24 febbraio 2024

Nicolò Fagioli e la ludopatia: "Bisogna chiedere aiuto. Ora sto meglio, un anno fa il periodo peggiore"

"Non dico ancora di esserne già uscito, sicuramente è stato un periodo molto difficile e il percorso non si conclude in cinque mesi. Ma sicuramente sto facendo in modo di uscirne definitivamente. Cosa mi spingeva verso il gioco? Il principale motivo credo sia stato la noia". Nicolò Fagioli si è raccontato così agli studenti di Condove, in Piemonte, nel secondo incontro pubblico dei dieci in cui dovrà sottoporsi per azzerare la parte di misure alternative alla squalifica. Come nel primo incontro che si è tenuto il 17 gennaio all'Ordine degli Psicologi del Piemonte, il centrocampista della Juve è stato accompagnato dal dottor Paolo Jarre, lo specialista in tematiche legate all'azzardo patologico che lo segue: "Adesso sto bene e sono felice di essere qui. ma un anno fa era il periodo più difficile. Ero ancora dentro al gioco e finché non è successo tutto questo casino era un problema, con gli amici e con la famiglia". "Poi ho chiesto aiuto. Bisogna chiedere aiuto. Adesso sto bene e sono felice di essere qui, ma un anno fa era il periodo più difficile. Ero ancora dentro al gioco e finché non è successo tutto questo casino. Stavo quasi 12 ore al giorno con il telefonino in mano, adesso sto giocando spesso a tennis, oppure vado con gli amici a giocare a padel. Faccio sport, sto con gli amici e la famiglia molto più di prima. E questo mi aiuta, tanto".

Così parlò Fagioli, centrocampista della Juventus, ex giocatore della Cremonese squalificato perché scommetteva. 

Stefano Mauri


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