21 marzo 2023

A Cristo Re la professione di fede e il giuramento di don Trevisi in vista dell’ordinazione episcopale

I Vespri della festa di san Giuseppe, presieduti dal vescovo emerito Dante Lafranconi nel pomeriggio di lunedì 20 marzo nella chiesa parrocchiale di Cristo Re, a Cremona, sono stati l’occasione per la professione di fede e il giuramento di fedeltà del vescovo eletto di Trieste, don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re che sarà ordinato vescovo sabato 25 marzo in Cattedrale per fare quindi il proprio ingresso a Trieste il prossimo 23 aprile.

Dopo il canto dei salmi, monsignor Lafranconi ha voluto approfondire nella sua riflessione il rapporto del collegio episcopale come prosecuzione del collegio apostolico e della figura del vescovo come guida e annunciatore della Parola: «A volte la Parola del Signore incontra non solo la superficialità degli ascoltatori, ma addirittura l’ostilità: ciascun annunciatore della Parola sa che ciò che annuncia ha in sé una forza nativa. Anche se possiamo non constatarlo negli anni della nostra vita, certamente abbiamo la possibilità di credere che là dove giunge la Parola del Signore non cade mai a vuoto, come la pioggia che prima o poi feconda il terreno».

«Sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore – ha proseguito il vescovo emerito di Cremona – per il dono che ci fa e per la responsabilità di essere degli annunciatori che hanno cercato di attuare nella propria vita la Parola, perché il collegio episcopale ha anche la funzione di essere riferimento che garantisce la fede. Per questo viene chiesto al vescovo eletto di fare pubblicamente la professione di fede e giuramento, per garantire il bene spirituale e materiale della Chiesa, perché finché si vive nella storia vige per tutti la legge dell’incarnazione».

La preghiera dei vespri è quindi proseguita con la professione di fede da parte di don Enrico Trevisi che, con la mano sul libro dei Vangeli, ha subito dopo pronunciato il giuramento di fedeltà. Un momento suggestivo e di grande significato, nel quale il vescovo eletto si dichiara solennemente fedele e obbediente alla Chiesa apostolica romana, al Sommo Pontefice e ai suoi successori. Una lunga formula in cui si dichiara l’impegno del futuro vescovo a promuovere gli insegnamenti della Chiesa, del collegio episcopale e del Papa, impegnandosi a partecipare alle assemblee dei vescovi, come i Concili, e in cui si elencano tutti gli impegni pastorali, secolari e di obbedienza propri del vescovo.

La lettura della formula è stata quindi seguita dalla sottoscrizione del giuramento da parte di don Trevisi, del vescovo emerito Lafranconi, insieme anche al vicario parrocchiale don Pierluigi Fontana e il cancellerie vescovile don Paolo Carraro.

 

Formula del giuramento di fedeltà del vescovo eletto

Io Enrico Trevisi, nominato vescovo della Diocesi di Trieste, sarò sempre fedele e obbediente alla Chiesa santa apostolica romana e al Sommo Pontefice, Successore del beato Pietro Apostolo nel primato e Vicario di Cristo, e ai suoi legittimi Successori. E non soltanto li tratterò con sommo onore ma anche, per quanto mi sarà possibile, farò sì che ad essi sia riservato il dovuto rispetto e da essi sia tenuta lontana qualunque offesa.

Sarà mia preoccupazione promuovere e difendere i diritti e l’autorità dei Romani Pontefici; come pure le prerogative dei loro legati e procuratori. Riferirò al romano pontefice con sincerità qualunque cosa che potesse costituire un attentato ai medesimi da parte di chiunque.

Mi sforzerò di adempiere con ogni cura secondo lo spirito e la lettera dei sacri canoni gli incarichi apostolici a me dati di insegnare, santificare e governare, in comunione gerarchica col Vicario di Cristo e con i membri del Collegio episcopale.

Metterò diligente attenzione nel conservare puro e integro il deposito della fede e nel trasmetterlo in modo autentico, accoglierò poi fraternamente quanti errano nella fede e mi adopererò con ogni mezzo affinché essi ritornino alla pienezza della verità cattolica.

Prometto che parteciperò o risponderò, salvo impedimento, se chiamato a Concili e ad altre attività collegiali dei Vescovi.

Amministrerò diligentemente, secondo le norme dei sacri canoni, i beni temporali di proprietà della Chiesa a me affidata, vigilando attentamente perché non vadano in nessun modo perduti o danneggiati.

Farò mie le disposizioni del Concilio Vaticano II e gli altri decreti canonici che riguardano l’istituzione e l’ambito di azione delle Conferenze episcopali, come pure dei consigli presbiterali e pastorali, e promuoverò di buon grado un uso ordinato dei loro compiti.

Infine, nei tempi stabiliti, compirò personalmente o tramite altri, secondo quanto stabilito dal diritto, la visita ad limina apostolorum, renderò conto del mio ufficio pastorale e riferirò fedelmente circa la situazione del clero e del popolo a me affidato; inoltre accoglierò rispettosamente quanto mi verrà ordinato e lo metterò in pratica col massimo impegno.

Così mi aiuti Dio e questi santi Vangeli di Dio.

 

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