4 settembre 2022

Troppi morti sul lavoro e il non lavoro

La tragedia nel mondo del lavoro continua inesorabilmente a toccare anche la nostra città. Ieri un operaio di 31 anni ha perso la vita mentra lavorava, schiacciato da una piastra di fusione di 4 tonnellate di peso. Ma Cremona non è un'eccezione: sempre ieri nella Bergamasca sono accaduti altri due infortuni mortali.

Qualche dato: 569 lavoratori uccisi in Italia dall'inizio dell'anno, una media di 81 morti sul lavoro al mese. L'insicurezza regna sovrana nel mondo del lavoro: le denunce totali di infortuni sono cresciute del 41 % rispetto al luglio 2021. Se infatti a fine luglio 2021 sono state 312.762, a fine luglio 2022 le denunce sono salite a 441.451.

La regione col triste record del maggior numero di vittime è la Lombardia, la più popolosa: 60 morti. A morire sono i più anziani (oltre i 65 anni) ma anche il dato dei più giovani (tra i 15 e i 24 anni) non è affatto confortante.

I lavoratori e le lavoratrici sono sotto attacco da decenni, a causa di leggi e riforme che hanno disintegrato i diritti acquisiti, ampliato e alimentato le occasioni di sfruttamento ed esposto le persone a rischi sempre maggiori. 

E' sempre più urgente assumere migliaia di ispettori del lavoro per far rispettare le leggi sulla sicurezza e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; bisogna istituire una sorta di patente a punti per le imprese, togliendoli a quelle che non rispettano le norme sulla sicurezza e arrivando fino alla sospensione dell'attività produttiva, premiando invece le imprese virtuose. Bisogna mandare in pensione le persone a un'età accettabile (60 anni) e non tenerle al lavoro fino a 70 anni e oltre (abrogazione legge Fornero), aumentando il reddito delle pensioni da lavoro (almeno 1000 euro) e tagliando quelle d'oro. E' necessario abolire la precarietà, che genera insicurezza lavorativa e di vita, cassando le controriforme come il jobs act e introducendo una legge sul salario minimo (almeno di 10 euro lordi all'ora) e adeguando gli stipendi al costo effettivo della vita. E' possibile lavorare meno lavorare tutti riducendo l'orario di lavoro a parità di salario. E' importantissimo lavorare sulla formazione e sulla ricostruzione di una cultura dei diritti che si è persa completamente. Vanno dati ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per conoscere i propri diritti di cittadin* e di futuri lavoratori e lavoratrici. Il giovane operario rimasto ucciso ieri poteva essere il fratello maggiore di Giuseppe e di Lorenzo, gli studenti deceduti qualche mese fa durante percorsi di alternanza scuola lavoro. Se è terribilmente ingiusto morire sul proprio posto di lavoro è ancora più inaccettabile morire per un non lavoro, per un stage non pagato, per un percorso "lavorativo" reso obbligatorio da un sistema scolastico che rinuncia alla propria vocazione e si mette al servizio delle imprese. 

Un altro lavoro e un'altra scuola sono possibili e necessari.

 candidata al Senato Lombardia 3 per UNIONE POPOLARE con de Magistris

Francesca Berardi


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