185 anni fa moriva l'architetto Luigi Voghera, l'innovatore del volto di Cremona. In abbandono e degrado il suo monumento al cimitero. Serve un intervento
185 anni fa moriva l'architetto Luigi Voghera, innovatore del volto di Cremona. E nel 2026 saranno passati 190 anni dalla costruzione della facciata della chiesa di Sant’Agata a Cremona. L’opera fu dell’architetto Luigi Voghera: un uomo, un artista troppo spesso dimenticato dalla sua città nonostante ne abbia cambiato il volto, durante tutto il corso del XIX secolo. Era infatti l 1836, quando lo stesso Voghera mise mano al rifacimento della parte esterna della chiesa. Non solo, In quello stesso si occupò anche del campanile della chiesa parrocchiale di Soresina.
Gli anni Trenta dell’Ottocento furono particolarmente prolifici. Nel 1832 aveva messo mano alla Casa Verme in Contrada di Porta Ognissanti. Molti i progetti due anni più tardi nel 1824: la parrocchiale di Casteldidone, Palazzo Trecchi a Cremona, Casa Binda in Contrada Speciana e nel 1839 Casa Carini in Contrada Cavallara. Tutte opere che si andavano ad aggiungere ai suoi capolavori assoluti del ventennio precedente: 1813, sistemazione dei pulpiti della Cattedrale di Cremona;1824, il ripristino del Teatro Ponchielli in collaborazione con Faustino Rodi; 1827, disegno della pavimentazione della navata maggiore della Cattedrale di Cremona. E poi il grande restyling del Palazzo Comunale cremonese.
Dopo un l’impegno dell’architetto Luciano Roncai, l’interesse per questo personaggio di spicco della cultura cremonese si è purtroppo assopito. Ne è cifra lo stato di abbandono in cui versa il suo monumento funebre presente nell’androne di sinistra del civico cimitero di Cremona; che per altro lui stesso progettò. Un bellissimo busto di marmo sostenuto da una stele in cui se ne ricorda i meriti. E forse per questo anniversario sarebbe opportuno metterci mano, come, per altro segnalato molte volte dal Laboratorio del Cotto di Cremona.
La statua, come è visibile dalle immagini, è aggredita da un forte strato di polvere e sporcizia. Il muro dell’androne è stato sistemato in maniera del tutto insufficiente e provvisoria. Gli strati di intonaco sono assolutamente sbiaditi dal tempo. Serve un intervento urgente per ridare dignità a questo monumento che ricorda un grande personaggio della città. L’intervento non è particolarmente oneroso e se ne potrebbe occupare anche qualche mecenate a cui sta cuore dalla tradizione culturale della città.
Il 2026 potrebbe essere una buona occasione per ricordarlo anche con questo gesto di rispetto per l’uomo, per l’artista. E perché no per la città.
*Le foto sono a cura del Laboratorio del Cotto.
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