17 febbraio 2022

Maurizio Borghetti: "Anche se sindaco continuerò a lavorare in ospedale". Casa di Comunità? "Non importa dove farla, purché arrivino i medici"

Quindi dopo dieci anni, il DocRock d’Italia Maurizio Borghetti: medico radiologo presso l’ospedale Maggiore di Crema, informatore medico – scientifico informato (sui social ha regalato, regala e regalerà, sovente, spunti fuori dagli schemi e mai banali) e generoso volontario (della prima ora) nella somministrazione dei vaccini anti covid, ecco ha deciso di rimettersi in gioco, di tornare a far politica, candidandosi a sindaco per il centrodestra cittadino cremasco, alle “Amministrative del Tortello” all’orizzonte.  E con lui siamo tornati a scambiare due chiacchiere.  

Ci hai dunque ripensato e ci sei ricascato ritornando al tuo vecchio amore: l’impegno politico…

Interpellato tempo fa dalla Lega e da Fratelli d’Italia in merito a un’eventuale mia disponibilità a candidarmi, a loro avevo risposto che, dinanzi a una candidatura unica e condivisa da tutto il centrodestra autoctono avrei risposto presente. Per carità anche legittimamente i partiti hanno discusso a lungo, ma alla fine, trovata l’unità d’intenti, beh mi sono messo a disposizione.

Simone Beretta, storica figura del centrodestra di Crema ed ex colonna portante di Forza Italia però correrà da solo.

E’ una sua scelta e ognuno può scegliere liberamente ciò che fare. Non capisco però la decisione di Simone. Il maledetto virus e la pandemia ci hanno infatti insegnato che solo uniti si arriva lontano e si costruisce qualcosa, le divisioni non portano a nulla.

Ti conosco da una vita e sei abituato a dire sempre ciò che pensi: se un giorno arriva il governatore della Lombardia Attilio Fontana per sostenere la tua candidatura gli dirai pubblicamente tutte le carenze della sanità pubblica lombarda?

Certamente sì, resto una persona libera. I problemi ci sono e vanno portati alla luce per essere affrontati e risolti.

Lascerai la tua professione in ospedale nel caso di elezione a primo cittadino?

No. Anche in passato quando ho fatto l’assessore e il consigliere provinciale e comunale ho sempre lavorato e continuerà a farlo senza far mancare nulla alla città.

A proposito: la Casa di Comunità la vedresti meglio nella cosiddetta ex mutua o nell’ex tribunale?

Non conta dove farla, ma innanzitutto è fondamentale sottolineare che a tutti i livelli, partendo dalla bistratta a torto, medicina di base, mancano i medici. Ed è così dappertutto, non solo in Lombardia.

Sarai sostenuto solo dai partiti o ci saranno liste civiche al tuo fianco?

Sicuramente una Lista fatta di persone che non appartengono alla politica attiva ci sarà.

Facciamo il solito giochino: oggi vieni eletto sindaco, cosa farai domani per prima cosa?

Inizierò subito a lavorare, che il tempo stringe. Detto questo, con tutti i limiti del caso poiché un sindaco non può diminuire le tasse, per aiutare le famiglie alle prese coi maxi rincari bolletta, con la mia squadra ci metteremo a studiare come ridurre i costi dei servizi comunali in modo da sgravare i cremaschi da inutili costi. In tal senso, ripeto, un primo cittadino può poco, ma ridurre, laddove possibile burocrazia e incisività della spesa, evitando sprechi, senza dubbio è cosa da fare, così come non vanno abbandonati a loro stessi quanti necessitano di sostegni concreti. 

Ti vedo e sento cambiato rispetto al Borghetti Primo politicamente impegnato?

Sono più maturo, consapevole, aperto all’ascolto al dialogo e … provare per credere: decisamente più paziente. E ho voglia di fare qualcosa di buono per la nostra città.         

Stefano Mauri


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