione del manager dei trasporti, si legge nella relazione sulla remunerazione di FNM pubblicata sul sito dell’azienda, è stata quantificata per il 2022 in 627mila euro, di cui 212mila di parte variabile dovuta al raggiungimento di alcuni obiettivi, il più importante dei quali è un valore target dell’EBITDA, cioè un indicatore che misura l’utile di impresa al netto di tasse, interessi, ammortamenti e svalutazioni. La retribuzione dell’anno precedente, il 2021, era pari a 568mila euro, dunque un aumento di 60mila euro in un solo anno.
Con questa interrogazione, che rivolgiamo agli assessori Marco Alparone (Bilancio e Partecipate) e Franco Lucente (Trasporti), chiediamo di sapere: se la giunta regionale sia stata messa a conoscenza di questo aumento e se abbia una posizione al riguardo; se sappia su quali presupposti la componente fissa della retribuzione sia aumentata di quasi il 20 per cento; se la giunta regionale ritenga opportuno che la parte variabile della retribuzione si basi esclusivamente su indicatori finanziari e non sul raggiungimento di obiettivi di reale miglioramento del servizio per gli utenti e i pendolari; infine, se con il rinnovo del contratto di servizio a Trenord verrà valutato un riassetto organizzativo del management o se resterà tutto invariato.
Una interrogazione che abbiamo voluto presentare, perché di fronte alla situazione del servizio ferroviario della nostra regione, ci sembra francamente e del tutto inopportuno questo aumento di stipendio. Ricordo che le nostre quattro linee, in provincia di Cremona, solo nel mese di luglio, sono risultate tra le peggiori della Lombardia. Che in questi anni il numero dei pendolari si è ridotto. Che lo scorso primo settembre il costo di biglietti e abbonamenti Trenord è aumentato. Che un treno su cinque arriva “puntualmente” in ritardo. E che sono di media ottanta i treni che, sempre ogni giorno, vengono soppressi (senza che questi incidano sull’indice di puntualità!). Eppure, a chi ha la responsabilità della gestione, viene aumentato lo stipendio del 20%. Succede così in una normale azienda della nostra provincia e regione? Direi proprio di no. Anzi.
La nostra Regione, la più inquinata d'Europa, ha un disperato bisogno di una rivoluzione del trasporto pubblico locale.
Dopo la sanità, quella del trasporto pubblico è la seconda competenza affidata alle regioni.
Bisogna incentivare e investire sul trasporto pubblico: gratuità per tutti gli studenti, fino ad esempio a 25 anni; potenziamento delle linee "cadenzate" con l'inserimento di più treni diretti, ogni ora, verso Milano, abbonamenti integrati.
Invece, chi amministra la Lombardia da 28 anni continua a viaggiare in direzione contraria. E ora stiamo proprio esagerando. Non c’è rispetto dei pendolari, anzi, di tutti i cittadini lombardi. Non avremmo sollevato la questione, se il servizio ferroviario fosse migliorato in modo sostanziale, ma questo chiaramente non è accaduto e, ad oggi, non abbiamo segnali concreti che dimostrino che stia accadendo.
Consigliere del Partito Democratico in Regione Lombardia
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