13 giugno 2024

"Dopo quarant'anni il Laboratorio del Cotto rischia di chiudere". L'amara lettera del suo fondatore Giulio Grimozzi: il Comune ci vuole costringere nel poco spazio della Frazzi. Un'assurdità

Giulio Grimozzi, fondatore e anima del Laboratorio del Cotto, ha deciso di rendere pubblico il disagio dello storico Laboratorio (attualmente negli spazi della Scuola Media Anna Frank) che l'amministrazione comunale vorrebbe trasferire in spazi giudicati insufficienti e inadeguati nel progetto di ristrutturazione dell'area dell'ex Ceramica Frazzi. "Il Laboratorio, dopo quarant'anni di attività, rischia di chiudere" afferma con grande amarezza il professor Giulio Grimozzi ricordando le molteplici attività che il Laboratorio svolge e la scarsa considerazione in cui è tenuto dal Comune. 

Nell’approssimarsi della tornata elettorale per l’amministrazione del nostro Comune, da parte della compagine in carica, si è  messa in evidenza, come sempre avviene, con grande impegno a mostrare una sorprendente attenzione ai problemi della Comunità, peraltro a lungo trascurati.  Con un improvviso fervore di attività, molte sono le opere messe in atto, alcune delle quali saranno inevitabilmente lasciate in carico alla nuova Amministrazione.

Tra le tante opere vi è anche la riqualificazione delle reliquie della storica grande Fornace Frazzi per anni dimenticate. sarebbe ottima l’iniziativa se però non vi fosse un problema.

La ristrutturazione del moncone di fornace, per farne la sede del Centro Studi Laboratorio del Cotto, rudere già sacrificato per il sorgere del centro commerciale Coop, è proposta messa in atto artatamente come grande favore, motivandola con una collocazione in una posizione più in vista . 

In realtà sarebbe una menomazione. Perché nell’attuale sede di circa 500mq già lo spazio è saturo, figuriamoci relegare le attività in poco più di 200mq. 

L’ansia, che ci affligge, è dovuta a uno sconsiderato progetto messo in atto dall’Amministrazione in carica per la realizzazione della nuova sede, che a detta del braccio tecnico operante, dovrebbe essere più favorevole per la nostra attività.

Per contro, un poco d’attenzione palesatasi attualmente per il Centro Studi LABORATORIO DEL COTTO, troverebbe  il sodalizio in un periodo di massimo impegno per l’attività didattica volta principalmente ai giovani di vari ordini di studi, materne, primarie e superiori, nonché una sperimentazione di un intervento a scopo psicoterapeutico nel carcere, oltre alla normale attività societaria.

L’impegno a condurre le molte attività previste dal suo statuto è profuso nella consapevolezza della posizione della qualifica di ente  comunale nella quale è annoverato e per la quale gode di alcune agevolazioni. 

Purtroppo l’assoluta disattenzione riservataci in fase preparatoria del progetto, nessun membro degli organi direttivi dell’Amministrazione si è mai premurato di accertare le vitali esigenze dell’attività del Centro, nessuno. L’Assessore alla  Cultura o all’Istruzione, ai Lavori pubblici, alle attività scolastiche , meno che meno il Sindaco, si sono mai presi cura in fase preliminare alla stesura del progetto di prendere coscienza delle nostre esigenze.

Eppure molte sono state le volte in cui il Laboratorio del Cotto, all’occasione richiesto dall’Amministrazione, ha dimostrato la pronta disponibilità all’asservimento al patrimonio culturale e artistico della città, come, per esempio, l’intervento per il restauro del fregio del Palazzo del Comune, del camino della Loggia dei Militi, la richiesta dell’Assessore al turismo, preoccupata per i molti occhi di vetrine vuoti, chiese urgentemente una distribuita  esposizione di opere, l’allestimento delle mostre divulgative della cultura del Cotto (patrimonio della nostra cultura), e dei convegni tematici portati a conclusione.

Nessuna attenzione per le proposte fatte: il busto per la celebrazione dell’architetto Luigi Voghera al quale Cremona, e non solo, deve una meritata gloria per la realizzazione del cimitero monumentale, le magnifiche porte della Città (sciaguratamente demolite), il prospetto monumentale della Chiesa di S. Agata, e poi, e poi. 

E’ stato offerto un pregevole busto del Voghera, appositamente ed egregiamente modellato da due neodiplomati del locale Liceo artistico da porre nella pedonalizzata Piazza di s. Agata dirimpetto alla sua opera.  Di fatto l’iniziativa  sarebbe costata poco più di 3.000 €., ma di ciò non si ebbe segno di interesse. 

E’ stata fatta nel 2022 la proposta di targhe in cotto col tema rievocativo della denominazione di ognuna delle porte progettate dagli allievi del Liceo artistico, che avrebbero potuto essere poste in vista per i turisti nonché per tutti. Invece è stata scelta un’altra soluzione costosa e di cattivo gusto anziché quella pressoché gratuita.

