"Saltano le case di comunità all'ex Inam e a Casalmaggiore, niente ospedale a Soncino". L'allarme di Piloni (Pd) per gli stralci della Regione al Pnrr
“Avrebbero dovuto fare trecento case di comunità in più e invece ne fanno diciassette in meno, lasciando sguarnite città come Lodi e altri comuni in tutta la Lombardia. Soltanto nella nostra provincia, insieme all’ospedale di comunità previsto a Soncino, sono due le case di comunità che sono state stralciate dai finanziamenti del PNRR: quella prevista in viale Trento e Trieste a Cremona e quella in piazza Garibaldi a Casalmaggiore. Si tratta di strutture che erano state individuate grazie alla concertazione tra Ats, Asst e sindaci e che la Regione ha deciso di escludere dal finanziamento del Pnrr. Ci chiediamo quale sia il criterio con cui la giunta lombarda ha scelto proprio queste strutture e non altre, ma, soprattutto, se questo sia il modo migliore per risollevare la sanità territoriale in Regione Lombardia. Quali risorse, dunque, s’intendono utilizzare?”.
Così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni commenta lo stralcio di diciassette case di comunità, operato dalla Giunta regionale a fine maggio, dalla lista di quelle che dovranno essere realizzate in un primo momento, utilizzando unicamente i fondi del PNRR. La lista precedentemente approvata dalla Regione, di 216 strutture, non basta comunque a implementare la rete prevista dal Governo, che indica in una casa di comunità ogni ventimila cittadini la corretta proporzione per il migliore funzionamento della medicina territoriale.
“Non è bastata la pandemia per far capire a Fontana e al centrodestra che la medicina territoriale va ricostruita, perché i cittadini non hanno più riferimenti se non il pronto soccorso – incalza Piloni -. Le case di comunità saranno realizzate in tutta Italia, ma solo in Lombardia si partirà da zero, perché Formigoni e Maroni prima e Fontana poi hanno puntato tutto sugli ospedali impoverendo il resto. Ora con il PNRR, a cui la Lega in Europa aveva votato contro, arrivano molti soldi, ma non bastano, come era chiaro fin da subito. Fontana e Moratti devono crederci e stanziare altre risorse regionali per realizzare le strutture e poi devono organizzare il servizio, perché le case di comunità non rimangano scatole vuote, come invece sta succedendo ora”.
“Sarebbe importante, inoltre, che Regione Lombardia iniziasse a ragionare anche sugli ambulatori diffusi, peraltro previsti dalla legge, soprattutto in provincia di Cremona, dove, rispetto alla provincia di Mantova, ci sono meno case di comunità e gli ambulatori diffusi potrebbero costituire una risorsa importante” conclude il consigliere dem.
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commenti
Gianluigi Stagnati
10 giugno 2022 14:49
Visto il trattamento, o meglio dire il maltrattamento continuo, ricevuto dalla Regione Lombardia, propongo due referendum:
- annessione del territorio cremonese alla regione Emilia Romagna
- creazione di una enclave del territorio cremonese e annessione alla regione Veneto
Monica
12 giugno 2022 16:27
Evvai !!!!....aggiungiamo anche questo bel traguardo !!!....