Per la seconda volta in Italia, un consiglio comunale (quello di Cremona) si è riunito in carcere
Il Consiglio Comunale, come deciso dall’Ufficio di Presidenza, si è riunito oggi pomeriggio, in seduta straordinaria, nella sala adibita a teatro della Casa circondariale di Cremona. La seduta è stata interamente dedicata al confronto e al dibattito per discutere e cercare soluzioni ai diversi problemi che riguardano il locale istituto di detenzione. E' la seconda volta in Italia che un consiglio comunale si riunisce in un carcere: l’unico precedente riguarda infatti il Consiglio comunale di Roma, dove la seduta si tenne nel carcere di Rebibbia per discutere del sovraffollamento della struttura.
I lavori si sono aperti con l'intervento del Presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti, che, tra l'altro, ha detto che la seduta consiliare organizzata a Cremona è qualcosa di senz'altro di più completo rispetto al precedente di Roma, perché tesa a trovare soluzioni che coniughino il benessere dei lavoratori del carcere e degli ospiti della Casa circondariale: è una scommessa a favore della nostra comunità, un esercizio di democrazia che insegna il valore del Consiglio comunale. La Casa circondariale è infatti un quartiere della città e non certo un microcosmo avulso dalla comunità, proprio per questo sono state invitate tutte le figure che ricoprono ruoli e svolgono attività inerenti la struttura carceraria. Il Comune può e deve fare tanto per rimarcare la necessaria partecipazione della Casa circondariale alle dinamiche evolutive della comunità cremonese. Una bella giornata per il Comune, una bella giornata per la Casa circondariale, una bella giornata per la democrazia, ha concluso il presidente Carletti.
A seguire ha portato il suo saluto Rossella Padula, Direttrice della Casa circondariale, che ha ringraziato per l'attenzione e l'opportunità di questa importante realtà cittadina di mostrarsi alla comunità cremonese, in quanto l'istituto penitenziario è certamente un luogo di problemi, così come avviene laddove si ha a che fare con persone, ma anche un luogo dove ci sono persone che spendono le loro risorse personali al meglio. E' quindi intervenuto il sindaco Gianluca Galimberti, che ha tra l’altro ringraziato anche chi lavora nella Casa circondariale, prova vivente di una comunità che si fa carico delle persone che ci vivono. Il carcere, per il Sindaco, è nel nel cuore della comunità, una cartina di tornasole della democrazia e per questo ha sottolineato due aspetti; la connessione tra le persone che ci vivono e l'esterno, e le persone che qui vi lavorano perché la fatica non sia senza il riconoscimento della comunità. Nella veste di consigliere regionale Marcello Ventura, a sua volta, ha detto che sarà sua cura fare una sintesi di quanto uscirà da questo consiglio e portarlo all'attenzione della Regione. Gian Domenico Auricchio, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Cremona, si è soffermato sul tema del reinserimento di coloro che hanno scontato la loro pena. Hanno quindi preso la parola Michela Lo Sacco, in rappresentanza dell'Ufficio Esecuzione Penale Esterna, che ha in carico 150 casi in tutto il territorio provinciale, e Ornella Bellezza, Garante dei diritti dei detenuti, soffermatasi sulla sofferenza di chi è in attesa di essere giudicato e di chi sta espiando, nonché sulla professionalità presenti, auspicando che questo sia un momento di rinnovata speranza e motivazione per tutti coloro vivono e lavorano nel carcere.
Hanno inoltre portato il loro saluto l'avvocata Maria Laura Brunelleschi a nome dell'Ordine provinciale degli Avvocati, l'avvocata Micol Parati per la Camera Penale, Vittoria Costanza Loffi per i Radicali Italiani, e Giorgio Reali per CSV Lombardia Sud.
