15 giugno 2022

"Il giudice inibisca la Tamoil dal continuare a inquinare e valuti il danno tra i 7 e i 104 milioni di euro". Presentata l'istanza della causa civile della Bissolati

Richiesta di inibizione immediata alla Tamoil  secondo l'articolo 844 del Codice Civile perchè chiuda immediatamente il flusso di materiale inquinante che continua tutt'ora, come dimostrano le analisi del surnatante che ha evidenziato materiale inquinante proveniente dalla raffineria - da serbatoi e fognature - databile ad un periodo anche inferiore ai cinque anni. Quindi la barriera idraulica sarebbe insufficiente e l'inquinamento starebbe ancora procedendo. Una pesante richiesta danni formulata su più ipotesi con somme comprese tra i 7 e i 104 milioni di euro. E' questo, in estrema sintesi, il contenuto della istanza di causa civile depositata questa mattina al tribunale di Cremona da parte dei due legali della Canottieri Bissolati, Claudio Tampelli e Giampietro Gennari per conto della società rivierasca, penalizzata pesantemente dalle conseguenze dell'inquinamento della raffineria. I danni, tutti dimostrati da numeri e perizie, vanno dalla perdita di soci anche storici che hanno abbandonato dopo la scoperta dell'inquinamento, ai danni alle strutture della società, come il cedimento della piscina per l'aspirazione del surnatante (ora ripristinata con una spesa di oltre 100mila euro) o i danni al Palazzetto dello Sport nel 2016 e tanto altro. Ovviamente la causa civile fa riferimento in diversi passaggi alla causa penale del 2013 che aveva certificato le pesanti responsabilità della Tamoil. Intanto una nuova istanza di causa civile potrebbe arrivare nei prossimi giorni anche da singoli soci della società Canottieri Bissolati.

Con questo ingombrante fardello è convocata per dopodomani (venerdì 17 giugno) la conferenza dei servizi degli enti coinvolti. L'ultima conferenza era stata lo scorso febbraio a cui era seguito un sopralluogo dei tecnici per valutare sia lo stato degli impianti alla Bissolati che l'attività di aspirazione del surnatante e il pesante inquinamento ancora presente. Ancora molto incerta è la posizione del Comune di Cremona che, ad oggi, non si è ancora costituito parte lesa per il danno subito dai cremonesi a quasi 15 anni dalla scoperta della falda inquinata da idrocarburi e metalli sotto la raffineria. 

Nella foto di Antonio Leoni la raffineria Tamoil in attività e l'ultimo sopralluogo dei tecnici

 


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commenti


Roberto Regonelli

15 giugno 2022 17:48

Non comprendo cosa impedisca al Sindaco di prendere posizioni definite!
Ha forse timori di contrastare Tamoil?
La raffineria ha si, portato benessere per i dipendenti, ma ha lasciato.in eredità tante porcherie, inquinando il territorio.
Cosa frena il Sig. Galimberti? Non sa prendere decisioni? Se non è in grado, si dimetta pure, nessuno sentirà la sua mancanza!

Monica

15 giugno 2022 19:40

... solo un pensiero ..... il sindaco tanto sa che non può più essere rieletto dopo i suoi mandati ..... quindi .... ognuno tragga le proprie considerazioni .... però comunque... è veramente vergognoso .... anni anni anni ... per nulla !!!! E come al solito .. anche quelli che hanno lavorato in raffineria ... magari ..ne pagheranno anche loro le conseguenze .....