Ora l’Amministrazione, nell’intento dichiarato di dare una sede più in vista e più centrale, con maggiore visibilità, propone il moncone di forno Hoffman reliquia della importate fornace Frazzi. I nostro parere è che, di fatto potrebbe essere una buona soluzione come sede di rappresentanza del Centro dedicandolo a sede direzionale  per mostre, convegni e quant’altro di utile anche per l’attenzione alla Città. Ma certamente non adatto alla continuazione dell’attività didattica con la presenza di due o tre classi di scolaresche, come già ora accade.

Li non consentirà le normali operazioni di ricevimento dei materiali necessari per l’ordinaria operatività, come: ricevimento dei camion per la consegna dei carichi di creta, sistemazione del forno di cottura e della sua gestione, della macchina per la triturazione della creta di recupero (economicamente tanto vantaggiosa), e quanto altro si potrebbe elencare.

La proposta dell’Amministrazione potrebbe essere presa in considerazione qualora fosse confermata l’attuale sede per l’ordinaria attività, oppure un’altra sede in spazi capienti e adatti a ricevere senza ne barriere architettoniche, ne impedimenti di agibilità anche per disabili e anziani. 

Eppure il Centro Studi Laboratorio del Cotto nella sua attività statutaria, oltre a condurre con impegno assiduo l’attività didattica dedicata a soggetti di ogni età, dalla scuola materna ai liceali e talvolta anche a universitari, svolge anche attività di studio e ricerche storiche sul patrimonio della terracotta, di carattere peculiare della Civitas Cremonensis, che merita attenzioni e cure.   

Ora, dopo quaranta anni di attività auto gestiti a proprie spese, con la dubbia motivazione di dare una sede più in vista,  si trama per togliere l’attuale sede voluta dall’amministrazione del Sindaco Corada, e relegare il Laboratorio del cotto in uno spazio di 250 mq, contro i 500 mq. attualmente in nostro uso i (e già saturi), in uno spazio insufficiente e scomodo con vincoli della Soprintendenza non convenienti all’attività, difficile accesso, copertura del tetto obbligatoriamente in coppi a vista.

Quali sono le motivazioni di tale manovra di dubbia utilità, forse pressioni esterne, come la vox populi riferisce, o perché il disinteresse mostrato genera una scarsa valutazione dell’opera fin qui condotta? 

Se così sarà, il Centro Studi Laboratorio del Cotto è destinato a languire ridotto a un luogo dove pochi veterani della cultura potranno incontrarsi a perdersi in chiacchiere sui ricordi e vane proposte di iniziative inefficaci e inconcludenti , per questa gora dell’ignavia, dove è privilegio di pochi condurre iniziative a cui la gloriosa Cremona di un tempo è stata condotta. Dove è privilegio di pochi condurre iniziative, non tutte di reale utilità, senza ricercare il favore della comunità...  

Giulio Grimozzi

Alcuni reperti del Laboratorio del Cotto e il professor Giulio Grimozzi (foto Riflessi Magazine)


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commenti


Anna L. Maramotti Politi

13 giugno 2024 21:16

Purtroppo non aver capito l'importanza del cotto per la città di Cremona significa non conoscere la sua storia e la sua identità. Il cotto costituisce la relazione fra la materia (l'argilla e .... il Po) e il saper-fare dell'uomo. I nostri predecessori hanno trovato soluzioni congrue per l'abitare e hanno reso bella Cremona. Se a ciò si aggiunge la capacità espressiva (estetica) il cotto non è solo da ritenersi materia che ha preso forma dalle mani sapienti di artigiani, ma è segno di una tradizione che ritiene l'architettura e la scultura testimonianze di un impegno sociale e civile, espressioni di "volonrtà d'arte". La disattenzione al laboratorio del cotto costituisce di per sè disaffezione ai monumenti della Città. L'inerzia culturale purtroppo ormai sembra patologica. Neppure la vis satirica di un Marco Furio Bibaculo saprebbe scuotere la coscienza cittadina? A nulla però varrebbe la satira, se poi non ci si rimboccasse le maniche e, forti della nostra memoria presente nei nostri monumenti, non si salvassero le nostre tradizioni costruttive che si sono avvalse del cotto.

Michele de Crecchio

13 giugno 2024 22:51

Un'evidente assurdità, sia per il "laboratorio del cotto", che per la doverosa tutela dei gloriosi "monumenti di archeologia industriale" che sono quanto residua delle due "fornaci Hoffmann" con annesse ciminiere! Urge un ripensamento da parte della amministrazione comunale e dei competenti organi di tutela!

Anna

14 giugno 2024 07:07

questa amministrazione, a quanto raccontano le cronache quando ci sono dei soldi (finanziati non loro direttamente) da spendere, partono in quarta senza ascoltare nessuno.