Marzia Tosi, in rappresentanza dell'Associazione Carcere Territorio, ha descritto il progetto “Riparare”, sulla giustizia riparativa, attualmente in atto a Cremona che vede protagonisti alcuni detenuti che, presenti in sala, alternandosi, hanno poi parlato della loro esperienza, nonché presentato alcuni progetti per migliorare la situazione della struttura e della condizione carceraria: un corso di primo soccorso - che tra l'altro presto prenderà il via – uno di di fotografia, un altro di musica, di panificazione, cucina e pasticceria, di falegnameria, di produzione casearia, orticoltura, inoltre corsi professionali all'interno del carcere per un futuro inserimento lavorativo e per mettere a frutto le risorse presenti nel carcere, un’attività di riqualificazione dei luoghi che ospitano i detenuti, un progetto di accoglienza per offrire un primo supporto ai nuovi giunti, un torneo di calcio con ragazzi esterni per unna reciproca conoscenza, un confronto con gli anziani, un rapporto epistolare con gli studenti, tutto questo in stretta collaborazione con il mondo del volontariato.
Sono infine intervenuti Sergio Gervasi, Vincenzo Martucci e Daniele Sciaudone, che, in veste di rappresentanti sindacali, hanno descritto le numerose problematiche che gli operatori si trovano ad affrontare quotidianamente all'interno della Casa circondariale, problematiche che determinato una situazione di grave difficoltà sotto tutti gli aspetti.
La seduta consiliare è poi entrata nel vivo con l’illustrazione, da parte del consigliere Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città - Cremona Attiva), a nome di tutti i colleghi che lo hanno sottoscritto, dell'ordine giorno congiunto qui di seguito riportato:
Premesso che:
nelle carceri italiane sono presenti al 31/12/2022 56.196 detenuti contro una capienza legale di 51.328 (fonte Ministero della Giustizia), due terzi dei quali per reati legati all’immigrazione clandestina, alle tossicodipendenze e alla salute mentale. La regione con maggior numero di detenuti in Italia è la Lombardia con 8.147 detenuti a fronte di una capienza legale di 6.173;
dei 56.196 detenuti reclusi nelle carceri italiane, 8.430 sono in attesa di primo giudizio, mentre 7.175 sono destinatari di condanne non definitive;
nel 2022 ci sono stati 84 suicidi, il dato più alto degli ultimi 10 anni;
lo stesso Ministro Carlo Nordio, quando era ancora magistrato, ha affermato che l’attuale sistema carcerario è incompatibile con la rieducazione perché troppo brutale;
il sovraffollamento e il degrado, che hanno portato a numerose condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e richiami della Corte Costituzionale, non sono l’unico problema che affligge il sistema penitenziario;
la pena, come sostiene Daniela de Robert dell’ufficio dell’Autorità del Garante Nazionale dei detenuti, in molti istituti, ha troppo spesso la dimensione di un tempo che scorre inutilmente, sottratto alla vita, che non riesce a diventare un’opportunità di crescita, di cambiamento e poi di reinserimento;
la strada da seguire senza ritardi passa dal rafforzamento degli organici di tutto il personale, dalla disponibilità di strutture adeguate e decorose, ma anche dalla predisposizione di strumenti adeguati e più efficaci per potenziare la funzione di coesione sociale e di riduzione delle diseguaglianze del welfare, con politiche sociali ed economiche in grado di risolvere i problemi dei ceti più svantaggiati.
