6 giugno 2022

Il sindaco: dieci incivili hanno compiuto un gesto offensivo, volgare e sciocco. E fa più notizia questo che l'entusiasmo di migliaia di persone

Il sindaco Gianluca Galimberti, con un post sul suo profilo, attacca il gesto provocatorio della Madonna blasfema portata in corteo al CremonaPride. E lo fa in maniera netta parlando di gesto offensivo, sbagliato, volgare e sciocco. E aggiunge il diritto di espressione non è un diritto all'offesa portato avanti da dieci incivili. Ed ecco il post del sindaco.
"Di questo non c’era bisogno, no. Non solo perché è offensivo. Anche per il fatto che alla fine fa più notizia il gesto sbagliato, volgare e sciocco di dieci incivili che i colori e l’entusiasmo di migliaia di persone.
Sfilare con una statua della Madonna blasfema è per me inqualificabile. Irrispettoso non solo verso chi crede e verso la storia della città, ma, secondo me, anche verso chi ha partecipato al corteo manifestando le proprie idee con rispetto. A quei pochi dico che esprimere le proprie posizioni deve passare dal considerare e rispettare quelle degli altri. Sempre.
In questo weekend, relativamente all’episodio, ho ricevuto qualche messaggio che tirava in ballo la mia coerenza personale, anche di cattolico.
Essere coerente per me passa dalla condanna ferma di quel gesto. Senza se e senza ma.
Essere coerente passa anche dal considerare che si è trattato di un gesto isolato, che non può e non deve inficiare la bellezza e l’importanza di quel corteo, ed è quello che il Comune ha patrocinato.
Essere coerente vuol dire anche cogliere gli spunti arrivati dalla piazza di sabato e dall’indignazione legittima del giorno dopo, per rilanciare il confronto civile e costruttivo sui temi posti dal pride, sul modo che si ha ancora (anche a Cremona) di guardare la diversità sessuale giudicando e condannando prima che cercando di capire e incontrare l’umanità dell’altro.
Il diritto di espressione non è un diritto all’offesa. La libertà individuale non può tradursi in un egoismo individualista di pretesa. Allo stesso tempo, ogni diversità negata è una negazione di tutte le diversità e opporsi a discriminazioni e violenze significa opporsi a tutte le discriminazioni e violenze contro tutti. In altre parti del mondo, dove proprio le persone che colorano i pride vengono discriminate o addirittura eliminate, e anche qui, dove spesso ancora prevale una cultura omofoba e macista.
Per questo, mi piacerebbe che su questi temi anche in città si aprisse un dibattito serio, rispettoso e costruttivo.
Ecco perché il pride è stato importante. Come mi ha scritto un amico: “Sabato ho visto 20 metri stupidi e offensivi e mi sono profondamente indignato. Però mi è rimasto il resto. Quasi un chilometro di colori e di diritti”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Luca Ferrari

6 giugno 2022 17:43

In tempi di pensiero unico, di diktat del linguaggio, di parole d'ordine, di luoghi comuni, "post-verità" (Eric Sadin dixit) - che soffocano il principio democratico di pluralismo e libertà di espressione sanciti dalla nostra Costituzione, - non sorprende questa levata di scudi pressoché unanime in una città provinciale e bacchettona come Cremona. Ma basta voltare lo sguardo altrove, non troppo lontano, per scoprire che in questi stessi giorni a Forlì (non a New York...) la mostra "Maddalena. Il mistero e l'immagine" propone duecento opere di artisti dal 1300 ad oggi sul tema della Madonna rappresentata in chiave sacra e profana. Tra queste, ad esempio, anche una Madonna di Guttuso completamente nuda, ai piedi della croce ("Cocifissione", opera del 1941) e una "Santa Maria Maddalena penitente" di Guido Cagnacci, dipinta nel Seicento, giovane seduta con il seno in bella mostra.
Si è eccepito che trattandosi una 'festa' (per altri "parata") la Madonna 'blasfema' del Pride cremonese fosse fuori luogo, inopportuna, addirittura offensiva: credo che prima di censurare questa 'rappresentazione' si dovrebbe considerare il contesto e la dimensione espressiva di un evento che ha da sempre espresso anche una forte identità provocatoria, simbolica, metaforica.
Ma occorrerebbero più riflessione, conoscenza e spirito democratico per sforzarsi almeno di comprendere questo"gesto" e non correre il rischio di rimanere vittime di un grottesco cortocircuito logico ed etico: in nome dell'inclusività di tutti con tutti si è riusciti ancora una volta a stigmatizzare qualcuno: che fossero dieci manifestanti "che non c'entravano niente con il pride" (affermazione di Burgazzi tutta da dimostrare), il punto è che erano lì a manifestare, tra tanti altri, accettati ed 'inclusi' da tutti...

Jeppetto

7 giugno 2022 19:14

Dà fastidio l'entusiasmo di un cittadino che ha dato il patrocinio a questa "manifestazione"...