"Viva l'Italia" con De Gregori sotto il Torrazzo illuminato. E Cremona incantata sembra aver ritrovato la normalità
“De Gregori & Band Live - Greatest Hits” un titolo che non lascia spazio ad interpretazioni, il cantautore ha scelto per questa ripresa post covid una ricetta vincente: riproporre i successi più amati dal pubblico. Terzo titolo in programma per “Siamo Fuori”, kermesse organizzata dal Teatro “A.Ponchielli”. Consueta la presenza del Sovrintendente Andrea Cigni ad accogliere all’ingresso quasi uno ad uno gli spettatori accorsi ordinati nella splendida Piazza Duomo di Cremona.
Francesco De Gregori è uno dei musicisti italiani che vantano forse il maggior numero di collaborazioni con artisti italiani e non. Da Dalla a Baglioni, passando per Venditti, De Andrè e Ron, i duetti del cantautore non si contano.
E proprio così, in una Piazza Duomo colma di appassionati accorsi da tutto il nord Italia, De Gregori ha coinvolto il pubblico con i successi che hanno accompagnato tre generazioni.
Nella sua carriera numerosi sono i riconoscimenti ricevuti, dalle molteplici assegnazioni della Targa Tenco, al premio come miglior colonna sonora del film Flirt ai David di Donatello, giunto perfino ad avere intitolato un asteroide, insieme al collega Lucio Dalla.
“Da giovane ho iniziato così, avevo una chitarra ed un’armonica a bocca, era semplice, le caricavo in auto o in treno e andavo a suonare. Poi ho conosciuto Antonello Venditti, lui aveva un pianoforte. Ecco per lui era un po’ più problematico…” scherza l’artista ricordando gli albori della sua carriera nei locali.
Voce espressiva, naturalmente inscurita e maturata nei cinquant’anni di palco, è ora meno esecutore e più narratore. Un racconto, questo concerto, attraverso le dolci atmosfere musicali ed i testi profondi del cantautore ci hanno portato indietro nel tempo, ai magnifici 33 giri contenenti “La donna cannone”, “Rimmel”, “Generale”, “Buonanotte Fiorellino”, canzoni senza tempo ancora oggi cantate a gran voce dai giovani di ieri così come da quelli di oggi. Graffiante nei passaggi più acuti e difficoltosi, riesce con mestiere a non perdere mai la linea melodica, aiutato anche dalla tipica struttura ad incisi delle sue canzoni. Una band dal vivo ha accompagnato De Gregori in questa serata, proponendo una scaletta ben eseguita, con un sound accattivante ma mai invadente, sempre “servo” del testo, come ci piace che sia nella musica cantautorale. Bei suoni, bell’assieme sia nei brani quasi acustici che in quelli un po’ più aggressivi, merita una menzione il tastierista che ha sapientemente dosato l’effetto “Leslie”. Suoni veri, senza basi a riempire e duplicare il suono, fanno di questo concerto una vera e propria rarità data la sempre più frequente abitudine di ricorrere ad aiuti di computer per riempire ed ingrandire il sound.
Particolarmente interessante l’esecuzione di “Caterina” dove la sezione percussioni non era eseguita alla consueta batteria, bensì alle “hand drums”, ovvero percussioni come il Cajon, uno strumento suonato sedendocisi sopra e percuotendo la membrana tra le gambe producendo un suono ritmico diverso a seconda di dove si colpisce lo strumento.
Non si fanno affatto sentire le settanta primavere di questo artista che ha saputo attraversare gli anni ottanta e novanta sino ai giorni nostri ed interpretare ogni volta i tempi consegnandoci veri e propri gioielli di storia della musica leggera. Un concerto che ha suscitato emozioni sottolineate dai numerosi applausi tributati al palco, carichi anche di nostalgia, di ricordi dei bei tempi andati, ma anche di nuove emozioni scaturite da questi testi sempre attuali. E poi i bis con un "Viva l'Italia" che commuove.
Brezza fresca da serata di fine estate, Piazza del Duomo illuminata, Musica dal vivo, e sembra quasi di essere tornati alla normalità, qui, all’ombra del torrazzo.
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