“Caso Signoroni”, dopo la notizia della condanna, in campo anche la Lega: “Leggerezza? I cittadini meritano istituzioni più credibili”
Nel mirino finisce sì il Presidente della Provincia, ma le critiche si allargano anche al Pd, che non può “limitarsi a derubricare il fatto come una leggerezza”. Dopo Fratelli d'Italia e dopo Forza Italia, il “caso Signoroni” è ora oggetto delle attenzioni della Lega, che a suo tempo, nel 2019, ha avuto un ruolo determinante nel sollevare la questione relativa all'incompatibilità del Presidente della Provincia con il suo incarico di vicepresidente dell'A.T.O., organo di emanazione provinciale.
La vicenda, come ha scoperto Cremona Sera in questi giorni, è stata oggetto anche dell'interessamento del Pubblico Ministero Milda Milli, che nel settembre 2020 ha chiesto – e successivamente ottenuto dal Gip Pierpaolo Beluzzi – la condanna di Signoroni in sede penale per il reato di "falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico" commesso dal presidente della Provincia in occasione dell'accettazione del suo incarico, nel 2019.
“Siamo umanamente dispiaciuti per la condanna penale che ha investito Mirko Signoroni – commentano le segreterie provinciali di Cremona e Crema in una nota stampa diffusa oggi, 16 giugno –. Al riguardo ci preme sottolineare che la Lega fu la prima a rilevare il problema e il vizio nella candidatura a Presidente della Provincia, nell’agosto 2019, così come la sua elezione ed il mandato, terminato con la corsa alle dimissioni. Dal punto di vista politico, fummo attaccati, arrivarono a dire che non volevamo accettare l’esito elettorale e che minavamo la credibilità dell’istituzione stessa. Il tempo è galantuomo, oggi ci restituisce la conferma che nell’occasione solo la Lega aveva difeso la credibilità della Provincia di Cremona”.
Alla luce degli sviluppi giudiziari della vicenda, emersi solo nei giorni scorsi, i segretari della Lega osservano: “Ora crediamo che sia necessaria una rivisitazione bipartisan dei fatti, non possiamo credere che la forza politica di maggioranza nell’ambito dell’istituzione provinciale possa limitarsi a derubricare il fatto come una “leggerezza”. Confidiamo che si possa valutare l’occasione delle elezioni del Consiglio provinciale come l’epilogo di una legislatura nata da un patto inedito e con una tornata elettorale per sanare la prima, proseguita in uno stallo generale che ha raggiunto l’iperbole con l’avvilente spettacolo di un Presidente “non adeguatamente informato” all’assemblea della maggiore partecipata pubblica del territorio a cui egli stesso affida il servizio idrico integrato provinciale”.
Il riferimento, in quest'ultimo passaggio, va alla recente assemblea per il rinnovo del Cda di Padania Acque, rinviata proprio perché mancava l'accordo sulle candidature. Sfruttando la normativa, che consente il riaggiornamento della seduta a fronte di una semplice votazione in cui i sindaci (Signoroni è sindaco di Dovera, oltre che presidente della Provincia) si dichiarano “informati” o “non informati” in merito all'oggetto del voto, si è così creato un ulteriore pasticcio politico sul fronte provinciale.
“I cittadini meritano di più! - incalzano i segretari del Carroccio arrivando al nocciolo – I cittadini meritano istituzioni credibili! Quale forza responsabile la Lega si mette a disposizione affinché si apra un dialogo tra tutte le forze politiche che conduca ad un nuovo progetto con nuovi attori che pongano al centro la Provincia di Cremona, i suoi cittadini, il territorio e la fruibilità ed il miglioramento dei servizi ancora in capo all’ente”.
Concludono i segretari della Lega di Cremona e Crema: “Possiamo evitare di dover attendere, con “leggerezza istituzionale”, la fine del mandato per vedere un rilancio dell’ente”.
Palla a Signoroni e al Pd, ora. Il presidente della Provincia ha affermato di non sapere nulla della condanna (concretizzata in una multa da 1.500 euro) e fino ad oggi dai vertici del Pd non è arrivata alcuna presa di posizione circa questa delicata vicenda.
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