Dal PCI ai DS: quindici anni fa proprio in questi giorni la vendita della storica sede di via Volturno, per decenni la "casa" della sinistra cremonese
Quindici anni esatti da quella che per la sinistra cremonese rappresenta, nel bene e nel male, una transizione storica. Era la fine del mese di giugno del 2006 quando i giornali locali riportavano la notizia: “Venduta la sede dei Ds, trasloco a novembre”. Sì, perché allora, quello che un tempo fu il PCI, si trovava ancora in una delle fasi intermedie che hanno caratterizzato la sinistra italiana dalla cosiddetta “svolta della Bolognina” che porterà nel 1991 allo scioglimento ufficiale del Partito Comunista e alla nascita, con la mozione Occhetto, del Partito Democratico della Sinistra (PDS). Nel 1998 il partito perde anche quella “P” iniziale, assumendo la denominazione di “Democratici di Sinistra” (i DS, con la grande quercia nel simbolo), per poi approdare, nel 2007, all’attuale formula, ben lontana dall’originaria matrice di sinistra, del Partito Democratico (PD).
Nel 2006 siamo dunque alle ultime pagine del capitolo DS e a Cremona, quasi a prefigurare anche dal punto di vista iconografico e logistico l’ulteriore svolta che arriverà di lì a un anno, la sinistra si prepara a chiudere un’epoca. Si prepara a chiuderla anche materialmente, con tanto di giro di chiave, dal momento che il 30 giugno esce la notizia della vendita della storica sede di via Volturno, la laterale di Corso Garibaldi a pochi passi dalla chiesa di San Luca. Le voci circolavano da tempo, ma è in quei giorni che arriva la conferma ufficiale: i DS lasciano via Volturno e si preparano a traslocare in via Ippocastani, ancora oggi sede del Partito Democratico.
La federazione cremonese del partito aveva raggiunto l’accordo e aveva concordato l’operazione di vendita con la direzione nazionale, all’epoca proprietaria di una porzione dello stabile di via Volturno. L'immobile di via Volturno andò quindi ad una società immobiliare bresciana interessata a ricavarne unità abitative. Nel 2006 segretario della federazione cremonese dei DS era Pier Attilio Superti, per tutti “Pippo” Superti. Insieme ad altri esponenti dei DS, Superti giocò un ruolo importante in quella partita, sebbene a segnare il goal fu il caso. Si racconta infatti che all’individuazione della nuova sede in via Ippocastani si arrivò per coincidenza durante in incontro serale con Gianni Fervari, a quel tempo presidente di Confesercenti. L’associazione di categoria aveva sede nello stabile di via Ippocastani, ma era già stato deciso il trasferimento nei locali di via Dante Ruffini. Sicché si andò a fare un sopralluogo in via Ippocastani e, valutato che i locali erano funzionali alle esigenze del partito, si trovò l’accordo. Stando a quanto racconta un esponente dei DS cremonesi, un accordo vantaggioso per la Quercia, che tra la vendita della sede di via Volturno e l’acquisto di quella in via Ippocastani riuscì anche a mettere da parte qualche risorsa per le casse del partito.
LA STORIA DELLA SEDE – Ma se l’operazione si rivelò tutto sommato veloce ed efficace sotto il profilo economico, dal punto di vista emotivo e simbolico il passaggio fu sofferto. Si sa, in politica c’è anche la nostalgia genuina e la sede di via Volturno per molti rappresentava un po’ una seconda casa e, soprattutto, un simbolo. Qui, in questa laterale di Corso Garibaldi, il PCI di Cremona si installò nel 1962 spostandosi dalla precedente sede di via Palestro. Era il mese di gennaio del 1962, per la precisione. Segretario del PCI cremonese era Arnaldo Bera, già segretario della Cgil e in seguito segretario regionale e poi senatore per il Partito Comunista.
“La sede di via Volturno – ricorda oggi Evelino Abeni, segretario della federazione di Cremona del PCI dal 1975 al 1980 – venne inaugurata nel gennaio del ’62 alla presenza di Gian Carlo Pajetta (ex partigiano e deputato del PCI; ndr). Ricordo che era stata acquistata e sistemata grazie alle sottoscrizioni dei militanti”.