Considerato che:
la Casa circondariale di Cremona da tempo presenta una situazione molto complessa, come evidenziato in più occasioni da tutti i sindacati interni e come dimostrano anche i frequenti episodi critici avvenuti al suo interno (proteste, incendi, aggressioni, ecc.);
la Casa circondariale di Cremona accoglie un numero di detenuti superiore alla normale capienza (al 31/12/2022 erano presenti 448 detenuti rispetto ai 394 previsti come dato numerico della capienza regolare), con l’aggiunta che c’è una rilevante presenza di soggetti “fragili” (detenuti con patologie psichiatriche e con dipendenza da sostanze) ed inoltre un’elevatissima presenza di stranieri (64%), di oltre 40 etnie diverse, con costumi, lingue, religioni ed abitudini differenti;
durante il 2022 si sono verificati diversi eventi critici: per il 51% dei casi si è trattato di autolesionismo, per il 12% di manifestazioni di protesta individuali, il 12% di tentativi di suicidio, il 5% di manifestazioni di protesta collettiva, il 3% aggressione agli operatori penitenziari (dati tratti dal rapporto annuale del Garante Provinciale);
il personale assegnato, secondo quanto riportato sia dalla Direzione che dai sindacati, risulta notevolmente carente sia relativamente all’area della Polizia Penitenziaria, sia all’area amministrativa e sia all’area educativa-trattamentale;
dal 2018, anno del trasferimento in altra sede del Comandante di reparto della Polizia Penitenziaria e responsabile dell’area sicurezza, non è mai stata effettuata alcuna sostituzione in pianta stabile di tale importante figura professionale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, su una pianta organica che prevede tre funzionari;
ormai da alcuni anni sono presenti presso la Casa circondariale solo quattro figure di funzionario giuridico pedagogico (di cui uno in distaccamento da altro istituto), e un mediatore culturale rispetto alle sei previste in pianta organica; gli educatori sono fondamentali per la progettazione e realizzazione del programma rieducativo del detenuto, che permette di poter accedere a misure alternative alla detenzione, nonché alla stesura e all’accompagnamento di un percorso trattamentale inframurario. Questa situazione rallenta il processo di fuoriuscita dal carcere e di reinserimento sociale;
la maggior difficoltà per molti detenuti, in particolare di origine straniera, per poter accedere alle misure alternative alla detenzione, è rappresentata dalla indisponibilità di un domicilio idoneo all’esterno, con la conseguenza che gli stessi restano in carico alla struttura penitenziaria sino a fine pena, con aggravio di costi per il sistema e in spregio alla finalità rieducativa e di reinserimento sociale della pena;
la carenza di personale riguarda anche organici dell’area sanitaria (dipendenti dell’ASST di Cremona), che costringe gli agenti a frequenti trasferimenti dei detenuti presso la struttura ospedaliera;
soltanto una minima parte dei detenuti svolge un lavoro all’interno del carcere, ricorrendo a forme di rotazione, come previsto dalla legge;
all’interno della struttura penitenziaria sono presenti locali già utilizzati come laboratori (ad esempio quello di falegnameria), ma attualmente inattivi per mancanza di progettualità e luoghi inadatti;
è auspicabile vengano sottoscritti accordi di collaborazione tra la struttura carceraria e le associazioni di categoria del mondo economico per favorire percorsi di reinserimento lavorativo;
all’interno del perimetro del carcere è presente un edificio, oggi solo parzialmente utilizzato, che dovrebbe essere destinato ad ospitare il personale della Polizia Penitenziaria, struttura che necessita di significativi interventi di manutenzione straordinaria;
all’esterno della recinzione della struttura carceraria è presente un’area verde che potrebbe essere manutenuta e valorizzata grazie al lavoro dei detenuti;
il reinserimento sociale del detenuto a fine pena necessita di percorsi personalizzati finalizzati al recupero dell’autonomia.
Alla luce di questa difficile situazione che caratterizza la vita quotidiana della Casa circondariale di Cremona per molteplici aspetti, il Consiglio comunale di Cremona esprime forte sostegno e condivisione a tutto il personale che opera nella Casa circondariale per la situazione critica nella quale sta operando e impegna il Sindaco e la Giunta:
a sollecitare un tempestivo intervento del Ministero della Giustizia-Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, nelle sue declinazioni nazionale, regionale e locale, per affrontare le criticità di carenza di personale del carcere di Cremona;
a sollecitare un tempestivo e garantito investimento da parte del Ministero della Giustizia - Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la realizzazione degli interventi di manutenzione della palazzina caserma agenti;
a sottoscrivere, anche in sede locale, il protocollo ANCI coinvolgendo la Provincia di Cremona e gli altri Comuni del territorio allo scopo di aumentare le opportunità lavorative dei detenuti per il loro pieno reinserimento sociale;
