23 agosto 2024

Lista unica alle elezioni provinciali? Il "no" di Casale Cremasco-Vidolasco (sindaco, assessori, consiglieri comunali). "Se ci fosse la lista minestrone, pronti a non partecipare al voto"

Sindaco, assessore, consiglieri comunali di Casale Cremasco-Vidolasco hanno votato all'unanimità un documento con il quale dicono "no" alla "lista unica minestrone" (con dentro destra e sinistra) ipotizzata per il voto del 29 settembre per l'elezione del Presidente e del Consiglio provinciale. E' il primo comune a mettere nero su bianco la propria contrarietà e gli amministratori arrivano persino a dichiarare di essere disposti a non andare alle urne per ratificare decisioni prese in altre sedi senza essere stati minimamente coinvolti. Ecco il documento approvato e sottoscritto questa sera all'unanimità.

Il 29 settembre sindaci e consiglieri comunali sono chiamati alle urne per eleggere presidente e Consiglio provinciale.

La votazione si svolgerà con le indicazioni della legge Delrio che impone il voto ponderato, proporzionale al numero di abitanti rappresentati da ogni singolo elettore. Pertanto non una testa, un voto. Ma un voto che conta in base al numero degli abitanti che l’elettore rappresenta. 

Un sistema che in una provincia come la nostra, frazionata in tanti piccoli Comuni, permette a Crema e Cremona di condizionare in maniera determinante la consultazione elettorale.

Per capirci, il voto di 10 consiglieri più quello del sindaco, quindi 11 voti di un Comune sotto i 3 mila abitanti vale quanto quello di un singolo consigliere di Cremona o di Crema.

I comuni Crema e Cremona pesano quanto 58 comuni al di sotto dei 3 mila abitanti. Significa che due Comuni contano più del 50 per cento dei 113 dell’intera provincia. 

Se questo è già criticabile e penalizzante per i piccoli Comuni, ma impossibile da modificare perché stabilito dalla legge, diventa inaccettabile e incomprensibile la proposta che in queste settimane si fa strada.  

Proposta che vedrebbe i partiti propensi a presentare una lista unica. Un minestrone con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Pd tutti insieme, uniti non si sa bene per quale scopo.

La democrazia è dialettica, mentre questa idea puzza di accordi - fossero anche alla luce del sole - che richiamano alla mente termini come consociativismo e simili. 

Ci scusiamo per il cattivo pensiero, ma è noto che a pensare male qualche volta s’indovina.  

Senza dimenticare che a votare, lo ripetiamo, sono sindaci e consiglieri. 

Ora, molti di costoro rappresentano liste civiche, che non sono identificabili con un partito. Ci chiediamo a quante di queste amministrazioni non schierate è stato chiesto il loro parere?

Alla nostra, nessuno ha sollecitato un’opinione.

Precisato questo, non abbiamo nessuna difficoltà ad esprimerla pubblicamente.  

Ebbene siamo contrari alla lista unica, al minestrone.

Crediamo che un listone unico renda inutile recarsi alle urne, infatti tutto sarebbe già deciso.  Se così fosse, non escludiamo l’opzione di non recarsi alle urne per ratificare un assetto dell’amministrazione provinciale già deciso senza essere minimamente coinvolti.

Ci auguriamo che il 29 settembre i sindaci e consiglieri comunali possano scegliere tra più liste.

Nonostante la pessima legge Delrio, crediamo che esista ancora un piccolo spazio per salvaguardare un minino di dialettica politica. Ma soprattutto crediamo che la decenza sia ancora una virtù.  

La democrazia che tutti invocano non è rappresentata con un listone concordato dai partiti per governare un territorio. Un listone che - è inevitabile - fa supporre una preventiva spartizione di posti.

Antonio Grassi, sindaco

Antonio Rovida, vicesindaco

Celestina Villa, assessore

Luigi Ambrosini, consigliere

Ennio Bignamini, consigliere

Antonio Bisleri, consigliere

Enemesio Boschiroli, consigliere

Plinio Costenaro, consigliere

Luca Neotti, consigliere

Ulderico Parisi, consigliere

Veronica Rozza, consigliere

Luigi Spoldi, consigliere

 


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commenti


Andrea Ladina

24 agosto 2024 07:23

Concordo con questa analisi.......una elezione provinciale effettuata in questo modo è una parodia della democrazia. Dopo aver sottratto finanziamenti e competenze alle Provincie a causa della pessima legge Delrio adesso si sottrae anche quel minimo di partecipazione democratica con una soluzione lontana da qualsiasi confronto tra proposte diverse. Nelle ultime consultazioni provinciali con il sistema del suffragio universale avevano votato circa 240.000 elettori della provincia di Cremona. Nell' ultima consultazione per l' elezione del Presidente provinciale hanno votato circa 600 elettori (consiglieri e sindaci che erano gli unici con diritto di voto su circa 1200 con diritto di voto). Come può un Ente locale come la Provincia che dà più di un secolo ha svolto un ruolo importante di programmazione tra i comuni e lo stato avere validità democratica con un corpo elettorale così esiguo? Chi rappresenta se non le segreterie di partito che anzitempo si sono già spartiti i posti? Il declino della partecipazione elettorale dei cittadini viene anche da qui. Il ruolo delle Provincie soprattutto in campo ambientale era di grande rilievo essendo un Ente molto vicino ai cittadini. Oggi è una Istituzione depotenziata sia in termini di finanziamenti che di rappresentatività. C'è un unica soluzione: cancellare la legge Delrio e ripristinare il ruolo storico delle Province di programmazione del territorio nel raccordo tra i Comuni e la Regione. Nel frattempo sia pure forse fuori tempo massimo proporre una lista civica alternativa alle prossime elezioni provinciali quale punto di riferimento per una futura battaglia politica istituzionale alternativa alla legge Delrio. Andrea Ladina consigliere comunale Vaiano cremasco. Segretario provinciale di Europa Verde Cremona.

Tommaso

25 agosto 2024 15:32

Non ci sono altri commenti da fare ad una prospettiva così vergognosa.
Bravi gli amministratori di Casale Cremasco-Vidilasci.
Attendiamo sussulti di orgoglio e coraggio anche dagli altri Comuni della Provincia. Basta fare i pecoroni.