15 giugno 2021

Signoroni ancora nella bufera dopo la notizia della condanna penale. Fratelli d'Italia: dimissioni. Forza Italia: siamo alle ultime battute

Un Presidente della Provincia condannato, a suo dire, a sua insaputa e un’opposizione che insorge e ne chiede le dimissioni. La vicenda della condanna del presidente Paolo Mirko Signoroni per "falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico", della quale il diretto interessato afferma di non sapere nulla, comincia a innescare le prime dure reazioni politiche. Della vicenda si è occupato Cremona Sera pochi giorni fa. In estrema sintesi, è emerso che nel dicembre del 2020 Signoroni è stato condannato a una multa di 1.500 euro con decreto del Giudice per le Indagini Preliminari Pierpaolo Beluzzi per il reato previsto dall’articolo 483 del Codice Penale (falsità ideologica in atto pubblico).

All’origine del reato contestato dal Pubblico Ministero, Milda Milli, la dichiarazione resa da Signoroni all’atto della nomina a Presidente della Provincia. Signoroni, in particolare, è stato indagato e quindi condannato, come annota il Pm, “per avere attestato, nella dichiarazione autenticata di accettazione della candidatura a Presidente della Provincia di Cremona, fatti non conformi al vero e, segnatamente, di non trovarsi in alcuna situazione di ineleggibilità (…) pur ricoprendo in quel periodo la carica di membro del CDA e Vice Presidente A.T.O. di Cremona, con poteri di rappresentanza”.


FRATELLI D’ITALIA - Sul caso si registrano le prime prese di posizione a firma di Giovanni De Grazia, coordinatore del circolo di Fratelli d’Italia di Crema, e di Gabriele Gallina, coordinatore provinciale di Forza Italia.

Premette De Grazia: “Il presidente della provincia di Cremona Signoroni è stato condannato, cito testualmente, per il reato di "falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. L'elezione di Signoroni a Presidente della Provincia politicamente risulterebbe illegittima in quanto lo stesso non si era dimesso dalla vicepresidenza dell'A.T.O., ente provinciale che sovrintende al ramo idrico per la nostra provincia e di conseguenza lo stesso non era nelle condizioni di poter essere eletto”.

Il reato di falsità ideologica in atto pubblico, incalza il responsabile cremasco di Fratelli d’Italia, “risulta provato e Signoroni condannato al pagamento di una pena pecuniaria di euro 1.500,00. Ovviamente il presidente Signoroni, che ha dichiarato di essere all'oscuro di questa condanna, può proporre opposizione entro 15 giorni dalla notificazione del decreto”.

Va infatti ricordato che, interpellato da Cremona Sera, Signoroni ha dichiarato: “E' assurdo. Su questa cosa non ho mai ricevuto nulla. Sento subito il legale”. Se davvero il presidente della Provincia non avesse ricevuto la notifica del decreto di condanna nonostante siano passati sei mesi dal deposito dell’atto in Tribunale, si tratterebbe di capire se i 15 giorni per proporre l’eventuale opposizione siano ancora fruibili.

Ad ogni modo, “Questo è l'aspetto prettamente giudiziario – osserva De Grazia portando il discorso sul piano politico – ma mi domando come può il PD non prendere atto di questa situazione? Il segretario provinciale Soldo a suo tempo aveva parlato di una "leggerezza" da parte di Signoroni che non aveva implicazioni di sostanza. E' ancora della stessa opinione o forse non ritiene politicamente imbarazzante la situazione che si è creata? E lo stesso Signoroni, qualora venisse confermata la condanna, sarebbe nella condizione di poter esercitare pienamente la sua funzione?”.

Di qui, l’unica conclusione possibile, ad avviso di De Grazia: “Ricordiamo che esiste l'esercizio "nobile" delle dimissioni, pratica non particolarmente usata in Italia. Aspettiamo (non troppo) fiduciosi l'evolversi della situazione”.

FORZA ITALIA - “È una vicenda iniziata male e che purtroppo sta proseguendo sempre peggio – è invece il commento del coordinatore provinciale degli azzurri, Gabriele Gallina –. A livello umano siamo dispiaciuti per il Presidente Signoroni, perché sono situazioni che non si augurano a nessuno”.

Dal punto di vista politico, tuttavia, “non possiamo non segnalare che la distorsione provinciale, generata dall’ormai conclamato accordo contro natura, è arrivata alle ultime battute. Se si fosse risolta inizialmente la questione a livello politico, si sarebbero potuti evitare questi interessamenti da parte dei tribunali e delle procure”.

Alla luce del nuovo sviluppo in chiave penale della tormentata vicenda che ha portato all’elezione di Signoroni, il coordinatore di Forza Italia osserva che “Sembra sia proprio arrivato il momento che chi ha la responsabilità di aver dato alla luce questa stortura politica, trovi il coraggio di porvi definitivamente rimedio”.

Un’opportunità - suggerisce Gallina - potrebbe essere colta alle prossime elezioni provinciali in autunno; vedremo se chi finora ha sbagliato, vorrà continuare a percorrere la stessa strada sbagliata o deciderà di perseguire definitivamente un sano equilibrio istituzionale e politico provinciale.

Federico Centenari


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