a favorire l’istituzione di un gruppo permanente di lavoro, al quale partecipino rappresentanti della Casa circondariale, del Comune di Cremona, della Provincia, di ASST, dell’Ordine degli Avvocati, delle Camere Penali, il Garante dei Detenuti, di associazioni di volontariato e altri soggetti rilevanti per fare periodicamente il punto della situazione ed attivare azioni concrete tese ad affrontare le problematiche che di volta in volta emergono oltre che costituire e sperimentare un modello di intervento a "rete" dentro e fuori la struttura penitenziaria;
a mettere in campo alcune azioni e favorire contatti con altri enti o istituzioni private finalizzate a realizzare attività formative e ricreative che favoriscano il benessere psico-fisico dei detenuti, quali ad esempio:
una convenzione fra Comune di Cremona e Casa circondariale per la gestione da parte dei detenuti degli spazi verdi in prossimità del carcere o altri lavori socialmente utili ai sensi dell’art. 21 dell’ordinamento penitenziario;
l’attivazione da parte dei Comune di Cremona di contratti per lavori di pubblica utilità per lo svolgimento dei servizi pubblici;
promuovere convenzioni con altri enti locali del territorio provinciale, enti pubblici e privati per reperire alloggi temporanei per consentire la possibilità di fruizione di misure alternative alla detenzione a detenuti con pene brevi, ma privi di domicilio, nonché a sostegno di percorsi di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti a fine pena;
studiare forme di collaborazione fra Comune di Cremona e Amministrazione del carcere per favorire, ove possibile, l’accesso ad alcuni servizi comunali da parte del personale della Polizia Penitenziaria;
favorire, tramite la Provincia di Cremona e CRForma, la realizzazione di corsi professionali destinati ai detenuti su alcune tematiche di particolare interesse, utili anche una volta che la persona uscirà dal carcere;
promuovere ed implementare percorsi di alfabetizzazione e scolarizzazione, attraverso le progettualità già in essere o nuove e dedicate;
favorire una convenzione fra la Casa circondariale e la Scuola Edile per fare corsi professionali ai detenuti che potrebbero provvedere ad eseguire lavori di manutenzione presso gli edifici del carcere ed altri edifici pubblici;
promuovere con le associazioni di categoria del mondo economico progetti lavorativi che consentano di sviluppare attività economiche da poter svolgere presso la Casa circondariale o all’esterno, in regime di semilibertà, nonché percorsi di reinserimento lavorativo, una volta terminata il periodo di carcerazione;
coinvolgere le società sportive per realizzare tornei e attività sportive presso gli impianti della struttura carceraria;
promuovere l’adozione di un ordine del giorno analogo presso altri Consigli comunali del territorio provinciale
E' seguito il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Simona Sommi (Lega), Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona Energia Civile), Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona), Luca Nolli (Movimento 5 Stelle), Alessandro Zagni (Fratelli d'Italia), Carlo Malvezzi (Forza Italia) e Franca Zucchetti (Partito Democratico).
A nome della Giunta è intervenuta dapprima l'assessora alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola che si è impegnata a rilanciare quanto portato avanti sino ad ora dall'Amministrazione nel rapporto tra carcere e territorio, sostenendo, tra l'altro, che la differenza la fanno soprattutto le persone: è molto difficile attivare percorsi di reinserimento sia in ambito pubblico e privato, da qui la necessità di una forte spinta sul piano culturale. L'assessora Viola ha quindi accennato al recente progetto RESART che il Comune, in qualità di capofila, sta coordinando attraverso i fondi stanziati e ottenuti dalla Regione. L'Assessora ha concluso dicendo che in una situazione molto complessa qual’è quella carceraria e della Casa circondariale di Cremona soprattutto, serve l'aiuto di tutti, auspicando che anche in altri consigli comunali vengano trattati argomenti come quelli dibattuti oggi. A seguire il sindaco Gianluca Galimberti ha innazitutto proposto di predisporre un report contenente tutte le attività fatte e che si stanno facendo perché siano conosciute, ha sollevato quindi il problema del lavoro, fuori e all'esterno del carcere: per quest’ultimo è indispensabile individuare le tipologie utili d'intesa con i rappresentanti delle altre istituzioni. C’è poi l’impegno per la formazione, e infine la proposta, rivolta a tutti: organizzare entro settembre un incontro con rappresentanti del Governo e della Regione, insieme ai rappresentanti sindacali e al Consiglio comunale, perché è impensabile una situazione come quella del carcere di Cremona: la prossima settimana partirà una lettera in tal senso per fare sì che tale incontro avvenga, a Cremona, oppure, se questo non sarà possibile, a Roma, perché le gravi criticità emerse durante la seduta consiliare straordinaria di oggi pomeriggio vengano una volta per tutte affrontate.
Concluso il dibattito, l'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità.
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