Alcuni anni più tardi, lo stabile fu oggetto di una nuova ristrutturazione, sempre con fondi raccolti tra gli iscritti rimpolpati da un contributo della direzione nazionale del partito. “In quegli anni ero segretario della federazione cremonese del PCI – ricorda ancora Abeni –. Sa, la federazione andava da Castelleone fino a Casalmaggiore, poi c’era la federazione cremasca, distinta da quella cremonese. Era il 1975 quando sono stato eletto segretario, quindi ho partecipato direttamente alla fase della nuova ristrutturazione della sede, che avvenne nel 1976. In origine c’era la parte interna, verso il cortile che dava in direzione di via Alfeno Varo, che era la sede degli uffici. Al piano terreno, su via Volturno, c’era un bar della federazione e, se non ricordo male, un circolo Arci. Ai piani superiori inizialmente c’erano degli inquilini… lo stabile non fu da subito adibito tutto a sede del partito”.
Nel 1976 la nuova ristrutturazione, dunque, e la trasformazione definitiva. La rinnovata sede venne inaugurata il 9 maggio del 1976 al termine dei lavori e alla presenza di Paolo Bufalini. Tra i massimi esponenti del partito, diretto collaboratore di Enrico Berlinguer, Bufalini era esponente della corrente migliorista guidata da Giorgio Napolitano. Insomma, indipendentemente da come la si pensi politicamente, stiamo parlando di un pezzo di storia della politica italiana, un periodo storico particolarmente difficile, peraltro, considerato che si andava verso il culmine degli Anni di Piombo, che in quell’occasione trovò il tempo di dedicare un occhio di riguardo per Cremona con il parlamentare Bufalini.
“L’ufficio del segretario – spiega Abeni – guardava su via Volturno, dove si affacciava un balconcino. Era da qui che vennero comunicati i risultati delle elezioni amministrative del ’75, quando conquistammo Comune e Provincia, e delle politiche del ‘76”.
Il 1975, in effetti, per la sinistra cremonese fu l’anno della svolta: alle provinciali di giugno si costituì una maggioranza di sinistra grazie anche all’appoggio del PSI che relegò la DC al ruolo di opposizione e consentì a Franco Dolci di essere eletto Presidente della Provincia. In Comune venne invece eletto sindaco il socialista Emilio Zanoni. In città, il PCI veleggiava attorno al 33%, in un testa a testa con la Democrazia Cristiana. Alle politiche del 1976, invece, a livello nazionale prevalse la DC, ma per la prima volta il primato della Balena bianca fu insidiato dal PCI, che riscosse un forte incremento dei consensi.
Altri tempi, altra politica. Nessun tweet e nessun post su qualche social, allora: i risultati si apprendevano dai giornali, dalla tv, dalla radio o dal balconcino di una sede di partito. Esattamente come quello della sede di via Volturno, che giusto quindici anni fa ospitò per l’ultima volta il principale partito di sinistra di Cremona prima che questo facesse i bagagli e si trasferisse nell’attuale sede di via Ippocastani. Per mutare ancora una volta pelle e diventare il PD. Ma questa, sotto tutti i punti di vista, è un’altra storia.
Nella foto in alto, a sinistra Evelino Abeni e Giusppe Azzoni, due storici esponenti della sinistra cremonese. A lato in alto la sede di via Volturno e sotto l'attuale sede di via Ippocastani
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commenti
Michele de Crecchio
25 giugno 2021 20:56
Nel 1962 i giovani neofascisti organizzarono uno dei ricorrenti cortei studenteschi anticomunisti. Non informati che la sede del partito era stata da poco trasferita in via Volturno, andarono inutilmente a fare gazzarra in via Palestro sotto le finestre della vecchia sede abbandonata, proprio come io avevo scherzosamente ipotizzato agli altri compagni di classe che come me, avendo da tempo maturato convinzioni politiche progressiste, non avevano voluto approfittare della occasione per bighellonare nel centro cittadino. L'episodio, non certamente importante, è però il primo ricordo che mi viene in mente quando ripenso a quella sede dove trovai poi, e per molti lustri, la migliore politica cittadina.
Federico
26 giugno 2021 07:09
Grazie architetto per la bella testimonianza: l'episodio da lei ricordato aggiunge un tocco di colore molto simpatico alla storia!
Sandro
26 giugno 2021 07:37
L’attuale sede del PD e sopra una agenzia di pompe funebri…ma voglio pensare sia solo una coincidenza.
François
26 giugno 2021 10:11
È la legge del mercato.