1 giugno 2021

Crema, in consiglio passa la liberalizzazione dei vaccini. Ma il Pd va in confusione, il capogruppo annuncia il no poi vota sì

Il dibattito sulla liberalizzazione dei vaccini anticovid, che si è svolto ieri in consiglio comunale a Crema, è molto istruttivo per capire lo stato di salute del PD locale, con un finale che se da un lato politicamente lo salva, dall’altro sancisce uno strappo, almeno sulla questione in oggetto, tra il suo capogruppo e il resto della maggioranza.

Per chi fosse interessato può vedere e seguire la discussione dalla videoregistrazione ufficiale (http://www.magnetofono.it/streaming/crema/index.php?list=live) del consiglio stesso e sintonizzarsi a partire dalle 2 ore e 23 minuti e 22 secondi dall’inizio.

 È  il momento nel quale il consigliere Cinque Stelle Manuel Draghetti  viene autorizzato dal  presidente del consiglio Gianluca Giossi ad illustrare la sua mozione sulla liberalizzazione dei vaccini. Mozione che ricalca il documento Non profit on pandemic Eu (https://noprofitonpandemic.eu/it/)    promosso da un movimento ma sostenuto da molti partiti, sindacati, associazioni. 

Draghetti con precisione spiega il motivo che lo hanno portato a presentare la mozione e ricorda che "No profit on pandemic" si propone di raccogliere il numero di firme necessario - previsto dalla normativa comunitaria - per poter interloquire con il consiglio d’Europa sulla necessità di abolire il brevetto sui vaccini. Un intervento, che se si vuole collocare politicamente, è più affine alla sinistra che alla destra.

La mozione di Draghetti non era una novità in quanto già presentata in alcuni consigli comunali cremaschi, tra i quali Casale Cremasco, Torlino, Pianengo ed altri e già entrata anche  in consiglio comunale a Crema, ma che al momento di discuterla è stata rinviata.

Al termine dell’intervento del consigliere 5 stelle interviene Iacopo Bassi, capogruppo del Pd. E’ un fiume in piena e con toni da pubblico ministero di un tribunale del popolo attacca il collega cinque stelle elencando una serie di dichiarazioni storiche di Beppe Grillo contro i vaccini. Bassi non entra minimamente sul tema della liberalizzazione e come un caterpillar prosegue nel suo obiettivo di demolire i cinque stelle. Per fare questo risale alle origini del movimento. Un po’ azzardato.  È come se si ricordasse al Pd il suo antenato, il Pci, i cui militanti, si diceva, mangiassero i bambini. 

Bontà sua ammette: solo l’ultima riga della mozione è condivisibile, per concludere che  «La posizione della maggioranza è totalmente contraria e orientata ad un voto totalmente negativo». 

Una posizione che parrebbe determinata da una contrapposizione ideologica e poco dal contenuto del documento e che potrebbe essere sintetizzata in questo modo: non votiamo la mozione presentata dai Cinque stelle che sulla questione hanno sparato un mare di minchiate. Nulla da eccepire, anche se la politica è l’arte della mediazione, se non fosse che il Pd ha governato e governa tuttora con i Cinque stelle e in alcune città sta cercando alleanze per trovare un candidato sindaco condiviso per le prossime elezioni amministrative.

È il turno di Antonio Agazzi, Forza Italia.  Mosso da carità cristiana e con lo spirito del buon samaritano, prima cita Foscolo, poi in modo educato e paterno invita Bassi a non votare contro per evitare il suicidio del Pd.

Prende la parola Emanuele Coti Zelati, La Sinistra. Precisa di non amare i grillini ed esalta Non profit on pandemic Eu.  Attacca Bassi ad alzo zero. «Sono scandalizzato. Non siete né di sinistra né progressista se non votate questa cosa. Non stiamo parlando dei grillini che meritoriamente hanno portato questa mozione». Anche lui avverte il Pd dell’errore che sta commettendo «Un tradimento verso i vostri. Sarebbe molto meglio ammettere di avete preso una cantonata».

Andrea Agazzi della Lega si dice favorevole alla mozione.

A questo punto Draghetti chiede la parola e con lucidità gli impartisce una lezione di come debba essere un intervento politico. Invita il Pd a votare la mozione ed è disposto ad accettare una sospensione per trovare un accordo qualora venisse chiesta.

Simone Beretta, Forza Italia, dimostra tutta la sua esperienza politica e sottolinea: «Non si può uscire divisi su questa mozione. Chiedo a Jacopo se può fare uno sforzo e anche il presidente. La città merita unità».

Si decide la sospensione di alcuni minuti. Si trova l’accordo. Il presidente illustra le modifiche che però non sono sostanziali.

Per Draghetti, Coti Zelati, Agazzi ok.  Ma ecco la sorpresa. 

Bassi prende la parola per la dichiarazione di voto. Con tono non proprio da confessionale ribadisce. «Io ho una faccia sola». Rilegge le dichiarazioni di Grillo. Poi continua:«Questa mozione non contiene la cosa più importante che dovrebbero fare i Cinque stelle sui vaccini. Chiedere scusa per scemenze antiscientifiche che per 15 anni hanno messo a rischio la salute delle persone più fragili in questo paese. Questa era la posizione della maggioranza.  E ora mi rivolgo alla maggioranza.  Io accetto gli emendamenti, però non posso non esternare la perplessità sul fatto che una posizione condivisa e poi in consiglio comunale si cambi per ragioni ascrivibili alla difficoltà di avere il coraggio di portare fino alla fine una posizione politica». Poi un’altra tirata contro i Cinque stelle e la conclusione: «Voterò a favore, ma non potevo stare zitto». 

Non si può dire che i vaccini non siano portatori di effetti collaterali imprevisti.  La registrazione termina ed il contatempo è arrivato a 3 ore 52 minuti e 30 secondi.

«Ciò che importa al M5S Cremasco - commenta Draghetti - è il risultato ottenuto, ovvero una condivisione unanime di alcuni principi legati alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini, oltre ad un appoggio e un impegno a diffondere la raccolta firme a livello europeo dell'associazione NoProfitOnPandemic.eu. Invitiamo i cittadini Cremaschi a sottoscrivere questa iniziativa attraverso il sito web dedicato il movimento cinque stelle Cremasco continuerà a portare avanti iniziative, come questa, in favore dei cittadini del mondo intero e del loro diritto alla salute».


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