23 gennaio 2023

«Agire come uomini e donne di pace», il vescovo agli esponenti del mondo politico e sociale. Da monsignor Napolioni l'invito a riscoprire l'essere comunità abbracciando le persone più fragili

Amministratori, attori dell’ambito sociale, persone mosse dal desiderio di fare del bene per il prossimo. Sono stati loro i protagonisti dell’incontro organizzato dalla Pastorale sociale e del lavoro, guidato da Eugenio Bignardi, nel pomeriggio di domenica 22 gennaio in Seminario. L’annuale incontro con il vescovo Antonio Napolioni che ha voluto sottolinare come quest’anno il ritrovarsi «è una tappa del percorso sinodale. L’occasione per metterci in discussione come comunità cristiana, unita ma eterogenea». Il momento per «aprire il cuore e la mente alla società, alla marginalità. Per ascoltare le vostre convinzioni ed il vostro impegno. Per chiedervi scusa, per tutte le volte che, come Chiesa, vi abbiamo fatto sentire soli nel vostro impegno politico, squisitamente civico». Il protagonista «non è il vescovo», ha quindi precisato monsignor Napolioni: ma «le vostre convinzioni: è giunto il momento di guardarsi in faccia tra credenti, riconducendo tutto in una cornice teologica, quella del verbo che si fa carne». È opportuno agire per fare del bene, per essere «uomini e donne di pace».

A guidare la riflessione un brano simbolo del cammino sinodale tratto dal Vangelo di Luca. Al centro «l’idea della diversità come occasione di arricchimento, del dialogo tra i nostri territori, valorizzando le relazioni». Fili e reti indispensabili per non lasciare indietro nessuno. «Non è una questione ideologica, dobbiamo ripartire da chi è più fragile e accoglierlo. Per essere, davvero, comunità. Siamo tutti chiamati ad una integrazione personale e collettiva tra fare e essere». Serve attenzione alla cura, senza tralasciare l’esistente. Serve attenzione alla cura, senza tralasciare l’esistente. Senza perdere di vista l’importanza del binomio fede ed impegno civico. «Ascoltare Gesù significa ascoltare tutti, servire Gesù significa servire tutti. Ed è proprio Gesù che ci insegna ad accogliere le membra più fragili». Lui che da figlio di Dio si è fatto uomo, «lui che fa il bene con noi. Non impone la pace, non impone il bene, ma ci invita ad agire per questo. Andiamo avanti insieme per una maggiore consolazione nel quotidiano».

Subito dopo la riflessione del Vescovo ha preso il via il lavoro in gruppi: un dialogo, per mettere a confronto diversi punti di vista e per trovare un punto in comune. Non di omologazione, ma di sintesi. Per il bene di tutti e di ciascuno.

La giornata si è conclusa con un momento conviviale offerta ai partecipanti che è stata ulteriore occasione in cui continuare il confronto e il reciproco scambio in un clima più informale e di amicizia.(www.diocesidicremona.it)


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