11 settembre 2021

"Attenzione alta, dopo i fatti afghani possibile una nuova onda d'urto del terrorismo". L'analisi del giudice Guido Salvini a vent'anni dalle Torri

Guido Salvini, Gip del Tribunale di Milano, a lungo a Cremona come coordinatore dell'Ufficio del Giudice delle Indagini preliminari (ricordiamo le inchieste sul Calcioscommese e sull'inquinamento della Tamoil ) si è occupato spesso di terrorismo. Sia del terrorismo interno (pensiamo alle custodie cautelari sulle nuove Brigate Rosse nel 2007) sia di quello estero: la vicenda del sequestro di Abu Omar o quello recentissimo dell'arresto dell'italiano Nicola Ferrara, convertito all'Islam, che incitava alla Jihad e affermava che “Il Covid lo ha voluto Allah”.

-L'Afghanistan è dei Talebani, questo potrebbe portare un ritorno del terrorismo nel resto del mondo e quindi in Europa?

E' possibile una nuova onda d'urto dopo i fatti afghani – afferma il giudice Salvini – E' vero che i Talebani hanno sempre agito solo all'interno del loro paese ma hanno comunque adottato una dittatura islamica basata sulla sharia e il radicalismo islamico è la matrice comune dei talebani, di Al Qaeda e dell'Isis. Le immagini che arrivano dall'Afghanistan ci hanno segnato, e mi ha profondamente colpito in particolare l'energia delle donne afghane che continuano a a manifestare nonostante i pericoli e la repressione violenta. Il governo talebano è espressione di un regime oppressivo, arrivato al potere con una azione militare violenta e spietata e una guerra sanguinosa contro il governo legittimo. Oltretutto nel governo sono presenti, come ministri, pericolosi ricercati internazionali per terrorismo. Per tutto questo ritengo che il governo dei Talebani non debba essere riconosciuto”.

-Torniamo al terrorismo e al terribile anniversario dei vent'anni dall'attentato delle Torri Gemelle, l'Italia è uno dei pochi stati occidentali in cui non ci sono stati grandi attentati...

Subito dopo le Torri Gemelle polizia e magistratura hanno effettuato un grande lavoro che ha consentito di evitare al nostro Paese stragi come quelle in Francia e Spagna. E' vero che l'Italia era un obiettivo meno diretto, era più un centro logistico dei terroristi e anche di rifugio, comunque le inchieste a Milano, Brescia e Cremona hanno permesso di smantellare dopo il 2001 cellule di Al Qaeda radicate in Lombardia . Abbiamo dalla nostra parte importanti strumenti legislativi: già nelle indagini di Cremona è stata usata la legge Mancino del '75 verso chi istiga alla violenza con prediche violente nelle moschee e forme di apologia e abbiamo effettuato parecchie espulsioni immediate anche verso chi faceva proselitismo via internet. Abbiamo poi attivato antenne importanti nelle carceri, luogo di radicalizzazione di detenuti comuni e principale centro di reclutamento di terroristi. Certo anche se la nostra attenzione è sempre stata forte, rimane difficile ovviamente prevenire eventuali attacchi improvvisi dei cosiddetti lupi solitari. Voglio anche ricordare che sono almeno una cinquantina le vittime italiane, spesso dimenticate, di attentati terroristici dell'Islam radicale all’estero e quindi, anche per loro, dobbiamo mantenere la guardia alta”.

-Vent'anni dopo l'attentato, cos'è rimasto?

Una riflessione di oggi è che da quell'attentato è cresciuta una ideologia cospirativa facilitata da internet. Sul web si leggono teorie secondo le quali gli attentati dell’11 settembre avrebbero avuto la regia dei servizi segreti americani e israeliani per favorire l'attacco all'Iraq il crollo sarebbe dovuto a esplosivo collocato aall’interno delle Torri e l'aereo che volava su Washington sarebbe stato abbattuto dai militari . Da allora le teorie complottistiche hanno dilagato: negli Stati Uniti con Qanon e i dati falsi sulle elezioni americane con Trump che sarebbe il vero vincitore e Biden perdente e poi quelle sul Covid, malattia che non esisterebbe con i vaccini che sarebbero utilizzati solo per imporre un nuovo ordine mondiale”.

M.S.


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