'Biometano? No Grazie'. A Visnadello gli abitanti si mobilitano e nasce il comitato. 'Troppo vicino alle case': striscioni e oltre 150 firme contro la prospettiva di un nuovo megaimpianto (12 vasche).
Ancora un impianto di Biometano in provincia e ancora un comitato spontaneo che nasce per opporsi all'ipotesi di realizzazione di un maxi-impianto da 12 vasche.
Siamo a Visnadello, frazione di Malagnino, in aperta campagna ed in un territorio di centuriazioni romane, a due passi dalla Via Postumia. Una stretta lingua di strada collega l'abitato alla strada comunale; la gente che ha scelto di vivere qui l'ha fatto per amore della campagna e della tranquillità. Rotta pochi giorni fa da una notizia scoperta per caso da uno dei residenti: "Ero davanti a casa mia e guardando il campo ho visto che c'erano delle persone che facevano delle misurazioni. Per scambiare due parole ho chiesto cosa stessero facendo e la risposta mi ha lasciato di stucco: 'qui sorgerà un mega impianto di biometano'" racconta Ivan Capellini. "Poi nei giorni a seguire altri tecnici hanno fatto delle prospezioni geologiche del terreno".
Subito coinvolti i vicini di casa, gli abitanti hanno chiesto delucidazioni al Comune, che in realtà non ha ancora ricevuto nessun progetto ufficiale ma che è stato contattato da una società con sede fuori provincia, interessata all'operazione.
"Siamo stati contattato da investitori privati da fuori provincia (Busto Arzio e Varese) che, insieme al proprietario del terreno in località Fornace, si sono detti interessati a realizzare lì un impianto di biometano, che andrà a collegarsi direttamente al metanodotto che passa in zona. All'atto pratico però non ci è stato ancora presentato alcun progetto nè inoltrata alcuna richiesta, pertanto restiamo in attesa di capire se ci saranno eventuali sviluppi" spiega il sindaco Donato Losito.
Nel frattempo gli abitanti di Visnadello si sono organizzati in un comitato spontaneo ed apolitico 'Biometano? no grazie!', hanno distribuito volantini e appeso striscioni di protesta e disappunto sulle cancellate delle case, che si trovano tutte nel raggio di un centinaio di metri o poco più dall'area che potenzialmente sarebbe destinata all'impianto. Le frasi riportate sui teli non lasciano spazio a dubbi: "No Biometano a Visnadello" e "Ne abbiamo già troppo di inquinamento, non ne vogliamo altro. No ai vostri profitti sulla nostra pelle. Non biometano no".
"Lo scopo del nostro comitato è quello di portare avanti tutte le iniziative a tutela della salute, dell'ambiente e della qualità di vita. Abbiamo già interpellato tutti i soggetti che siederanno alla conferenza di servizi, dai Vigili del Fuoco all'Arpa, Provincia e Comune. -spiega Vincenzo Duchi, tra i promotori del Comitato- Ad oggi abbiamo raccolto circa 150 firme per dire il nostro NO alla possibilità di realizzare qui questo impianto, che sorgerebbe a meno di 500 metri dalle case di Visnadello, San Giacomo e Sette Pozzi".
La protesta però non sarebbero solo legata alla vicinanza alle case, ma anche a tutta una serie di criticità che si sommano : "Il terreno è proprio sotto un elettrodotto, che non ammette impianti di questo tipo nelle vicinanze perchè a pericolo di incendio, inoltre non si può cementificare sopra la linea del metanodotto che passa proprio lì sotto. Non parliamo poi della questione logistica, con l'unica via che conduce in paese che è stretta e non in grado di sostenere il passaggio continuo di mezzi pesanti. E non da ultimo, a Malagnino abbiamo già pagato lo scotto della discarica..." aggiunge Anna Maria Lanzoni.
Perplessità condivise anche dal primo cittadino: "Tra Fornace, Visnadello e Sette Pozzi contiamo 61 abitanti che si troverebbero proprio a ridosso dell'area indicata. E' chiaro che per chi ha investito per comprarsi o sistemare la casa in quelle aree non sia una prospettiva felice. In località Fornace poi non è presente la rete idrica; i mezzi carichi di liquami arriverebbero da aziede sul territorio, entro un raggio di 15 chilometri e per questo aspetto si apre quindi il tema della viabilità, altro grande ostacolo per quelle strade strette: si parla di un eventuale transito di un mezzo all'ora, ma anche qui siamo nel campo delle ipotesi, all'atto pratico poi non possiamo sapere. Di sicuro un impianto di questa portata aprirebbe una serie di criticità in merito a polveri sottili, rumori, odori. Ricordo che a Malagnino abbiamo già una discarica provinciale sul territorio comunale. Il Comune oggi non si dice contrario a priori all'idea del biometano, ma la località Fornace non è sicuramente il posto adatto per un impianto di questo tipo e di questa portata".
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commenti
Anna
24 maggio 2024 10:24
Le vasche del biometano tra 10-15 anni, finiti gli incentivi statali, saranno abbandonate a sè stesse, e non manutenute correttamente disperderanno nelle falde acquifera contaminanti che renderanno le acque inutilizzabili per qualsiasi uso umano e animale.
In pratica inquineranno come le cisterne delle raffinerie.
Antonio Sivalli
24 maggio 2024 16:04
No biometano