Tariffe agevolate e riduzione delle imposte per famiglie con figli a carico: la proposta di Portesani
Prima uscita di Alessandro Portesani, portavoce della civica “Novità a Cremona” su un tema che avrà spazio nel programma elettorale laddove il centrodestra decidesse di allearsi con la civica e candidare lo stesso Portesani a sindaco.
“Garantire tariffe agevolate per i servizi educativi a tutti i bambini con genitori che lavorano – questo il proposito di Portesani riportato in una nota stampa –. Ridurre i tributi locali per le famiglie con figli a carico. Per un nuovo nato cremonese, vale la pena rinunciare a un po’ di tasse”.
Prosegue il leader della civica: “Su cento cittadini cremonesi, 34 hanno più di 60 anni e solo 15 hanno meno di 20 anni, la città sta quindi invecchiando troppo velocemente ed è per questo che ‘Novità a Cremona’ ha messo al primo punto del suo programma azioni concrete ed economicamente sostenibili per sostenere concretamente le giovani famiglie cremonesi”.
Anche la città, prosegue la nota stampa, “va ripensata a misura di bambini: servono spazi e parchi belli, sicuri da vivere. Saranno resi più utili e concreti i regali di benvenuto per i nuovi nati. Ed è per questo che ci impegneremo perché i neogenitori ricevano agevolazioni presso negozi ed enti del territorio per alleggerire tutte le spese che dovranno affrontare”.
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commenti
Manuel
15 febbraio 2024 17:45
Misure condivisibili, purché sostenibili finanziariamente, ma che non faranno esplodere le nascite, manco quelle degli stranieri (i maggiori beneficiari dell’operazione).
A mio avviso, il comune, se non ricchissimo, può far poco per incentivare la natalità, qualcosa di meglio per rendere più civile la convivenza.
Premesso come l’istruzione femminile, oramai superiore quantitativamente e qualitativamente alla controparte maschile, sposti la decisione di riprodursi verso una scelta sempre più ponderata e consapevole (le donne non accettano il ruolo di frisona!), l’ostacolo ad una ripresa espansiva delle dinamiche demografiche è da ricercare nella bassa remunerazione salariale (per tutti), nella assenza o riduzione dei servizi, nella mancanza di tempo da dedicare alla famiglia (es. lavoro part time a stipendio pieno), etc. In tal senso è il governo a dover ribaltare la “deriva”, ma l’attuale esecutivo sembrerebbe orientato in altro modo.