Al Museo diocesano inaugurata la mostra “Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia”
Il professor Marco Tanzi, davanti ai numerosi presenti nella saletta del Museo diocesano di Cremona, ammette di amare particolarmente la formula delle «piccole mostre dossier». È proprio il caso dell’esposizione “Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia”, inaugurata nel pomeriggio di sabato 9 settembre.
«È la prima mostra settembrina» afferma il conservatore del Museo, Stefano Macconi, che, dopo aver portato il saluto del direttore don Gianluca Gaiardi, ha ringraziato tutti i soggetti che hanno reso possibile la riunione delle tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese Antonio Campi. Dalla collaborazione tra il Museo diocesano e Galleria Canesso Milano, grazie al prestito accordato dai Musei Reali di Torino e a nuove scoperte documentarie, sono riunite in mostra le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento per il marchese Adalberto Pallavicino. Lasciando la parola ai numerosi ospiti, ha sottolineato come la mostra sia pienamente in linea con «lo spirito del museo, che vuole non solo raccontare il territorio cittadino, ma quello di tutta la diocesi».
Esprimendo ampia soddisfazione per la collaborazione avviata, ha preso la parola la responsabile delle collezioni d’arte e dell’archeologia dei Musei Reali di Torino, Annamaria Bava. Dopo aver fatto i complimenti per l’allestimento, ha ripercorso il tortuoso percorso che ha portato le opere nelle sale dell’istituzione torinese.
Con una dichiarazione di amore per la città del Torrazzo e per la pittura cremonese del ‘500, Maurizio Canesso, ha espresso tutto l’orgoglio e la soddisfazione per aver contribuito, con la propria Galleria, a riunire queste preziose opere pittoriche.
La studiosa dell’arte Eleonora Scianna ha ringraziato sentitamente Monica Visioli che, grazie ad approfondite ricerche d’archivio, ha ritrovato un documento che ha permesso al professor Tanzi di aggiornare una sua precedente scoperta. Infatti, una trentina di anni, fa lo storico dell’arte cremonese aveva attribuito ad Antonio Campi due tavole dei Musei Reali fino a quel momento considerate opere di un pittore nordico.
Ed è stato proprio lo studioso prendendo la parola a ricordare la zia, la storica dell’arte Maria Luisa Ferrari che cinquant’anni fa pubblicò i due notturni di Antonio Campi (Cremona, 1522/1523-1587). Il recente ritrovamento delle due opere, esposte al pubblico per la prima volta nella sede milanese di Galleria Canesso nel 2021, ha portato nuovamente la questione di Torre Pallavicina all’attenzione degli studiosi.
Oggi si sa che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno 15 tavole con episodi della Passione di Cristo dipinte negli anni Settanta del Cinquecento, un caso privo di paragoni nella Lombardia manierista dell’epoca. Delle quattro opere oggi note, quelle torinesi, con colori smaglianti e affollate di personaggi, mostrano la maturità del manierista cremonese mentre le tavole Canesso sono tra i più alti esempi di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio. Della sorte di tutte le altre tavole di Torre, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla.
Nel breve ma efficace commento delle tavole esposte, ha affermato che rappresentano un «punto di svolta in cui il Campi passa dalla maniera alla natura e alle sperimentazioni luministiche». Prima di salutare tutti i presenti, ha quindi inserito l’attuale mostra in un «vero e proprio rinascimento della città» legato a tre importanti istituzioni museali: il Museo del Violino, il Museo Diocesano e il Museo Archeologico di San Lorenzo.
La mostra “Antonio Campi e Torre Pallavicina” sarà visitabile presso il Museo diocesano di Cremona dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.
Le novità documentarie e le recenti scoperte presentate nella mostra cremonese saranno pubblicate in un volume corredato da nuove campagne fotografiche. (www.diocesidicremona.it)
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